La polizia locale di Terracina ha bloccato un intervento non autorizzato su un terreno lungo la strada provinciale Badino, vicino a Riva del Sisto. L’area oggetto del sequestro misura circa 800 metri quadrati ed è stata suddivisa in due lotti separati dove erano in corso operazioni di livellamento del terreno e deposito di materiali inerti. L’intervento è stato scoperto durante un controllo mirato, viste le restrizioni poste dal vincolo PAI che tutela la sicurezza idrogeologica del territorio.
Il contesto normativo e l’importanza del vincolo PAI
Il vincolo PAI nasce per proteggere aree a rischio idrogeologico, con l’obiettivo di prevenire danni dovuti a esondazioni, frane e alluvioni. Ogni intervento che modifichi il territorio in queste zone deve passare attraverso una rigorosa autorizzazione che valuta l’impatto ambientale. Il DPR 380/2001 regola gli interventi edilizi in tutto il paese, stabilendo limiti precisi su come e dove si possono fare costruzioni o modifiche del suolo.
Nel caso di Terracina, le azioni svolte senza permesso mettono a rischio la stabilità della zona e rappresentano una violazione grave. Lo sappiamo: le autorità sono molto attente a sanzionare questo tipo di abusi perché si tratta di proteggere la sicurezza dei cittadini e il territorio.
Le caratteristiche dell’intervento e le irregolarità riscontrate
Il terreno interessato si presentava già diviso in due sub lotti, ognuno con un’estensione differente, rispettivamente di dimensioni non comunicate ufficialmente ma riferibili al complessivo 800 metri quadrati. Su ciascun lotto erano state scavate due fosse biologiche, indicazione di preparativi per strutture abitative o agricole. C’era inoltre la predisposizione per l’impianto idrico ed elettrico, segno che i lavori erano già ben avviati e progettati.
Questa sistemazione risulta problematica perché l’area cade in una zona sottoposta a vincolo PAI . Quest’ultimo limita fortemente qualunque modifica del suolo per tutelare rischi legati a frane o alluvioni. Le regole sono chiare, il DPR 380/2001 impone divieti precisi sulle opere in queste aree. In questo caso il livellamento, il deposito di materiale inerte e le fosse biologiche sono interventi non autorizzati e contrari alle normative vigenti.
L’intervento della polizia locale e le conseguenze legali
Il sequestro è avvenuto grazie all’intervento della polizia locale di Terracina che ha rilevato la presenza di opere abusive. Le forze dell’ordine hanno accertato che i lavori erano in corso senza permessi e in spregio ai vincoli di tutela ambientale e territoriale. Di conseguenza, la zona è stata posta sotto sequestro preventivo per interrompere l’attività e impedire ulteriori modifiche al terreno.
I proprietari dei due sub lotti sono stati denunciati alle autorità giudiziarie competenti. Si tratta di persone di circa 40 e 60 anni, residenti in un’altra provincia, che ora devono rispondere di violazioni urbanistiche e del reato di lottizzazione abusiva. Quest’ultimo viene configurato quando si suddivide un terreno in più lotti senza le autorizzazioni necessarie, alterando la destinazione d’uso prevista dai piani regolatori.
Il ruolo delle forze d’ordine e le misure di controllo sul territorio
Le operazioni anticrimine edilizia portate avanti dalla polizia locale sono fondamentali per limitare le illegalità legate al territorio. Controlli mirati e verifiche durante i lavori permettono di individuare i casi in cui si costruisce senza autorizzazioni o in zone a rischio. Questo caso conferma l’importanza di un monitoraggio costante, per evitare danni ambientali e garantire la corretta applicazione delle norme urbanistiche.
A Terracina la scoperta di lavori abusivi lungo la strada provinciale Badino non è isolata. Le forze di polizia continuano a svolgere attività di controllo, supportate dalle segnalazioni dei cittadini, per impedire interventi non regolamentati. Questi fatti ribadiscono la necessità di rispettare i vincoli e pianificare ogni intervento con attenzione, evitando che le aree protette vengano danneggiate attraverso iniziative illegali.