Il tema della migrazione torna a essere al centro del dibattito pubblico durante il festival di giffoni, grazie alla presenza del fami, il Fondo asilo, migrazione ed integrazione, che mette a disposizione oltre un miliardo di euro per sostenere progetti sul territorio italiano. Attraverso laboratori artistici e iniziative educative, il fami punta a promuovere un messaggio di accoglienza e inclusione, toccando in particolare il mondo della scuola e le nuove generazioni. A guidare questo percorso, la prefetto Maria Forte e la vice prefetto Maria Eleonora Corsaro, che hanno incontrato studenti e realtà locali per consolidare un legame tra cultura, educazione e migrazione.
Il ruolo del fami e la sua presenza a giffoni
Il fami rappresenta uno strumento concreto che affianca le comunità italiane nel gestire le sfide poste dai flussi migratori. Con una dotazione di oltre un miliardo di euro, il fondo finanzia iniziative mirate ad assicurare continuità agli interventi sul territorio, soprattutto nelle aree più sensibili. Al festival di giffoni, il fami mantiene il suo stand aperto al pubblico, con una proposta di laboratori che uniscono arte, musica, teatro e scrittura creativa. Queste attività, rivolte a giovani e famiglie, offrono spazi di riflessione e sperimentazione in grado di formare una cultura dell’accoglienza.
Il pensiero della prefetto Maria Forte
Dal canto suo, la prefetto Maria Forte ha sottolineato l’importanza di queste occasioni per creare consapevolezza, spiegando come il fami sia un “moltiplicatore di positività”, capace di generare effetti tangibili sia sul piano sociale, sia nella costruzione di comunità più coese. La presenza continuativa del fami a giffoni rappresenta dunque un momento chiave per un confronto aperto e diretto, che coinvolge diverse realtà e discipline.
Laboratori creativi e partecipazione dei giovani a giffoni village
Al giffoni village, lo spazio dedicato al fami è animato da numerosi laboratori di musica, teatro, scrittura creativa, web education e percorsi di genitorialità. Fin dall’apertura del festival, questi momenti hanno visto una grande affluenza di partecipanti, a dimostrazione dell’interesse generato da un approccio che unisce arte e istruzione. L’obiettivo è sensibilizzare i giovani su temi legati all’immigrazione, alla diversità e all’inclusione, utilizzando linguaggi espressivi diversi per parlare di accoglienza in modo diretto e coinvolgente.
Visita delle autorità e accoglienza ufficiale
La visita della prefetto Maria Forte e della vice prefetto Maria Eleonora Corsaro ha evidenziato quanto questa formula risulti efficace. Sono stati accolti da rappresentanti del festival, come il direttore Claudio Gubitosi, e dal prefetto di Salerno Francesco Esposito. La disponibilità di attività concrete ha confermato che la creatività può farsi strumento di educazione, offrendo ai ragazzi e alle famiglie occasioni originali per confrontarsi su questioni complesse.
Il contributo della scuola all’inclusione sociale e scolastica
Durante un momento istituzionale in sala verde, la prefetto Forte e la vice prefetto Corsaro hanno incontrato i ragazzi di giffoni impact e diversi docenti coinvolti in progetti fami. In particolare, Maurizio Italiano e Francesco Maviglia dell’istituto comprensivo Mario La Cava di Bovalino hanno illustrato un progetto dedicato all’inclusione scolastica, portato avanti in 28 scuole della Calabria. Questo progetto affronta temi come l’integrazione, la prevenzione della dispersione scolastica e l’inclusione sociale, coinvolgendo attivamente studenti, famiglie e comunità.
Parole di Maurizio Italiano
Il professor Italiano ha spiegato che l’obiettivo principale è realizzare scuole davvero inclusive, dove ogni studente possa sentirsi parte integrante del gruppo. I laboratori hanno avuto un impatto positivo non solo sugli studenti ma anche sui genitori, che spesso svolgono il ruolo di mediatori culturali nel percorso di integrazione. L’impegno congiunto di scuole, terzo settore e comunità ha prodotto una rete educativa più solida e accogliente.
L’esperienza di Francesco Maviglia
Il professor Maviglia ha ricordato come molti studenti migranti arrivino spaesati e in cerca di un ambiente che li faccia sentire a casa. Perciò il progetto punta a costruire un contesto scolastico e sociale in cui possano inserirsi gradualmente, superando diffidenze e barriere. Anche lo sport è stato indicato come uno strumento concreto e accessibile per favorire relazioni, mostrando come il gioco possa diventare un terreno per superare distanze e pregiudizi.
Il ruolo della comunità ospitante e le prospettive per l’accoglienza
Nel corso dell’incontro, si è valorizzato l’apporto che la comunità ospitante offre nei percorsi di integrazione. Il professor Italiano ha insistito sul fatto che i progetti funzionano solo se coinvolgono anche ragazzi italiani. L’educazione all’accoglienza deve diventare parte del quotidiano per tutta la società, non solo per chi arriva da altri paesi. In questa direzione, il lavoro con le forze dell’ordine e con le associazioni del territorio si rivela essenziale per alimentare un clima di vera inclusività.
L’intervento della vice prefetto Maria Eleonora Corsaro
La vice prefetto Corsaro ha ricordato che l’inclusione comincia dalla prima infanzia e si sviluppa soprattutto nella scuola, dove vanno affrontate le difficoltà di chi fatica a integrarsi. Il fami ha finanziato 13 progetti in altrettante regioni italiane, pensati per sostenere chi è a rischio esclusione. Parte di questo lavoro riguarda anche la formazione di docenti, ai quali si offre una vera e propria “cassetta degli attrezzi” per affrontare le sfide educative senza improvvisazioni.
L’appuntamento a giffoni ha offerto così una testimonianza concreta di come la politica e la società possano incontrarsi per costruire un futuro segnato dall’accoglienza. La voce delle autorità e quella delle scuole si sono unite a quella dei giovani, nella speranza che questa alleanza produca un terreno fertile per una nuova cultura dell’inclusione, che passi attraverso il rispetto e la conoscenza reciproca.