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Il garante regionale vietato l’accesso alla rsa villa maria di cervinara, annunciata diffida formale

L’episodio che ha coinvolto Samuele Ciambriello, garante regionale per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, sta agitando il contesto delle strutture di accoglienza in provincia di Avellino. Negato l’ingresso a Villa Maria, una residenza sanitaria che ospita anche minori stranieri non accompagnati, il garante ha annunciato una diffida ufficiale alla direzione della rsa. Parallelamente, continuano le visite istituzionali nelle comunità e negli istituti penali per minori della zona, con un’attenzione costante alla condizione di chi vive in questi spazi.

Il diniego di accesso a villa maria e la funzione di controllo del garante regionale

Samuele Ciambriello ha spiegato di svolgere un ruolo di terzietà, fondamentale per osservare se nelle strutture come Villa Maria si rispettano diritti e dignità delle persone accolte. Il rifiuto di farlo entrare nella rsa ha rappresentato un fatto grave: gli è stato detto che “oggi non è giornata di visite”, chiara motivazione alla base del diniego, avvenuto a Cervinara in provincia di Avellino.

Il garante non si occupa di visite di cortesia o di piacere, ma di monitoraggi mirati, necessari per accertare che gli ospiti, compresi i minori stranieri non accompagnati, non siano soggetti a trattamenti inappropriati o privazioni di diritti. Così ha deciso di inviare una diffida formale alla direzione della struttura. La comunicazione sarà inviata in copia anche alla Prefettura, alla Regione Campania e all’ASL territoriale, segnalando la questione ai livelli istituzionali competenti.

La diffida rappresenta un passo ufficiale per sollecitare un confronto e una verifica puntuale, in vista di ulteriori azioni di tutela. Questa situazione evidenzia le difficoltà nel garantire trasparenza e accessi per chi scruta dall’esterno la realtà di spazi chiusi, spesso con implicazioni delicate sul piano della tutela dei diritti umani.

Visite istituzionali negli altri centri di accoglienza e l’impegno per i minori

Durante lo stesso periodo, Ciambriello e il suo staff hanno effettuato una visita alla comunità educativa per minori stranieri gestita dalla cooperativa Unika, ancora a Cervinara. Questo centro accoglie ragazzi stranieri non accompagnati, offrendo loro un ambiente protetto, ma sotto stretto monitoraggio degli organi competenti. La presenza del garante si è confermata parte dell’attività di sorveglianza e accompagnamento istituzionale.

L’attenzione sul tema dei minori continua anche ad Airola, in provincia di Benevento, dove il garante ha visitato l’istituto penale per minorenni. Qui si trovano 26 giovani detenuti, sottoposti a misure di restrizione della libertà. Il legame umano si è rafforzato grazie a un gesto concreto: un biliardino, donato da una benefattrice, è stato consegnato ai ragazzi per favorire momenti di socialità e svago in condizioni di detenzione.

La visita prosegue con la direttrice dell’istituto, Eleonora Cinque, all’interno di un laboratorio di pasticceria dove lavorano dieci di questi giovani. L’attività occupazionale rappresenta un importante canale di recupero e formazione, consentendo ai ragazzi di acquisire competenze in un contesto controllato. Queste visite sottolineano il ruolo centrale del garante, che segue da vicino i luoghi dove si esercitano forme di limitazione della libertà individuale, con un occhio particolare ai più fragili.

Il ruolo del garante regionale e le sfide nel controllo delle strutture di accoglienza

Il garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive è chiamato a verificare che i diritti fondamentali vengano rispettati in tutti i contesti dove la libertà personale viene limitata. Questo comprende carceri, istituti penali per minori, residenze sanitarie assistenziali e comunità di accoglienza per minori stranieri.

Non è facile, però, ottenere pieno accesso a tutte le strutture. I controlli spesso scontrano ostacoli burocratici o resistenze delle direzioni. Il caso di Villa Maria, con il rifiuto di ingresso basato sulla motivazione della “giornata non dedicata alle visite”, mette in evidenza le difficoltà concrete nell’esercitare questo controllo di tutela.

In questa situazione, l’uso degli strumenti formali come la diffida diventa fondamentale per rendere trasparente la condizione delle strutture e per coinvolgere gli enti responsabili della supervisione. Contemporaneamente, il garante continua a visitare i luoghi disponibili, mantenendo un rapporto diretto con chi vive condizioni restrittive.

Attenzione ai diritti e alla dignità dei più fragili

Questo lavoro di presenza sul territorio e di intervento puntuale mattina l’attenzione sull’importanza di garantire dignità e rispetto dei diritti, soprattutto per i soggetti più vulnerabili. Continueranno quindi gli accessi e i monitoraggi, senza mollare la presa nemmeno davanti agli ostacoli.

Monica Ghilocci

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