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Processo d’appello bis per la morte di serena mollicone riparte a roma il 22 ottobre 2025

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Il caso di Serena Mollicone torna sotto i riflettori con la riapertura a Roma del processo d’appello bis, fissato per il 22 ottobre 2025. Il nome della giovane, trovata senza vita nel giugno del 2001 in un bosco vicino ad Arce, in provincia di Frosinone, continua a essere al centro di una vicenda giudiziaria complessa e seguita da tutta Italia. Dopo l’annullamento della sentenza di assoluzione da parte della Corte di Cassazione, il nuovo procedimento vuole fare chiarezza sulle responsabilità dietro quell’omicidio che ha sconvolto l’opinione pubblica.

Il contesto del caso mollicone e le accuse principali

Serena Mollicone, 18 anni all’epoca dei fatti, fu rinvenuta morta il 3 giugno 2001 in un bosco a pochi chilometri da Arce. Le circostanze del suo decesso sono state oggetto di dispute e controversie fino a oggi. Il cadavere mostrava segni di violenza: mani e piedi legati, bocca coperta da un sacchetto e un grave trauma cranico.

L’accusa punta il dito su Marco Mottola e i suoi genitori, Franco e Anna Maria, quest’ultimo ex comandante della compagnia dei carabinieri di Arce. La tesi degli inquirenti sostiene che Serena morì all’interno della caserma durante una lite culminata in un colpo violento alla testa. Successivamente il corpo sarebbe stato occultato nel bosco, nella zona dove venne poi trovato. Questi elementi costituiscono la base dell’imputazione, anche se la dinamica precisa resta controversa.

Il ruolo attribuito ai Mottola ha acceso il dibattito, viste le posizioni di potere e l’apparente coinvolgimento in un’omertà duratura intorno alla vicenda. L’attenzione dei media e della società ha mantenuto vivo l’interesse per un processo che si è rivelato lungo e complicato.

La sentenza di appello 2023 e l’intervento della corte di cassazione

Nel 2023 il tribunale ha emesso una sentenza che ha assolto tutti gli imputati, lasciando molte persone sorprese, soprattutto la famiglia della vittima. I giudici avevano definito insufficiente la prova diretta per attribuire colpe ai Mottola, ritenendo che non fosse stata dimostrata la loro partecipazione al delitto.

Questa decisione non è però rimasta definitiva. A marzo 2025, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di appello, evidenziando come il giudizio fosse basato su motivazioni «carenti e contraddittorie». Il supremo collegio giudiziario ha sottolineato la presenza di troppe incongruenze e punti oscuri mai risolti nel processo precedente. Tra queste, mancano risposte esaustive sulle fasi dell’omicidio e sulle prove tecniche.

L’annullamento ha riaperto la causa, richiedendo un nuovo esame con una sezione diversa di magistrati pronti a rivedere ogni elemento del caso senza pregiudizi. Questa decisione ha dato nuova speranza a chi cerca giustizia e rinnova il peso mediatico attorno al procedimento, attirando attenzione anche fuori dai confini provinciali.

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La nuova fase processuale e le aspettative della famiglia mollicone

Con il processo d’appello bis che comincerà nella capitale, la famiglia Mollicone si prepara a un’altra battaglia giudiziaria, lunga e difficile. Consuelo, sorella di Serena, ha ribadito pubblicamente che «la ricerca della verità non si fermerà fino a che la giustizia non sarà fatta». Lo stato emotivo è fatto di attesa e dolore, ma anche di determinazione a non lasciar cadere nel silenzio questa vicenda.

Il nuovo corso stabilisce il ripensamento di tutte le prove, le testimonianze e le dichiarazioni raccolte, con la possibilità di integrare nuove analisi e perizie. Il pubblico segue con interesse ogni mossa, vedendo in questo processo una speranza di risposta definitiva per uno dei misteri più complessi della cronaca italiana recente.

Lo sviluppo della causa metterà sotto esame non soltanto le responsabilità dirette, ma anche eventuali meccanismi di copertura o depistaggio che potrebbero essere emersi nel corso degli anni. Il procedimento resta al centro di un dibattito intenso che tocca aspetti sociali e istituzionali legati alla fiducia nella giustizia.

Molti osservatori attendono con attenzione il verdetto che potrebbe segnare un punto decisivo nella lunga storia di questo caso e chiarire, finalmente, quanto accadde in quella tragica sera di giugno 2001.

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