La rassegna teatrale estatissima 2025, promossa dal Comune di fondi, ha appena concluso tre serate molto seguite in piazza Sant’Anastasia. Il pubblico ha partecipato con entusiasmo allo spettacolo ju peducchie refatt’, una rivisitazione vivace e originale di un classico di Shakespeare. La compagnia guidata da Tiberio Ettore Muccitelli ha incarnato uno spettacolo che ha saputo unire tradizione e innovazione, sfruttando le condizioni atmosferiche impreviste e la sinergia fra attori professionisti e non.
Lo spettacolo è nato da una necessità concreta: una tempesta ha rovinato le quinte e impedito il montaggio dei fondali previsti. Questo imprevisto ha spinto il regista, Muccitelli, a dirigere la compagnia verso una messa in scena essenziale e senza fronzoli, ispirata al teatro itinerante della Commedia dell’Arte. Lo scenario ridotto all’essenziale, con un’unica struttura che ricorda un antico baldacchino da teatro, ha creato un ambiente intimo e quasi magico. Quell’immagine di palco scarno, nel mezzo delle rovine causate dalla tempesta, ha rappresentato un’analogia con l’isola di Prospero, un rifugio incantato tra le macerie.
Questa scelta ha modificato profondamente il linguaggio teatrale dello spettacolo. La compagnia ha accettato la sfida di trasformare la distruzione in elemento scenico e narrativo, spostando l’attenzione sull’essenza del racconto e sulla forza degli attori. Il pubblico ha vissuto uno spettacolo visivamente povero ma ricco di tensione e significato, cogliendo la potenza del teatro nella sua forma più basica: attori, parola e spazio condiviso.
L’inizio dello spettacolo ha rotto i tradizionali schemi teatrali. Il pubblico entrava lentamente in piazza, trovandosi subito coinvolto nelle schermaglie tra l’attore che è autore e i personaggi che mettono in discussione la loro sorte. Questa dinamica ha abbattuto la cosiddetta quarta parete diverse volte durante la rappresentazione, con il regista che si è imposto come un deus ex machina, rompendo continuamente la separazione tra attori e spettatori.
Questa modalità di racconto ha donato allo spettacolo una struttura fluida e inaspettata, in cui la costruzione della messa in scena appariva sul punto di disfarsi davanti agli occhi di chi guarda. Il pubblico non è stato semplice osservatore, ma ha assistito alla trasformazione “dal vivo” dell’allestimento stesso. L’approccio ricorda le tecniche di Strehler nella celebre edizione de arlecchino servitore di due padroni , dove gli attori/personaggi rimangono sempre in scena, creando un ponte continuo tra la finzione teatrale e la realtà.
Questa modalità evita ogni tratto accademico o lezioso. Gli attori, sia professionisti che amatori, hanno saputo mantenere l’attenzione alta e conquistare applausi spontanei anche nelle pause teoricamente “morte” dello spettacolo. Questa interazione ha alimentato un clima di immedesimazione sincera e di partecipazione diretta.
Durante l’ultima delle tre serate, il presidente dell’Ancescao, Giuseppe Pascale, ha partecipato come ospite speciale. È salito sul palco per esprimere il suo apprezzamento per l’iniziativa, sottolineando il valore culturale che progetti del genere rappresentano per i territori. L’evento è stato sostenuto dall’associazione Imperium e dal Centro anziani Selvavetere Lido di fondi A.P.S., realtà che hanno contribuito a radicare la rassegna nel tessuto sociale locale.
La presenza di Pascale ha aggiunto valore e attenzione a questo ciclo di rappresentazioni, riconoscendo lo spirito comunitario e la volontà di coinvolgere diverse fasce di pubblico, comprese quelle più avanti con gli anni. Il teatro si è confermato così come spazio di aggregazione e scambio, aperto a tutti.
Il gradimento per ju peducchie refatt’ si è tradotto in numerose richieste di nuovi appuntamenti alla compagnia teatrale. Il cast si è distinto nel garantire standard di qualità, con professionisti come Leonardo Caione, Lorenzo Cammisola, Caterina Canino e Gianluca Lombardi. A loro si sono affiancati interpreti non professionisti come Lisabella Bilotta, Domenico De Carolis, Jacopo Feula, Luigi Feula, Dani Marsella, Vincenzo Spagnolo e Cesira Toscano.
Ognuno ha portato in scena una recitazione intensa, capace di comunicare sincerità e passione. Nonostante la complessità di una regia che ha reinventato le dinamiche tradizionali del palcoscenico, il lavoro di gruppo ha sorpreso positivamente, rendendo la rappresentazione accessibile e apprezzabile da un pubblico giovane e meno giovane.
Le serate di fondi hanno così rappresentato un momento di cultura e socialità riuscito a intrecciare tradizione, teatro popolare e innovazione scenica in modo convincente. L’eco delle applausi conferma l’interesse e la partecipazione a un progetto nato praticamente dalle difficoltà, ma capace di trasformarle in opportunità teatrale.
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