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A sabaudia torna “il parco e la commedia” con spettacoli gratuiti fino al 3 agosto

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La rassegna teatrale “Il parco e la commedia” entra quest’anno nella sua quattordicesima edizione, per un cartellone di spettacoli messi in scena nella suggestiva cavea del centro visitatori del parco nazionale del Circeo a Sabaudia. Fino al 3 agosto, il pubblico potrà assistere gratuitamente a una serie di eventi dove teatro, mito e storie contemporanee si intrecciano. Grazie al contributo di diverse attività locali, la manifestazione conferma la sua offerta culturale senza barriere d’ingresso.

Novità e temi della quattordicesima edizione

Questa edizione si presenta con novità significative. Sale sul palco la voce di Sergio Vespertino con uno spettacolo dedicato all’incontro di Ulisse con sé stesso. Arriva poi “Chi muore si rivede”, storia intensa ma anche ironica di amicizia e sfide umane, firmata da Francesco Stella. A completare il quadro la commedia brillante “Sali o scendo?”, che racconta con ironia e sentimento le complicazioni dell’amore e delle relazioni.

Il filo rosso di questa rassegna è la tensione tra mito e vissuto, tra ricordo e presente, tra leggerezza e profondità. Le rappresentazioni trattano temi che vanno dall’identità personale alla memoria storica, fino alla dinamica dei sentimenti umani. Lo spettatore viene invitato a seguire racconti che scavano nelle contraddizioni dell’animo e nelle sfide quotidiane, dispensando ironie e momenti poetici.

Il parco si trasforma così in una cornice ideale per riflettere, attraverso il teatro, su ciò che resta dell’esperienza personale e collettiva. Puntare su due elementi forti come il mito e le storie contemporanee rende la rassegna unica nel suo genere e particolarmente coinvolgente per chi assiste agli spettacoli all’aperto nella cavea.

“sali o scendo?”: il gioco teatrale tra ironia e malinconia

Il 24 luglio alle 21 si apre con “Sali o scendo?”, prima produzione della compagnia Citofonare Teatro, nata dalla collaborazione di attori con esperienze amatoriali diverse. Sul palco prendono vita equivoci, dialoghi brillanti e un racconto che coniuga leggerezza e malinconia. La vicenda ruota attorno a tre personaggi: Attilio, romantico in cerca del vero amore; Serena, alle prese con un passato difficile rappresentato dall’ex Paolo; e Tiziana, figura imprevedibile e vivace.

Il tutto si svolge davanti a un portone, una sorta di simbolo per le scelte complicate legate agli affetti. Lo spettacolo riesce a trasmettere la complessità delle relazioni umane senza forzature, mantenendo un ritmo dinamico e incalzante. Attraverso dialoghi serrati, si affrontano temi quali il dubbio, la speranza, la paura dell’abbandono. La regia di Alessandro Cianfanelli fa emergere la forza della drammaturgia, in cui il teatro diventa strumento di confronto e verità.

I protagonisti raccontano l’amore con i suoi paradossi: “restare o andare, fidarsi o diffidare, sperare o rassegnarsi”. Il pubblico si ritrova coinvolto da una narrazione semplice ma efficace, che prende spunto dal quotidiano per sollevare domande universali. La pièce mostra come il gioco teatrale possa mettere a nudo i sentimenti senza perdere il sorriso.

La formula vincente e il sostegno del territorio

Da anni “Il parco e la commedia” rappresenta un appuntamento fisso per gli abitanti del Circeo e i numerosi visitatori estivi. L’evento si distingue per la gratuità dell’ingresso, una scelta che mantiene da sempre, possibile grazie al sostegno economico di realtà produttive del territorio che rinnovano con entusiasmo il loro apporto. Questa intesa tra organizzatori e commercianti locali ha permesso di allestire un programma consistente: ben sedici serate con diverse forme di spettacolo. La cavea nel centro visitatori è ormai un palcoscenico noto e apprezzato, come dimostrano le serate inaugurali con il tutto esaurito. Il successo conferma che “la cultura può rappresentare un luogo di incontro e condivisione, accessibile a chiunque senza alcun ostacolo economico”.

Questa iniziativa si inserisce inoltre in un contesto più ampio di valorizzazione del parco nazionale del Circeo, che non è solo patrimonio naturalistico ma anche luogo di eventi culturali. Il coinvolgimento di compagnie teatrali, autori e musicisti arricchisce il territorio, contribuendo a creare una rete virtuosa fatta di arte e natura. L’ingresso gratuito favorisce un pubblico variegato, che dalle famiglie ai giovani appassionati partecipa alle serate in un’atmosfera rilassata e aperta.

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“chi muore si rivede”: una commedia di amicizia, dolore e umanità

Il 25 luglio la rassegna cambia tono con “Chi muore si rivede”, uno spettacolo nato dalla penna e voce di Francesco Stella, affiancato da Giuliano Calandra e diretto da Nicola Pistoia. Da anni in tournée in tutta Italia, questa commedia ha conquistato anche la Top 20 teatrale del 2018 secondo la rivista Media & Sipario. La trama segue due operatori funebri, amici e rivali, alle prese con una giornata fuori programma immersi nella campagna senza benzina e con un funerale da gestire.

Tra battute pungenti e gag, lo spettacolo riesce a combinare risate con momenti di riflessione profonda sulla vita e sulla morte. I due protagonisti si sfidano in un duello continuo fatto di ironia e complicità, rievocando episodi passati e condividendo paure e speranze. Il testo esplora la tensione tra comico e tragico, affermando che “la vita si affronta anche con il sorriso, nonostante il dolore”.

Il confronto tra i personaggi ricorda la storica rivalità tra Coppi e Bartali, una lotta fatta di amore e competizione. Al tempo stesso, mette in scena i sentimenti che legano due persone che si conoscono a fondo e affrontano insieme situazioni complesse. “Chi muore si rivede” offre così una prospettiva nuova sul rapporto con la fine della vita, abbattendo tabù attraverso un linguaggio accessibile e coinvolgente.

Il mito di Ulisse rivive in scena il 26 luglio

Sabato 26 sarà la volta di “Ulisse incontra Ulisse”, spettacolo scritto da Beatrice Monroy e interpretato da Sergio Vespertino, con musiche di Virginia Maiorana e produzione di Agricantus di Palermo. Il racconto porta sul palco un Ulisse trasformato dal viaggio, che si confronta con l’ombra di sé stesso. Non più solo eroe, ma reduce segnato dalla guerra e dalla solitudine.

La narrazione inizia quando Ulisse raggiunge la corte dei Feaci, desideroso solo di tornare a casa. Racconta sé stesso come “Odio”, accumulando storie di battaglie e sofferenze, mentre affronta il percorso di purificazione necessario per riavvicinarsi al mondo. Circe, la maga, lo accompagna tra sirene, ciclopi e venti contrari, in un viaggio verso la consapevolezza e l’identità ritrovata.

Il testo rivisita il mito cercando l’essenza umana dietro l’eroe, soffermandosi sul trauma e la fatica del ritorno. Nel finale, Ulisse appare sempre più lontano, quasi un punto all’orizzonte, una vela che si perde nell’infinito del mare. Telemaco, figlio di Ulisse, osserva e racconta la storia di “Nessuno”, un uomo senza nome e in continua ricerca.

Questa rappresentazione sottolinea l’universalità del viaggio di Ulisse, simbolo della ricerca umana di senso e di casa. Si mette in luce il passaggio da guerriero a uomo bisognoso di ricomporre le ferite dell’anima. L’esperienza di Ulisse diventa così specchio di una condizione condivisa, narrata in modo poetico e coinvolgente sotto il cielo di Sabaudia.

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