Il 24 luglio 2025, la sala Isma del Senato ha ospitato un evento dedicato a un’opera poco conosciuta ma di grande valore storico e artistico: la “gioconda torlonia”. Questo dipinto, custodito nella sala Gialla della Camera dei deputati, ha attirato l’attenzione di esperti e istituzioni grazie a un incontro dal titolo “La Gioconda di Montecitorio: quando l’arte diventa patria”. L’appuntamento ha raccolto interventi di studiosi e professionisti dell’arte, approfondendo il significato del quadro e le sue connessioni con l’identità culturale italiana. L’iniziativa rientra nel quadro di attività promosse dalla XVII Commissione Arte dell’intergruppo parlamentare “Sviluppo sud, aree fragili e isole minori”, che punta a valorizzare il patrimonio artistico nelle zone meno centrali del Paese.
La “gioconda torlonia” è un’opera che conserva un alone di mistero, spesso trascurata rispetto all’originale celebre di Leonardo da Vinci. Il dipinto è conservato nella sala Gialla della Camera dei deputati, dove rappresenta non solo un pezzo d’arte ma anche un simbolo legato all’identità nazionale. Nel corso dell’incontro, Claudio Strinati e Antonio Forcellino hanno illustrato come il quadro, con le sue peculiarità stilistiche e la sua storia, contribuisca a mettere a fuoco momenti importanti della cultura italiana. L’opera, legata a una famiglia storica come quella dei Torlonia, si inserisce in un percorso che collega arte e politica, mostrando come certi quadri svolgano un ruolo anche simbolico nelle istituzioni. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, queste opere rappresentavano la solidità di valori e l’identità di una nazione in un periodo di grandi cambiamenti sociali.
La sua presenza nel cuore delle istituzioni, quindi, non è casuale. Serve a ricordare che l’arte, spesso, non vive solo nei musei ma anche negli spazi dove si prendono decisioni e si costruisce il futuro del Paese. L’opera si presta a leggere nuove prospettive sull’Italia, ripercorrendo le radici di una cultura che si esprime anche attraverso volti e colori particolari. La “gioconda torlonia” diventa così una testimonianza di come il patrimonio artistico possa accompagnare la vita civile e politica, stimolando riflessioni sulla continuità tra passato e presente.
L’incontro nella sala Isma ha radunato alcune figure di rilievo nel campo dell’arte e della cultura. Oltre a Strinati e Forcellino, sono intervenuti Sara Taglialagamba, Roberta Delgado, Pietro Quattriglia Venneri e Antonello Di Pinto, che hanno portato contributi diversi e complementari, spaziando dalla storia dell’arte alla conservazione fino a scenari più ampi riguardanti il rapporto tra arte e società. La discussione ha toccato temi fondamentali, come il legame tra il patrimonio artistico e la memoria collettiva, oltre al ruolo che questo patrimonio può giocare nello sviluppo di territori meno attrattivi.
Il convegno è stato promosso dalla XVII Commissione Arte dell’Intergruppo parlamentare “Sviluppo sud, aree fragili e isole minori”, con la guida dell’onorevole Alessandro Caramiello. Il coordinamento operativo è stato affidato a Stefano Colucci, che ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa per portare avanti un discorso culturale che vada oltre le metropoli e includa tutto il territorio nazionale. L’attenzione alle aree fragili e alle isole minori si traduce in un impegno a costruire connessioni culturali e sociali capaci di mettere in luce risorse spesso nascoste.
Tra gli annunci emersi dal convegno, spicca la proposta di un museo itinerante dedicato proprio a queste zone interne del Paese. Si tratta di un progetto ambizioso che punta a portare opere e conoscenze direttamente nelle comunità locali, favorendo la diffusione della cultura e creando occasioni di confronto e crescita. L’idea è che l’arte debba circolare e raggiungere un pubblico più vasto, anche lontano dai grandi centri urbani, perché questo contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza e la consapevolezza delle proprie radici.
Il recente incontro ha messo in luce alcune sfide e opportunità che accompagnano la tutela di opere come la “gioconda torlonia”. La presenza in sedi istituzionali garantisce una certa visibilità, ma non basta per assicurare una conoscenza diffusa e un accesso più ampio al pubblico. La proposta del museo itinerante potrebbe rappresentare un passo in avanti, portando direttamente nel territorio un patrimonio che altrimenti rischia di rimanere appannaggio di pochi.
Il tema della valorizzazione si lega a esigenze più ampie, come quelle di conservazione e accessibilità. Tecnici e studiosi, presenti al convegno, hanno sottolineato l’importanza di interventi mirati per la salvaguardia delle opere e la loro fruizione in condizioni ottimali. Le tecnologie digitali possono avere un ruolo significativo, ad esempio con esposizioni virtuali o cataloghi online, ma l’esperienza fisica resta insostituibile per comprendere appieno il valore artistico.
La politica, attraverso l’intergruppo parlamentare coinvolto, appare pronta a sostenere iniziative concrete, traducendo l’interesse culturale in azioni che si sposano con obiettivi di sviluppo sociale e territoriale. La solidarietà tra regioni più e meno sviluppate potrebbe trovare nell’arte uno strumento capace di creare ponti e generare opportunità. La “gioconda torlonia” diventa così un caso simbolico di un impegno che tocca insieme memoria, identità e futuro delle comunità italiane.
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