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Grave stato ecologico del lago di Vico a Caprarola, criticità su ossigeno, fosforo e temperatura in aumento

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Il lago di Vico, uno specchio d’acqua prezioso nel territorio della Tuscia, è al centro di un nuovo monitoraggio ambientale reso noto da Legambiente durante la tappa 2025 di Goletta dei Laghi a Caprarola . Le analisi non evidenziano problemi legati alla depurazione, ma mostrano segnali preoccupanti per l’equilibrio naturale di questo lago, tra mancanza di ossigeno, incremento delle temperature e un eccesso di nutrienti di origine agricola. Questi fattori mettono a rischio un ecosistema complesso e ricco di biodiversità, richiedendo attenzione urgente da parte delle autorità e degli operatori locali.

Risultati delle analisi di legambiente sul lago di vico a caprarola

Durante l’ultima giornata di Goletta dei Laghi nel Lazio, effettuata a Caprarola, Legambiente ha condiviso i risultati di campagne di monitoraggio effettuate nel lago di Vico. Non sono state riscontrate criticità legate a carenze o assenze di depurazione delle acque, segno che la rete di trattamento funziona almeno per quanto riguarda gli scarichi urbani o industriali.

Ma l’attenzione si è focalizzata su un quadro ben più complesso: i rilievi hanno infatti mostrato un quadro ecologico precario. Tra i dati più rilevanti emerge la carenza quasi totale di ossigeno nelle acque profonde, tra 15 e 170 metri di fondale. Questo fenomeno di anossia può compromettere gravemente la vita acquatica, dal fitoplancton ai pesci. Contemporaneamente, le temperature superficiali e di profondità hanno registrato importanti incrementi negli ultimi anni, andando oltre i valori storici normali per il lago.

L’indagine ha inoltre evidenziato un livello molto alto di fosforo, elemento che in grandi quantità favorisce la crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche. Questa sovrabbondanza di nutrienti deriva dall’uso intensivo di fertilizzanti in agricoltura, pratica diffusa nella zona circostante il lago. Il fosforo accumulato altera il delicato equilibrio chimico-fisico dell’acqua e contribuisce a fenomeni di eutrofizzazione, con l’insorgere di fioriture algali dannose sia per la fauna che per la qualità complessiva del lago.

Sul posto erano presenti esperti come l’ingegner Pietro Paris, che da tempo studia i laghi della provincia di Viterbo, oltre a rappresentanti locali come il sindaco di Ronciglione Mario Mengoni e Alessandro Pontuale, commissario della Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico, tutti coinvolti nella gestione e tutela del bacino.

Effetti della mancanza di ossigeno e del fosforo nell’ecosistema del lago di vico

L’anossia nelle acque profonde rappresenta un segnale critico per la salute del lago di Vico. La scarsità di ossigeno ha un impatto diretto sulla fauna ittica e sugli organismi che popolano la colonna d’acqua. Senza ossigeno a sufficienza, specie importanti non riescono a sopravvivere o sono costrette a spostarsi in zone meno profondi, dove però possono incontrare condizioni meno stabili. Questo sbilanciamento può causare un aumento di organismi anaerobi, che a loro volta rilasciano sostanze tossiche nell’acqua.

La presenza elevata di fosforo è una delle cause principali dell’eutrofizzazione. Questo processo porta alla moltiplicazione di alghe, che consumano rapidamente risorse e ossigeno. Quando le alghe muoiono, la loro decomposizione aggrava ulteriormente la carenza di ossigeno, creando un circolo vizioso che indebolisce l’intera catena alimentare acquatica. Le fioriture algali possono diffondere tossine pericolose per pesci, volatili e anche per l’uomo, in caso di contatto durante attività ricreative.

La crescente temperatura dell’acqua contribuisce a questi problemi, poiché temperature elevate accelerano i processi biochimici all’interno del lago, intensificando la domanda di ossigeno e favorendo la proliferazione delle alghe. Il lago di Vico, finora caratterizzato da un clima relativamente stabile, ora si trova a dover far fronte a un aumento termico che incide sui cicli naturali e sul mantenimento della qualità dell’acqua.

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I cambiamenti fisici e chimici rilevati hanno implicazioni non solo per la biodiversità ma pure per le attività umane legate al lago, come la pesca tradizionale o il turismo. Le pessime condizioni possono ridurre gli habitat naturali, abbassare la qualità dell’esperienza turistica e danneggiare le economie locali che si appoggiano a questo patrimonio ambientale.

Strategie di gestione e interventi per la tutela dell’ecosistema del lago di vico

Le istituzioni, insieme a realtà ambientaliste come Legambiente, hanno ribadito l’urgenza di interventi per frenare il deterioramento del lago di Vico. Le soluzioni proposte toccano diversi aspetti della gestione del territorio e della qualità delle acque. È stata sottolineata l’importanza di ridurre l’apporto di nutrienti chimici attraverso un’agricoltura più attenta, limitando l’uso eccessivo di fertilizzanti che finiscono nelle acque.

Si parla di realizzare vasche di contenimento lungo le rive del lago, per raccogliere e trattenere l’acqua che porta con sé nutrienti prima che raggiungano il bacino. Questi invasi temporanei possono aiutare a migliorare la qualità dell’acqua, bloccando il fosforo nel terreno o nel sistema di filtraggio prima che diventi fonte di eutrofizzazione.

Attori coinvolti e iniziative per la salvaguardia

Il lavoro coinvolge vari attori: dalla Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico, all’Università della Tuscia, fino ai sindaci e alle comunità locali. Questi enti collaborano per trovare strade efficaci e concrete in grado di proteggere la biodiversità, tutelare le risorse idriche e mantenere vive le economie legate al lago.

L’attenzione si concentra anche sul recupero di un equilibrio naturale, contrastando quel “surriscaldamento” delle acque che altera l’habitat e deteriora progressivamente l’ambiente. In programma ci sono anche campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione, per una maggiore consapevolezza dell’impatto umano e dell’importanza di comportamenti rispettosi.

Il lago di Vico resta uno scenario unico e di grande valore. Resta da vedere se con questi progetti e interventi si riuscirà a fermare la corsa al degrado e garantire un futuro più stabile a questa risorsa ambientale. La sfida coinvolge non solo chi vive intorno al lago ma tutta la comunità regionale e scientifica.

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