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come gestire i cani impegnativi di grossa mole per una convivenza sicura e responsabile

I cani di grossa taglia spesso vengono considerati automaticamente pericolosi, soprattutto se dotati di morso potente. In realtà non esistono cani “cattivi per natura”, ma animali che possono diventare difficili da gestire senza un’adeguata guida e attenzione da parte dei proprietari. Il tema è tornato al centro del dibattito dopo diversi episodi di aggressioni, che hanno coinvolto anche bambini. La vera sfida non riguarda la razza, ma la responsabilità e la preparazione di chi si prende cura di questi animali.

Cani di grossa mole: caratteristiche e il falso mito della pericolosità legata alla razza

Da anni il concetto di cani pericolosi basato sulla razza è stato superato. Nel 2009 è stata abrogata la lista delle razze “pericolose“, poiché le ricerche scientifiche non hanno mai dimostrato un legame diretto tra aggressività e razza. Oggi, la legge si concentra su comportamenti specifici e individui “a rischio“, piuttosto che su categorie generiche. Questi cani sono definiti “impegnativi” soprattutto per via della loro fisicità: un cane di grossa taglia e un morso potente possono causare danni seri in caso di reazione scorretta.

Opinioni di un medico veterinario

Un medico veterinario come Federico Coccia spiega che cani come quelli da guardia o da difesa richiedono una gestione più attenta, a volte anche corsi formativi obbligatori per i proprietari. “Controllare e addestrare questi animali è quindi fondamentale per evitare incidenti e garantire la sicurezza di tutti.” Il problema non è la razza ma il modo in cui il cane viene guidato e supportato nel suo sviluppo.

Quali sono i cani impegnativi più diffusi e cosa li rende tali

Nel novero dei cani impegnativi rientrano diversi esemplari caratterizzati da forza fisica notevole e morso potente. Il kangal, proveniente dalla Turchia, è noto per il suo peso che supera i 60 kg e per il suo ruolo di cane da protezione. Sebbene imponente, può essere equilibrato se ben gestito. Tra i mastini, l’inglese e il napoletano si distinguono per la mole superiore a 70 kg e un temperamento tranquillo ma con forte istinto protettivo.

Caratteristiche di alcune razze

Il cane corso, simbolo italiano della difesa, si riconosce per un carattere dominante e una testa appuntita all’addestramento. Il dogo argentino, da sempre allevato per la caccia grossa, è muscoloso e tenace, mentre il presa canario, cane di grande imponenza, richiede mani esperte per la gestione quotidiana. Razze più comuni come il rottweiler, dobermann e pastore tedesco sono apprezzate per intelligenza e versatilità, ma vanno comunque trattate con rispetto e attenzione.

Alani e leonberger, pur meno aggressivi, rappresentano comunque sfide per via del loro peso e della forza, che potrebbero causare problemi se non arginati.

Capire le radici del comportamento e intervenire con consapevolezza

Il punto di partenza per una buona gestione è comprendere cosa spinge un cane a mostrare segni di aggressività. Un animale non diventa “impegnativo” per caso. Molte volte il disagio deriva da dolori fisici, come problemi articolari o disturbi neurologici, per questo un controllo veterinario è indispensabile. Paura e insicurezza sono altre cause frequenti dietro un atteggiamento mordace, spesso si tratta di risposte difensive a situazioni percepite come minacciose.

Il background di un cane conta molto: cani maltrattati o poco socializzati si mostrano spesso irrequieti e reattivi. Anche cambiamenti nell’ambiente abituale, come spazi limitati o assenza di stimoli, possono peggiorare la situazione. Esaminare questi fattori è la base per intervenire correttamente, evitando provvedimenti affrettati che colpiscono l’animale senza aiutare chi lo possiede.

Consigli pratici per la gestione quotidiana e la sicurezza

Il dottor Coccia propone una serie di accorgimenti concreti per chi vive con cani impegnativi. Intanto serve uno spazio personale dove l’animale possa ritirarsi e sentirsi al sicuro, specie quando ci sono estranei o situazioni insolite. Escluderli o lasciarli da parte può provocare ribellione o comportamenti pericolosi.

Un punto cruciale è consolidare la figura del “capo branco” in famiglia. Il proprietario deve impostare regole chiare e dimostrare fermezza senza abusi. “Non sempre chi si avvicina a questi cani ha esperienza sufficiente, quindi rivolgersi a un educatore professionista rappresenta un passo importante per imparare come comunicare correttamente col proprio animale.”

Stabilire una routine semplice e prevedibile aiuta il cane a mantenere equilibrio. Orari fissi per passeggiate, pasti e momenti di gioco, comandi base come “seduto” o “lascia”, migliorano il controllo nelle situazioni delicate. Il coinvolgimento di tutti i membri della famiglia sul rispetto di queste norme serve a evitare confusione.

Socializzazione e controllo degli stimoli esterni per ridurre i rischi

L’addestramento non è completo senza abituare il cane a interagire con l’ambiente e altri esseri viventi. Molti cani sviluppano reazioni aggressive perché non sono mai stati esposti gradualmente a persone o altri animali. Esporre a distanza controllata e in sicurezza l’animale a stimoli potenzialmente agitanti è una tecnica che permette di abituarlo senza farlo sentire minacciato.

La chiave sta nel premiare i comportamenti calmi con ricompense come giochi o bocconcini. Il rinforzo positivo motiva il cane a mantenere il controllo e ad affrontare nuove situazioni con fiducia. La pazienza è fondamentale: ciascun animale ha i suoi tempi per adattarsi, non esistono scorciatoie. Il lavoro quotidiano, seppur breve, conduce a progressi evidenti.

Norme di sicurezza e rispetto delle regole per tutelare tutti

In caso di incidenti, come morsicature, la legge impone regole stringenti. Guinzaglio corto e resistente deve essere sempre presente in luoghi pubblici, mentre l’uso della museruola, preferibilmente a cestello, è obbligatorio in situazioni ad alto rischio. È altrettanto importante che il cane accetti la museruola senza stress, per questo va introdotta gradualmente con posizioni di calma e premi.

In certi casi, il cane deve affrontare percorsi di rieducazione seguiti da esperti. Se il comportamento pericoloso persiste, possono scattare divieti di accesso a determinati luoghi o ulteriori azioni da parte dell’ASL. Il proprietario rimane sempre responsabile, sia civilmente che penalmente, del comportamento del proprio cane.

Mantenere un ambiente sereno e lavorare sulle emozioni del cane

La serenità della casa e dell’ambiente circostante influisce molto sul comportamento animale. Urla, tensioni e confusione peggiorano l’agitazione del cane. Al contrario, premiare la calma con carezze o attenzioni aiuta a rafforzare atteggiamenti positivi.

Spesso è utile ignorare i momenti di agitazione per non dare valore a reazioni fuori controllo. Un “time-out” in una zona tranquilla può far rientrare l’eccesso emotivo. La gestione delle emozioni è un esercizio continuo, che richiede calma e attenzione da parte del proprietario.

Un percorso lungo ma possibile con aspettative realistiche

L’educazione di un cane di grossa mole e dal carattere impegnativo è una strada a tappe, senza soluzioni rapide. “Serve pazienza e pratica quotidiana, anche pochi minuti al giorno.” Fissare obiettivi raggiungibili permette di non perdere di vista il miglioramento graduale.

Celebrando i piccoli passi avanti si mantiene alta la motivazione e si costruisce un rapporto solido. Si tratta di un equilibrio delicato tra rispetto per l’animale e tutela della sicurezza di chi gli sta intorno.

Clarissa Abile

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Clarissa Abile

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