Al giffoni film festival 2025 le giovani giurie continuano a seguire con attenzione storie capaci di coinvolgere e far riflettere. Il filo conduttore dell’edizione, “Diventare umani”, si rispecchia nelle pellicole selezionate, che raccontano le sfide dell’adolescenza, le fratture familiari e le tensioni sociali. A tra i film in gara si alternano racconti intimi e drammi collettivi, accompagnati da personaggi con storie e ambientazioni diverse.
Il film “Soft Leaves”, diretto dalla regista belga Miwako van Weyenberg, si inserisce nella sezione generator +13 proponendo un viaggio delicato tra legami spezzati e tentativi di ricostruzione. La protagonista Yuna ha vissuto anni accanto al padre in Belgio, ma un grave incidente costringe il ritorno della madre e la comparsa di una sorellastra sconosciuta. Questo evento sconvolge il suo equilibrio e mette in moto un percorso di riconoscimento e accettazione. Le scene mostrano con attenzione i sentimenti contrastanti che si agitano dentro Yuna, tra diffidenza e il desiderio di ricostruire rapporti lacerati. Il racconto si sviluppa nel tempo di 94 minuti, e valorizza momenti di silenzio oltre a dialoghi intensi, evocando il senso di fragilità e speranza in una famiglia segnata dal passato.
“Cuerpo Celeste” arriva dall’Italia e dal Cile, diretto da Nayra Ilic García, inserito nella categoria generator +16. Qui seguiamo la quindicenne Celeste in una fase dura della sua esistenza: la perdita del padre e la distanza emotiva di una madre non presente. Sullo sfondo c’è il Cile degli anni ’90, che esce a fatica da un lungo periodo di dittatura. La vita di Celeste è un duplice percorso di lotta: dentro di sé e nel paese che la circonda. L’eclissi che attraversa il racconto suggerisce una metafora di oscurità e rinascita. Nel film, lungo 110 minuti, si intrecciano temi di memoria, dolore e crescita personale, con uno sguardo attento allo sforzo di trovare una propria strada in condizioni avverse. Il racconto di Celeste assume un valore universale, rappresentando l’adolescenza come un passaggio fragile e pieno di contraddizioni.
Al giffoni, i giurati della categoria +18 vedono “Surviving Earth”, prodotto nel Regno Unito da Thea Gajic. La pellicola racconta la storia vera di Vlad, musicista originario della ex Jugoslavia che ha lasciato il suo paese devastato dalla guerra. Arrivato a Bristol, ha provato a costruirsi una nuova vita. Il trauma del passato torna a farsi sentire, entrando in conflitto con il rapporto con la figlia Maria, il suo unico punto di riferimento stabile. Il film durano circa 100 minuti e mostra come la fuga dalla violenza sia solo un inizio. Si esplorano i problemi dell’identità, della memoria e dell’eredità emotiva che si porta dietro chi ha vissuto in un contesto di conflitto. Vlad rappresenta un uomo che cerca di mantenere equilibrio nonostante il peso delle ferite mai chiuse.
Dall’India arriva “Bird of a Different Feather”, diretto da Manohara e rivolto alla fascia elements +10. La protagonista è Sonia, una bambina di 12 anni affetta da albinismo, che affronta un percorso complesso segnato da discriminazione e isolamento. La scuola e la società intorno a lei non le risparmiano ostacoli, mentre lei si confronta con un’immagine di sé difficile da accettare. La pellicola di 89 minuti indaga il tema della diversità con uno sguardo sincero, mostrando momenti di solitudine ma pure di crescita interiore. Sonia diventa il simbolo di chi deve superare pregiudizi radicati, trovando la forza per affermare la propria identità. La narrazione pone l’accento sui piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza nella vita di chi è escluso o giudicato.
La sezione elements +6 propone un racconto di avventura e immaginazione con “Super Charlie”, opera di Jon Holmberg co-prodotta da Svezia e Danimarca. Wille, un ragazzino che sogna di essere un supereroe, si confronta con una realtà inaspettata quando scopre che suo fratello neonato possiede poteri speciali. I due dovranno imparare a collaborare per affrontare insieme la minaccia che incombe sulla città. In soli 82 minuti, il film offre una storia semplice ma coinvolgente, capace di catturare l’attenzione dei più piccoli. Il legame tra Wille e il fratellino si sviluppa con naturalezza, mostrando come accettare le differenze può diventare una forza. La pellicola facilita anche l’accesso a temi come il coraggio e la responsabilità in modo immediato.
“Becoming Roosi”, documentario firmato da Margit Lillak e presentato nella sezione gex doc, segue la crescita di Roosi per dieci anni. Figlia di un’attivista, Roosi vive in un ecovillaggio in Estonia, dove la madre ha scelto di trasferirsi. Roosi attraversa un’infanzia difficile, fatta di disaccordi con l’ambiente familiare e di un sentimento di estraneità. Il documentario, che dura 85 minuti, propone una narrazione autentica e talvolta ironica della Generazione Z. Attraverso filmati d’archivio e testimonianze, emerge la complessità delle scelte personali e dei conflitti generazionali. Roosi, all’inizio ribelle verso la sua storia, finisce per seguire le orme della madre, mostrando il legame profondo che può nascere anche nelle situazioni più complicate.
L’edizione del giffoni film festival 2025 si conferma attenta a narrazioni capaci di toccare temi esistenziali con sguardi diversi. Le opere scelte affrontano con realismo i passaggi cruciali della crescita e le tensioni che legano persone e società. Le giovani giurie si confrontano con racconti capaci di muovere emozioni e pensieri, senza rinunciare alla concretezza dei fatti e delle esperienze.
La Corte di Cassazione ha chiarito che il licenziamento di un lavoratore non può avere…
Una nuova operazione dei carabinieri a latina ha portato alla scoperta di sostanze stupefacenti e…
Jannik Sinner ha deciso di non partecipare al torneo Atp Masters 1000 di Toronto, in…
Durante un normale controllo stradale ad Aprilia, un uomo di 49 anni ha ignorato l’alt…
L'Anzio calcio si prepara alla nuova stagione di serie D con un’intensa attività di mercato.…
La lega serie b ha siglato un accordo con old wild west, la catena di…