Nel 2024 il territorio ciociaro ha registrato un aumento degli occupati rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 175mila tra dipendenti e lavoratori autonomi. Questo dato emerge dal dossier sulla situazione del lavoro nel Lazio, curato dalla Uil del Lazio insieme all’Istituto Eures, presentato durante la tappa romana della Carovana Uil. Le dinamiche dell’occupazione si rivelano però complesse, con segnali di miglioramento numerico che convivono con problemi legati alla precarietà e alle differenze salariali, in particolare riguardo al genere e al tipo di contratto.
Qualità del lavoro: forti segnali di precarietà e disparità salariali nel privato
Il dossier mette in luce non solo le quantità, ma anche la qualità dell’occupazione. Nel Lazio, tra il 2019 e il 2023, la crescita del lavoro dipendente si accompagna a un aumento dei contratti precari, una conferma anche per la Ciociaria. Questa tendenza porta a condizioni lavorative instabili, con molte figure impiegate con contratti a termine o part time involontario.
Il lavoro a tempo parziale, spesso non scelto, può nascondere situazioni di lavoro sommerso o irregolare. Nel 2023, in tutta la regione, circa 620mila dipendenti privati lavoravano part time, il 35% del totale. In provincia di Frosinone questa percentuale è leggermente inferiore, al 33%, con quasi 37mila lavoratori coinvolti. La differenza salariale tra chi lavora a tempo pieno e chi è part time è netta: il reddito annuo medio per i lavoratori a tempo pieno è di 25.293 euro, mentre scende a 10.271 euro per chi ha contratti a orario ridotto.
Disparità di genere nelle retribuzioni
Le donne risultano particolarmente svantaggiate. Secondo Tarquini, quasi 24mila lavoratrici ciociare che svolgono lavori part time hanno guadagnato meno di 10mila euro nel 2023, esattamente 9.950 euro in media, contro i 10.861 euro degli uomini nelle stesse condizioni. Anche fra chi lavora a tempo pieno permangono differenze sostanziali: gli uomini guadagnano in media 26.141 euro, le donne 22.654 euro. Questi dati indicano uno squilibrio marcato nelle retribuzioni, che incidono sulla capacità economica delle famiglie e sui livelli di povertà.
Trend occupazionali nel territorio ciociaro: numeri in aumento ma con disparita di genere
Nel 2024 gli occupati in provincia di Frosinone hanno superato i 175mila, segnando una crescita di 6mila persone rispetto all’anno precedente. Il saldo positivo interessa sia i dipendenti sia i lavoratori indipendenti. Le donne rappresentano 70mila degli occupati, mentre gli uomini sono oltre 105mila. Il numero di persone inattive è rimasto stabile rispetto al 2023, intorno alle 111mila unità. La differenza tra i sessi all’interno della quota degli inattivi resta significativa: più donne rispetto agli uomini non sono impegnate in attività lavorative.
La segretaria generale della Uil di Frosinone, Anita Tarquini, ha evidenziato come, nonostante un leggero calo, il numero delle donne inattive resti molto alto. I dati segnalano una situazione che richiede attenzione, perché mantenere così tante persone fuori dal mercato del lavoro limita lo sviluppo socio-economico del territorio.
Contratti atipici e dinamiche di flusso: la prevalenza del lavoro a termine nella provincia
I dati Inps del 2024, ripresi nel dossier, confermano che in provincia di Frosinone la maggior parte delle assunzioni continua a essere legata a forme di lavoro atipico. Su un totale di 45.600 nuove attivazioni contrattuali, quasi 35.500 sono state contratti a termine o con modalità flessibili. I rapporti di lavoro stabili sono stati appena poco più di 10mila.
Questa situazione riflette una realtà di impiego precario, dove molte persone ottengono contratti brevi, spesso legati a stagioni o esigenze temporanee del mercato. I lavoratori restano in una condizione di incertezza, sia per la durata limitata del contratto sia per l’assenza di garanzie economiche o sociali.
Impatto sociale della precarietà
La segretaria della Uil di Frosinone ha ribadito che la precarietà rappresenta una costante ormai consolidata, con ricadute sia sul benessere economico degli individui sia sulla sostenibilità sociale dell’intero territorio. La stagione estiva, che coinvolge anche la Ciociaria, porta a un aumento di queste forme contrattuali brevi, rendendo difficile programmare un percorso lavorativo stabile per molti.
Le cifre rivelano come il settore privato, seppure in lieve espansione, rimanga segnato da instabilità e salari differenziati, elementi che richiedono attenzione per evitare che il lavoro precario diventi l’unica strada per molte famiglie ciociare.