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Adolescenti costretti a cedere soldi a due giovani stranieri nel centro di latina tra intimidazioni e paura

Nel pomeriggio di venerdì, un gruppo di adolescenti di quattordici e quindici anni è stato avvicinato e costretto a consegnare denaro a due giovani sconosciuti. L’episodio è avvenuto in strada, tra piazzale dei Bonificatori e via Duca del Mare a Latina, in un momento di grande affluenza di ragazzi nel centro cittadino. La dinamica dell’accaduto lascia intendere una sommatoria di forza intimidatoria senza l’uso esplicito di armi, ma sufficiente per spaventare i minorenni coinvolti. I carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Latina sono intervenuti per raccogliere testimonianze, identificare le vittime e avviare le ricerche degli autori, che sembrano avere radici nordafricane e poco più di vent’anni.

Il racconto degli adolescenti e la richiesta di denaro

Quattro o cinque adolescenti si trovavano seduti su una panchina tra piazzale dei Bonificatori e via Duca del Mare, quando sono stati avvicinati da due giovani stranieri. La richiesta iniziale era apparentemente innocua: una sigaretta. Ma il gesto si è rapidamente trasformato in una pressione per ottenere una somma di denaro, un contributo forzato che i giovani hanno dovuto versare. Alcuni hanno dato banconote da cinque o dieci euro, mentre chi aveva più contanti ha dovuto uscire dal gruppo per cambiare i soldi al bar vicino, sotto lo sguardo vigile degli assalitori rimasti con gli altri giovani.

I due stranieri non hanno estratto armi né mostrato altri strumenti di violenza, ma la loro presenza minacciosa e i toni utilizzati hanno generato paura sufficiente a costringere i ragazzi a collaborare. Gli adolescenti hanno percepito la situazione come una vera e propria imposizione, una forma di pizzo in pieno giorno e in zona centrale della città.

L’intervento dei carabinieri e le prime indagini

Appena tornati dal bar, i due minorenni che avevano cambiato denaro hanno deciso di chiamare il 112 per denunciare quanto accaduto. Al loro segnale, gli sconosciuti si sono dati alla fuga insieme al gruppo di adolescenti che aveva assistito alla scena. I carabinieri sono intervenuti rapidamente, procedendo con l’ascolto delle vittime e la raccolta di una dettagliata descrizione degli aggressori.

La pattuglia della Sezione Radiomobile ha poi avviato le ricerche nel centro di Latina, concentrandosi su due giovani di origine nordafricana appena poco più che ventenni. I militari hanno confermato che l’episodio si colloca in una zona molto frequentata nei giorni festivi e che i due stranieri non hanno usato esplicitamente minacce, ma la prova di quanto possano bastare solo i toni e l’atteggiamento per intimidire i più giovani.

Il fenomeno del ricatto a voce alta nei centri urbani

La vicenda di venerdì si inserisce in un contesto più ampio di episodi occasionali dove gruppi di giovani sono costretti a consegnare denaro senza atti violenti espliciti, ma con forme di pressione psicologica e intimidazioni verbali. Questi episodi possono passare sotto silenzio o confondersi con semplici richieste, ma hanno un impatto significativo sulla sicurezza percepita in aree molto frequentate. In città come Latina, l’attenzione delle forze dell’ordine si concentra non solo sull’intervento diretto, ma anche sul monitoraggio di comportamenti che creano disagio nei più giovani.

Non è raro che chi subisce sia riluttante a denunciare, per paura di possibili ritorsioni o di coinvolgimenti più complicati. Nel caso di venerdì però la pronta reazione di quei pochi adolescenti ha permesso di mettere nero su bianco l’accaduto, fornendo descrizioni concrete utili all’identificazione dei responsabili. I carabinieri hanno registrato l’episodio come una fascia grigia della criminalità, tra rapina e estorsione, per via della richiesta parziale di denaro e del modo usato per ottenerlo.

L’azione delle forze dell’ordine nelle aree centrali rimane fondamentale per scoraggiare simili azioni e ristabilire un clima di tranquillità per i giovani che animano il centro. Il controllo e la presenza di pattuglie sembrano al momento le risposte più dirette per intervenire in scene del genere, che avvengono spesso in momenti di maggiore affluenza, come il tardo pomeriggio di un venerdì.

Il ruolo della comunità e della sorveglianza urbana

Gli eventi come quello di venerdì chiedono anche una risposta coordinata tra polizia, enti locali e comunità per proteggere i luoghi frequentati dai giovani. Sistemi di sorveglianza già attivi potrebbero diventare più estesi e mirati. Inoltre, aumentare la presenza di figure di riferimento e punti di ascolto nelle zone centrali può favorire un filo diretto con i ragazzi e prevenire situazioni di intimidazione o ricatto.

Le famiglie e le scuole possono contribuire con una maggiore sensibilizzazione, insegnando ai minori a riconoscere certi segnali e a comportarsi in modo adeguato di fronte a richieste anomale. Il clima di paura si alimenta anche della convinzione che certe situazioni non trovino soluzione o vengano ignorate, quindi denunciare e parlare resta la strada più diretta per arginare questi fenomeni.

Nonostante la fuga degli aggressori, l’episodio di Latina del 2025 si inserisce in un quadro che richiede interventi costanti per tenere sotto controllo le dinamiche di gruppo nei luoghi pubblici. Il lavoro sulle cause profonde di questa forma di pressione a danno di minorenni resta una delle sfide aperte per chi si occupa di sicurezza urbana e tutela dei più giovani nelle città italiane.

Clarissa Abile

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