Simone Bartiromo, latitante da quasi tre anni e ritenuto uno dei più pericolosi broker del narcotraffico internazionale, è stato arrestato vicino ad Alicante, in Spagna. Le indagini hanno rivelato il suo ruolo chiave nel traffico di droga diretto a diverse regioni italiane. L’arresto segnala l’attività congiunta delle forze italiane e spagnole nella lotta contro la criminalità organizzata.
La latitanza di simone bartiromo e il suo ruolo nel narcotraffico internazionale
Simone Bartiromo, 34 anni, era ricercato da quasi tre anni. La sua presenza sulla lista dei 100 latitanti più pericolosi racconta la gravità del suo coinvolgimento nel traffico di stupefacenti a livello globale. Le autorità italiane lo consideravano un punto di riferimento per il rifornimento delle piazze di spaccio in diverse aree del sud Italia, come Napoli, la Sicilia e la Puglia. Bartiromo ha costruito una rete che spostava ingenti carichi di droga attraverso confini e mari, sfruttando canali internazionali per mantenere le forniture costanti ai gruppi criminali italiani. Le sue capacità di organizzatore e broker gli hanno consentito di rimanere a lungo nascosto, ma senza interrompere le attività criminali.
La collaborazione internazionale tra carabinieri, d.c.s.a. e polizia spagnola
L’arresto di Bartiromo è avvenuto grazie a una stretta cooperazione tra italiani e spagnoli. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno lavorato a stretto contatto con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia. Questa alleanza ha permesso di incrociare informazioni e tenere sotto controllo i movimenti del latitante che si spostava in territorio spagnolo. Nella fase finale dell’operazione, è stato decisivo il supporto dell’Udyco, la direzione antidroga della Policia Nacional di Madrid. L’unità spagnola ha coordinato le fasi operative per il blitz a Orihuela, cittadina nella provincia di Alicante, dove Bartiromo è stato localizzato e preso. In questo caso l’intreccio di dati operativi e controlli sul territorio ha impedito al broker di sfuggire nuovamente alle forze dell’ordine.
Il contesto criminale e il flusso di stupefacenti verso napoli, sicilia e puglia
La zona di Alicante, secondo gli investigatori, rappresentava un punto strategico per Bartiromo. Da lì organizzava l’invio di carichi di droga verso le principali piazze italiane sotto il suo controllo o influenza. Napoli, Sicilia e Puglia sono regioni storicamente collegate a traffici di droga legati a organizzazioni criminali strutturate, capaci di gestire importanti volumi di sostanze stupefacenti. Bartiromo, grazie ai rapporti costruiti sul campo, riforniva queste regioni con regolarità, mantenendo attivi i canali di approvvigionamento. Questi flussi di droga rappresentano un problema grave per la sicurezza pubblica, visto l’impatto sul tessuto sociale e sulla criminalità locale. Il ruolo di intermediario permetteva a Bartiromo di manipolare e coordinare gli arrivi senza esporsi direttamente nelle attività di spaccio, mantenendo un profilo basso ma molto efficace.
Dettagli sull’arresto e il futuro processo giudiziario
L’arresto si è svolto a Orihuela, città situata a breve distanza da Alicante, dove Bartiromo si era rifugiato per sfuggire alla cattura. Il luogo scelto per nascondersi suggerisce strategie di copertura e la volontà di allontanarsi dal territorio italiano per limitare le possibilità di rintraccio. La cattura ha richiesto una lunga attività di monitoraggio e l’analisi di movimenti sospetti. Ora Bartiromo è nelle mani delle autorità, in attesa delle procedure di estradizione verso l’Italia. La sua posizione investigativa diventerà centrale nei prossimi processi legati al narcotraffico internazionale e al supporto alle organizzazioni criminali italiane. I procedimenti giudiziari dovranno chiarire la rete di complici e i dettagli delle operazioni di rifornimento per interrompere definitivamente queste rotte criminali.
La vicenda di Simone Bartiromo conferma, come dimostrano anche gli esiti di questa operazione, quanto la cooperazione transfrontaliera sia essenziale nel contrasto a fenomeni criminali legati alla droga. Le indagini proseguono per approfondire i contatti e le modalità con cui il latitante ha mantenuto la sua posizione per quasi tre anni. Lo scenario resta complesso, ma questa cattura segna un passo significativo nella lotta al narcotraffico che tocca più regioni italiane.