Il recente accordo firmato a Roma segna un passaggio importante per il lavoro nel settore terziario italiano. Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale Intersettoriale di Lavoro , sottoscritto da varie associazioni datoriali e sindacali, cerca di rinnovare le relazioni sindacali e le condizioni di lavoro in ambiti come commercio, servizi, turismo, pubblici esercizi e ICT. Questo documento racchiude molte innovazioni pensate per tutelare i lavoratori mantenendo il passo con le richieste del mercato contemporaneo.
Nei giorni scorsi, nella sede della Confsal a Roma, è stato siglato il Contratto Collettivo Nazionale Intersettoriale di Lavoro dedicato al comparto terziario. La firma ha raccolto un ampio gruppo di partecipanti, tra cui l’UAI – Unione Artigiani Italiani e delle Piccole e Medie Imprese e della sua federazione UTCS , insieme a organizzazioni come UNSIC, FENAPI, ASSOLAV, UNIPA Italia, IMPRENDITORITALIA, AEPI, CNL, AMPI e CDO.
La partecipazione attiva di figure di rilievo ha rafforzato la valenza dell’accordo. Giuseppe Zannetti, dirigente generale dell’UAI, e Salvatore Parise, rappresentante della UTCS, hanno rappresentato le loro associazioni durante la firma. La loro presenza indica un impegno condiviso verso la creazione di un ambiente di lavoro più equilibrato e proiettato al futuro. La scelta stessa delle organizzazioni firmatarie garantisce rappresentatività e inclusività per un settore variegato e fondamentale per l’economia italiana.
Tra le novità più significative emergono istituti pensati per mettere il lavoratore al centro, bilanciando domanda e offerta di lavoro in modo più umano. Il contratto introduce il preavviso attivo: questo consente a lavoratori e aziende di affrontare i cambiamenti di rapporto lavorativo con tempi e informazioni adeguate, riducendo incertezze e problemi legati ai passaggi occupazionali.
Altri aspetti riguardano indennità specifiche che valorizzano ruoli delicati – come l’indennità di qualificazione e quella per il preposto – riconoscendo competenze e responsabilità particolari. Sul fronte della sicurezza, il contratto si adegua al decreto legislativo 81/08, puntando su una prevenzione partecipata: tutti gli attori aziendali sono chiamati a collaborare per ridurre incidenti e malattie professionali. Le disposizioni sulla formazione del preposto ricevono particolare attenzione, con programmi chiari e approfonditi.
Infine, si segnala il sostegno al welfare aziendale, la promozione della parità di genere, e la spinta verso digitalizzazione e intelligenza artificiale. L’accordo suggerisce politiche aziendali orientate al benessere dei dipendenti e all’adeguamento alle tecnologie emergenti, elementi ormai centrali per la competitività sul mercato.
Il CCNIL poggia molto sulla formazione continua, vista come un’opportunità concreta per i lavoratori e le imprese. Non è più un onere, ma un percorso di aggiornamento costante per rispondere alle nuove esigenze professionali. La crescita delle competenze diventa così un elemento chiave per mantenere il passo con i cambiamenti tecnologici e organizzativi tipici del settore terziario.
Questo aspetto si riflette anche nelle figure professionali che il contratto mette in evidenza, molte delle quali sono legate alle nuove tecnologie digitali e all’intelligenza artificiale. La presenza di ruoli come machine learning specialist o data engineer indica la volontà di preparare i lavoratori ad ambienti di lavoro moderni e a sfide competitive sempre più complesse.
In sintesi, la formazione continua non si limita a migliorare la produttività aziendale, ma sostiene la resilienza di persone impegnate su mercati in rapido mutamento, garantendo un equilibrio tra domanda professionale e opportunità occupazionali.
Il CCNIL adottato dal terziario italiano è unico nel suo genere perché integra sotto un solo contratto cinque ambiti essenziali: commercio, servizi, turismo, pubblici esercizi e ICT. Questa scelta facilita la gestione del lavoro in realtà diffuse e spesso interconnesse, offrendo regole uniformi e tutele condivise.
Salvatore Parise della UTCS ha spiegato come questo approccio ridisegni la contrattazione nel terziario. Il contratto fissa nuove soglie salariali minime e introduce tutele finalizzate a sostenere i lavoratori nelle fasi di uscita e ricollocazione. Sono previste protezioni in materia di welfare, che aiutano a mantenere un’attenzione particolare alla salute e al benessere.
Il documento mira a coniugare coesione sociale e competitività, offrendo alle imprese strumenti operativi e ai lavoratori più sicurezza. Non si limita a norme standard, ma pone attenzione alla digitalizzazione emergente come driver di sviluppo e innovazione.
Durante la cerimonia di firma, il segretario generale di Confsal, Raffaele Margiotta, ha sottolineato l’urgenza di un cambiamento concreto nel sistema contrattuale nazionale. Il CCNIL viene presentato come un esempio di come riforme mirate possano mettere al centro le esigenze di lavoratori e imprese, offrendo risposte più aderenti alla realtà di oggi.
Margiotta ha evidenziato il valore di questo percorso come risposta alla domanda di modernizzare secondo criteri di equità e sostenibilità. Il documento può rappresentare un modello di riferimento per altri comparti e contribuire a rilanciare le relazioni industriali e sindacali nel paese.
L’atto di firma del CCNIL apre dunque un capitolo che potrebbe segnare una svolta nella gestione del lavoro nel terziario, anticipando sfide e definendo nuove strade per adattarsi ai cambiamenti strutturali del lavoro in Italia.
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