il festival BOP – Beats of Pompeii – torna a portare la musica tra le rovine dell’antica città campana. dopo le prime tre date con artisti come Gianna Nannini, Dream Theater e Jean-Michel Jarre, il cartellone prevede altri tre concerti di rilievo. l’anfiteatro di Pompei, celebre per la sua conservazione quasi intatta e per essere il più antico al mondo, accoglierà gli spettacoli di Antonello Venditti, Stefano Bollani e Ben Harper, tutti artisti di fama nazionale e internazionale.
il 12 luglio Antonello Venditti si è esibito di fronte a un pubblico sold out, proponendo un repertorio che ripercorre alcune delle tappe più importanti della sua carriera. questa data assume un valore particolare perché collocata proprio nell’anfiteatro di Pompei, teatro di eventi storici e da sempre luogo ricco di suggestioni culturali. Venditti ha concentrato l’attenzione soprattutto sull’album Cuore del 1984, recentemente tornato disponibile in versione rimasterizzata che include l’inedito Di’ una parola. la serata è stata un viaggio nella musica italiana degli ultimi quattro decenni, con brani amati e riconosciuti da più generazioni.
il concerto ha visto una scenografia sobria, che ha messo in risalto la bellezza del luogo e la potenza delle canzoni. venditti ha raccontato aneddoti e storie legate ai pezzi interpretati, sottolineando il legame con il pubblico in un contesto mozzafiato. la performance si è dipanata tra emozioni e ricordi, regalando una serata sentita, dentro e fuori dal palco. l’anfiteatro, con la sua acustica naturale, ha esaltato gli effetti della musica, risvegliando gli antichi marmi di pietra con note che riecheggiano nella storia.
due giorni più tardi, il 14 luglio, Stefano Bollani ha portato a Pompei un progetto musicale inedito, intrecciando il jazz con sonorità diverse grazie a un quintetto di grande livello tecnico e creativo. con lui sul palco c’erano Jeff Ballard, batterista noto per la collaborazione con Brad Mehldau, Larry Grenadier al contrabbasso, Vincent Peirani alla fisarmonica e Mauro Refosco alle percussioni. questa formazione ha proposto un repertorio originale, frutto di improvvisazioni calibrate e dialoghi strumentali profondi.
l’evento ha mostrato come la musica jazz possa fondersi con altri linguaggi, ampliando le possibilità espressive pur rimanendo ancorata a ritmi e melodie ben riconoscibili. bollani ha guidato il gruppo con energia e precisione, adattandosi all’ambiente storico e sfruttando l’acustica dell’anfiteatro per creare atmosfere ricche di sfumature. il pubblico ha seguito con attenzione il susseguirsi dei brani, coinvolto dall’intensità e dalla novità proposta.
la scelta di portare un progetto così particolare a Pompei testimonia la volontà del festival di coniugare stili diversi, offrendo spettacoli esclusivi e momenti di ascolto unici nel loro genere. il contributo di artisti internazionali affermati al fianco di uno dei nomi più noti del jazz italiano ha rappresentato un’occasione per conoscere sonorità insolite immerse in un contesto archeologico incomparabile.
il 15 luglio si è chiusa la serie di appuntamenti estivi del festival con il concerto di Ben Harper e gli Innocent Criminals. l’artista californiano, vincitore di tre premi Grammy, è tornato in Campania dopo oltre due decenni. il suo spettacolo ha alternato brani che mescolano blues, rock e soul, accompagnati da un forte impegno sociale evocato attraverso i testi e la presenza scenica.
Harper ha coinvolto la platea con una performance intensa e diretta, mettendo al centro la musica e il messaggio che da sempre porta nei suoi concerti. la presenza degli Innocent Criminals ha aggiunto una dimensione corale e ritmica, amplificando l’energia in un ambiente unico come l’anfiteatro di Pompei. la serata non è passata inosservata, richiamando appassionati da varie parti d’Italia e creando un’atmosfera di condivisione e partecipazione.
il direttore artistico del festival, Peppe Gomez, ha ricordato l’importanza di mantenere aperto il dialogo tra musica e archeologia. proprio da questo legame nasce BOP, ispirato dall’esempio storico dei Pink Floyd, che nel 1971 tennero un concerto leggendario proprio a Pompei. il festival prosegue fino a settembre con altri concerti programmati in uno scenario patrimonio Unesco, confermando una proposta musicale che va oltre il semplice evento e diventa racconto di memorie e culture diverse.
BOP continua così a mettere in scena spettacoli dentro un patrimonio che non ha eguali, svelando il volto contemporaneo di Pompei attraverso note, strumenti e voci che si fanno sentire oltre l’arco dei millenni.
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