L’ipertensione resistente rappresenta una sfida clinica per molti pazienti che non riescono a controllare la pressione arteriosa nonostante l’assunzione di farmaci. All’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta è stata introdotta una procedura all’avanguardia chiamata denervazione renale. Questo trattamento mininvasivo si rivolge a chi soffre di ipertensione difficile da gestire, offrendo nuove prospettive di cura. La tecnica sfrutta un catetere che interrompe l’attività nervosa intorno alle arterie renali, contribuendo a migliorare il controllo della pressione.
La tecnica della denervazione renale: come si svolge e quali risultati offre
La denervazione renale si basa sull’impiego di un sistema a radiofrequenza che agisce direttamente sui nervi intorno alle arterie renali. Durante l’intervento, eseguito sotto sedazione, il medico pratica una piccola puntura, solitamente nell’inguine, per inserire un catetere lungo appena due millimetri nell’arteria renale. Il catetere, dotato di una spirale che eroga energia a radiofrequenza, va a disattivare i plessi nervosi responsabili dell’iperattività che contribuisce all’innalzamento della pressione.
Dichiarazioni di paolo calabrò
Paolo Calabrò, direttore del dipartimento cardiovascolare e dell’unità operativa di cardiologia di Caserta, spiega che “questa procedura permette di ridurre l’attività nervosa senza compromettere la funzionalità del rene.” L’intervento, indicato per pazienti con ipertensione refrattaria ai farmaci, risulta sicuro e non richiede aperture chirurgiche estese. Unico passaggio importante è la sedazione, per garantire comfort e assenza di dolore durante la breve esecuzione.
Questo trattamento si pone come alternativa concreta per coloro che non riescono a mantenere la pressione sotto controllo con le terapie tradizionali. La funzione renale rimane intatta, mentre si assiste a un abbassamento della pressione che si traduce in un minore rischio di eventi cardiovascolari.
I casi trattati a caserta e l’impatto dell’ipertensione resistente in italia
Fino a oggi, l’ospedale di Caserta ha effettuato la denervazione renale su cinque pazienti con ipertensione resistente, registrando risultati positivi in tutti i casi. Questi primi interventi confermano le potenzialità della procedura, allargando la disponibilità terapeutica per chi soffre di questa condizione.
In Italia, circa dieci milioni di adulti tra i 30 e i 79 anni convivono con l’ipertensione arteriosa. Una parte di questi sviluppa forme resistenti ai farmaci e agli accorgimenti tradizionali come la dieta e l’attività fisica. Questi soggetti sono particolarmente esposti a complicanze gravi, tra cui infarto del miocardio, ictus cerebrale ed emorragie.
Dati sul rischio cardiovascolare
La denervazione renale si propone come strumento per abbattere la pressione arteriosa in quei pazienti che non rispondono alle terapie classiche. Il direttore Calabrò sottolinea che “una riduzione di 10 mmHg della pressione sistolica può abbassare il rischio di infarto e ictus di una quota compresa tra il 20 e 30%.” Ciò aiuta a prevenire danni più gravi, migliorando la qualità della vita a lungo termine.
Significato e prospettive della denervazione renale nella gestione dell’ipertensione
Il trattamento eseguito a Caserta rappresenta un progresso concreto nell’approccio all’ipertensione resistente, una condizione che può rimanere silenziosa fino a causare problemi davvero seri. Oggi, grazie alla denervazione renale, c’è la possibilità di agire direttamente sui nervi che contribuiscono a mantenere alta la pressione, senza aumentare o modificare il regime farmacologico.
Questa procedura, pur richiedendo un’attenta selezione dei pazienti, allarga gli orizzonti di cura per problematiche cardiache e vascolari. L’efficacia e sicurezza finora osservate lasciano pensare che possa diffondersi anche in altre realtà ospedaliere italiane, portando sollievo a migliaia di pazienti.
È un esempio di come la cardiologia possa andare oltre i farmaci, intervenendo in modo mirato sul sistema nervoso e sul controllo pressorio. Nelle prossime settimane verranno monitorati i risultati a medio-lungo termine dei pazienti trattati, per valutare l’andamento della pressione e verificare la tenuta della funzione renale.
Innovazione e ruolo dell’ospedale di caserta
L’ospedale di Caserta, così, si colloca tra i centri più attenti nell’implementazione di tecniche innovative per la cura dell’ipertensione e delle malattie cardiovascolari. La denervazione renale apre strade nuove, offrendo ai medici un’opzione in più per affrontare una patologia complessa e diffusa.