Un nuovo filone di indagine della guardia di finanza di Avellino ha portato all’esecuzione di sette misure cautelari nei confronti di presunti capi di un’organizzazione criminale con base a Solofra e ramificazioni in tutta Italia. L’organizzazione, operante nel settore della lavorazione delle pelli, è accusata di riciclaggio di profitti provenienti da frode fiscale. Questi provvedimenti si aggiungono a quelli già emessi nel giugno 2023 che avevano visto coinvolte diverse altre persone con misure restrittive di vario tipo.
Le indagini e i primi arresti di giugno 2023
Le prime mosse giudiziarie risalgono allo scorso giugno, quando, a seguito di un’indagine coordinata dal procuratore Domenico Airoma, vennero eseguite dodici ordinanze di custodia in carcere, due agli arresti domiciliari e cinque interdizioni dall’esercizio di pubblici uffici e servizi. Queste misure miravano a interrompere un sistema fraudolento che aggirava il fisco attraverso l’emissione e la ricezione di fatture false. Le aziende coinvolte operavano non solo nel settore conciario ma anche in quello della consulenza informatica, dimostrando un circuito di operazioni fittizie utili a giustificare trasferimenti di somme ingenti.
Operazioni finanziarie di decine di milioni e documenti falsi
L’attività investigativa ha rivelato movimentazioni di denaro per un valore complessivo vicino ai 60 milioni di euro, tutte mascherate da fatture inesistenti. Queste fatture falsificate servivano a creare un’apparente attività commerciale reale, nascondendo guadagni illeciti ottenuti tramite evasione fiscale. Le imprese coinvolte strumentalizzate per queste operazioni erano riconducibili alla stessa rete criminale con sedi nel napoletano ma con ramificazioni a livello nazionale. Molti di questi documenti risalivano a transazioni inesistenti, ma sufficienti a camuffare i trasferimenti di fondi.
Sequestro di beni e patrimonio accumulato con i proventi illeciti
Tra gli esiti più rilevanti spicca il sequestro preventivo di un patrimonio che supera i 19 milioni di euro. I beni oggetto di confisca comprendono denaro contante, immobili di pregio, oggetti di valore come orologi di marca e persino armi. Questo patrimonio, accumulato dai soggetti coinvolti attraverso il riciclaggio di denaro derivante dalla frode fiscale, testimonia la dimensione economica dell’associazione a delinquere. La guardia di finanza ha documentato attentamente gli investimenti fatti grazie ai proventi illeciti, evidenziando come il denaro fosse reintrodotto nel circuito legale tramite l’acquisto di beni materiali di valore.
Controllo territoriale e impatto sull’economia locale
L’inchiesta ha assunto particolare rilievo proprio per il contesto territoriale di Solofra, noto distretto della lavorazione delle pelli che rappresenta un polo importante nell’economia provinciale di Avellino. Il controllo esercitato dall’organizzazione criminale ha avuto ripercussioni significative anche sulla libera concorrenza nel mercato locale. Attraverso strutture imprenditoriali fittizie e stratagemmi finanziari, il gruppo ha potuto gestire un giro economico consistente, a discapito delle imprese oneste. Le indagini si concentrano ora sul modo in cui queste attività hanno influenzato anche altri settori limitrofi.
Le prospettive dell’indagine e i capi d’accusa a carico degli arrestati
I provvedimenti cautelari firmati dal gip del tribunale di Avellino sono il frutto della consolidata attività investigativa che punta ora a ricostruire completamente i rapporti tra i vari membri dell’associazione. Le accuse principali riguardano non solo il riciclaggio ma anche l’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e all’emissione di documentazione falsa. Le autorità giudiziarie intendono smantellare la rete criminale a tutti i livelli, dai maggiori gestori delle operazioni fino ai collaboratori che hanno agevolato i meccanismi fraudolenti.
La serie di azioni compiute dalla guardia di finanza di Avellino illumina un quadro complesso di legami tra imprese e movimenti di denaro non tracciabili. In questo scenario, l’importanza dell’attività di controllo e repressione emerge come un fatto concreto per contrastare fenomeni che danneggiano il tessuto economico e la legalità a livello locale e nazionale.