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cinque posizioni diverse nella maggioranza di Ferentino sulla mozione per il riconoscimento dello stato di Palestina

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La seduta del consiglio comunale di Ferentino, svoltasi il 31 luglio 2025, ha visto grandi divisioni all’interno della maggioranza sul tema caldo del riconoscimento dello stato di Palestina e sulla condanna delle violazioni nella striscia di Gaza. La discussione si è trasformata in uno scontro politico intenso, con comportamenti diversi tra i consiglieri e una votazione che ha evidenziato una spaccatura profonda nella maggioranza. L’importanza dell’argomento e l’urgenza della mozione proposta dal consigliere Gianni Bernardini non sono bastate a garantire un fronte unito.

Comportamenti divergenti della maggioranza durante la seduta consiliare

Durante la seduta di ieri, la maggioranza che sostiene l’amministrazione Fiorletta non ha mantenuto una linea coerente rispetto alla mozione per denunciare le violazioni nella striscia di Gaza e per chiedere il riconoscimento dello Stato di Palestina. Sono emerse ben cinque posizioni differenti. Alcuni consiglieri hanno scelto di uscire dall’aula prima che iniziasse il dibattito, altri hanno abbandonato la sala nel momento stesso della votazione, creando un serio rischio per la validità della seduta.

Il fatto che fosse a rischio il numero legale ha aumentato la tensione politica nell’aula. Tra chi è restato, alcuni hanno votato a favore della mozione, altri contro, altri ancora hanno preferito astenersi. Questa confusione e la mancanza di una posizione chiara hanno contribuito a definire la seduta come uno “spettacolo indecoroso”, soprattutto considerando il grave tema in discussione. La mozione, infatti, chiedeva un appello formale al governo italiano per condannare le violazioni del diritto internazionale nella striscia di Gaza e per il riconoscimento dello Stato di Palestina, un tema delicato e molto sentito a livello internazionale.

Il ruolo della maggioranza nella crisi politica

La posizione dei consiglieri di minoranza e il loro ruolo nel consiglio

I consiglieri di minoranza, rappresentati da Alfonso Musa, Giancarlo Lanzi, Fabio Magliocchetti e Antonio Pompeo, hanno espresso una nota che mette in luce il loro impegno a favore della discussione della mozione. Hanno votato a favore dell’anticipazione del punto all’ordine del giorno per assicurarsi che la mozione fosse discussa nella seduta del 31 luglio. Senza questo voto, la richiesta non sarebbe stata affrontata in quella data.

Il gruppo di minoranza ha ribadito la rilevanza e l’urgenza del riconoscimento dello Stato di Palestina, ricordando che ormai il 75% degli stati nel mondo ha già riconosciuto tale realtà. Hanno citato anche importanti paesi come Francia, Regno Unito, Canada e Germania che stanno procedendo in tal senso. A loro avviso la maggioranza ha dimostrato incapacità nel trovare una sintesi e un consenso unanime. Questo è emerso chiaramente dopo la sospensione del consiglio, richiesta proprio dalla maggioranza nel tentativo di superare le divisioni interne.

L’assenza di un fronte unitario tra gli elettori della maggioranza ha fatto cadere la possibilità di una pronuncia all’unanimità, la cui forza simbolica avrebbe dato più peso alla posizione del consiglio comunale di Ferentino. Per i consiglieri di minoranza, invece, questa discussione avrebbe dovuto rappresentare un momento di compattezza delle istituzioni locali su un tema morale e politico.

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Dichiarazioni dei consiglieri di minoranza

L’astensione della minoranza e le riflessioni finali sulla seduta

Nonostante il sostegno ideale all’obiettivo della mozione, i consiglieri di minoranza hanno scelto di astenersi durante la votazione, sottolineando così il loro distacco dalla condotta disorganizzata della maggioranza. Ritengono inutile una mozione priva del consenso unanime, elemento che considerano essenziale per dare un peso vero all’impegno del consiglio comunale.

Il gruppo ha ribadito la condanna delle azioni belliche che stanno causando una crisi umanitaria a Gaza e ha ricordato le posizioni degli esponenti più alti dello Stato come il presidente della repubblica Sergio Mattarella e di figure religiose di spicco come papa Leone XIV. Le loro dichiarazioni avevano messo in evidenza la gravità della situazione e la necessità di intervenire sul piano internazionale.

La seduta di Ferentino ha così mostrato una frammentazione evidente dentro la maggioranza, che ha reso vano qualsiasi tentativo di dare un messaggio forte e unitario su un tema di portata internazionale e di grande impatto simbolico e morale.

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