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A roma nel quartiere di san lorenzo manifesti leghisti con slogan anti-occupanti e immagini contro migranti

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Nel cuore di roma, nel quartiere di san lorenzo, sono apparsi manifesti leghisti che richiamano a una dura politica contro le occupazioni abusive di case. I messaggi sono accompagnati da immagini generate al computer e suscitano polemiche per il contenuto considerato discriminatorio e falsificato da diversi esponenti politici e associazioni locali. Il filone di protesta punta il dito contro il decreto sicurezza, indicato come strumento repressivo contro chi cerca un rifugio nelle strutture dismesse.

I contenuti dei manifesti e le immagini generate in quartiere san lorenzo

I cartelloni affissi riportano messaggi chiari e minacciosi: «occupari una casa? ti buttiamo fuori in 24 ore» e «grazie alla lega, decreto sicurezza». Queste parole si accompagnano a un’immagine realizzata con una intelligenza artificiale. La grafica mostra tre figure: un giovane con barba, un uomo di colore e una donna con un borsone, che escono da una casa. Di spalle, due agenti, un poliziotto e un carabiniere, assistono alla scena.

Questa combinazione di scritte e illustrazioni è stata actualizzata nel tessuto urbano di san lorenzo e mira a far passare un messaggio di severità verso gli occupanti abusivi. Eppure, il modo in cui è stato costruito provoca reazioni forti, perché relega certi gruppi sociali a ruoli stereotipati e criminalizzati. L’impatto visivo vuole essere immediato e diretto ma finisce per richiamare un clima di sospetto e divisione.

Le reazioni politiche e sociali alle affissioni contestate

Giovanni Barbera, co-Segretario romano di rifondazione comunista e membro della direzione nazionale, ha espresso una dura critica verso l’iniziativa della lega. Secondo lui, dietro i manifesti si nasconde una strategia che punta a diffondere paura e odio, e a creare divisioni tra chi ha poco o niente. Barbera ha definito i cartelloni «vergognosi» e privi di fondamento.

Dalla sua opinione emerge come questi messaggi rappresenterebbero una mistificazione. La presunta difesa dei proprietari privati sarebbe solo una copertura per coprire la vera natura del decreto sicurezza, che invece si rivolge alle strutture pubbliche abbandonate o degradate. Non ci sarebbero interventi diretti sulle abitazioni private.

Il coro critico si amplia con le segnalazioni di realtà locali, come la rivista «scomodo», che ha smascherato l’artificiosità delle immagini, rivelandone la natura digitale e costruita con strumenti di intelligenza artificiale. L’operazione sarebbe dunque una mossa propagandistica, utilizzata per alimentare tensioni fra poveri e migranti.

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Il decreto sicurezza e l’assenza di politiche abitative concrete

Nel dibattito, un punto centrale è il decreto sicurezza, promosso dalla lega e citato nei manifesti. Prevede pene pesanti, fino a sette anni di carcere, per chi occupa abusivamente case. Questo aspetto viene rivendicato con orgoglio dai promotori del decreto.

Tuttavia, il responsabile delle politiche abitative è il ministero delle infrastrutture, controllato dallo stesso partito, e finora non ha prodotto interventi significativi per affrontare l’emergenza casa. Nonostante le dure sanzioni previste, le soluzioni per migliorare la situazione delle persone senza alloggio mancano.

Tensioni e contraddizioni nel contesto romano

Questa assenza segna un paradosso: da un lato si punisce con durezza, ma dall’altro non si creano condizioni per evitare le nuove occupazioni. Le strutture pubbliche inutilizzate restano nel degrado, diventando spesso punti di rifugio per chi non ha alternativa, mentre il contrasto legale aumenta la tensione.

Le parole e le immagini di san lorenzo alimentano un clima d’intolleranza e fanno emergere le contraddizioni delle politiche attuate. Nel contesto di roma, città segnata da problemi abitativi e disparità sociali, queste azioni suscitano proteste e richieste di un approccio diverso, più attento alle condizioni reali delle persone coinvolte.

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