Domani mercoledì 9 luglio alle 18 da Sinestesia a Ceccano si terrà la presentazione di “Ambimblè – Rime e riti dei giochi di strada”, il nuovo libro firmato da piero dorfles e pubblicato da Manni Editore. L’incontro fa parte del festival dedicato a Francesco Alviti e offrirà uno sguardo sul mondo dei giochi infantili tradizionali, accompagnati dalle filastrocche e dai rituali che li animano. Sarà un appuntamento che unisce storia, cultura popolare e letteratura.
Piero dorfles è un volto noto del giornalismo culturale italiano. Critico letterario e autore, ha condotto programmi per la Rai e ha accompagnato per oltre vent’anni il programma “Per un pugno di libri”, trasmesso su Rai 3. La sua attività spazia dalla scrittura alla conduzione, con numerosi titoli al suo attivo. Tra gli ultimi lavori si ricordano “Le palline di zucchero della fata turchina” del 2018 e “Il lavoro del lettore” del 2021, fino al memoir “Chiassovezzano” uscito nel 2024 con Bompiani. Il suo lavoro si concentra spesso sulla comunicazione e sulla letteratura, con un’attenzione particolare alle forme popolari e alla lettura come esperienza culturale.
Con “Ambimblè” dorfles torna a raccontare il tessuto della vita quotidiana di un tempo, attraverso i giochi di strada. Il libro ricompone l’atmosfera dei pomeriggi passati a giocare insieme nella dimensione collettiva, dove il confronto con gli altri, attraverso regole e riti, diventava un modo per crescere e capire il mondo.
“Ambimblè” ripercorre le tante forme di gioco che animavano le strade e i cortili. Dai più noti come “tana libera tutti”, il gioco delle biglie, “ruba bandiera” e “facciamo che ero”, fino a quelli meno famosi come lo “schiaffo del soldato” o la “lippa”. Ogni gioco aveva un elemento fondamentale: il rituale linguistico che lo accompagnava. Dorfles raccoglie le filastrocche, i conteggi e le poesiole che scandivano i momenti di gioco. Questi versi, spesso surreali o pieni di nonsense, mescolavano elementi della vita quotidiana, delle fiabe o della parodia del mondo adulto, creando uno scenario di fantasia e socialità.
Questi giochi collettivi, come spiega l’autore, rappresentano strumenti educativi importanti. Insegnavano a confrontarsi con i coetanei e a condividere uno spazio comune, dove le differenze economiche o sociali venivano momentaneamente annullate. Era un modo per imparare a rispettare le regole e a definire un ruolo all’interno del gruppo, coltivando creatività, indipendenza e senso di responsabilità. A quel punto il bambino riconosceva la propria identità dentro una comunità.
L’appuntamento di domani da Sinestesia si annuncia come un’occasione di approfondimento e confronto. Lo scrittore diego protani modererà l’incontro che vedrà dorfles discutere del suo libro insieme a due ospiti: il professor pietro alviti e francesco ruggiero, assessore del comune di Ceccano. L’iniziativa rientra nel festival dedicato a francesco alviti e attrae un pubblico attento alle radici culturali e alle forme tradizionali di socialità.
Saranno illustrate le dinamiche e le funzioni sociali dei giochi di strada, sottolineando come questi rappresentino un patrimonio parzialmente perduto, ma ancora recuperabile. L’interazione tra parola e gioco, la memoria dei ritmi delle filastrocche, e la valorizzazione di un rapporto diretto e fattivo tra i bambini, sono temi fondamentali messi a fuoco dall’autore. L’appuntamento intende rinvigorire il dialogo su come forme di vita semplici e collettive si riflettano sullo sviluppo personale e sociale di ognuno, portando a una conoscenza più concreta del passato vicino e delle sue possibilità di ripresa nel presente.
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