Un uomo di 42 anni, detenuto per rapina e violenza a pubblico ufficiale, ha approfittato di un permesso lavorativo all’isola d’Elba per fuggire. Dopo essere uscito regolarmente dal carcere giovedì 26 giugno, non è più tornato dietro le sbarre e si è rifugiato a Marigliano, in provincia di Napoli. Qui, i carabinieri lo hanno bloccato qualche giorno dopo, rimettendolo agli arresti domiciliari in attesa di processo per evasione.
Il 42enne, detenuto con condanne per rapina, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, aveva ricevuto l’autorizzazione per uscire temporaneamente dal carcere di massima sicurezza. Quel permesso prevedeva una specifica attività lavorativa nel comune di Campo nell’Elba. Lo scopo era favorire un reinserimento graduale nella società attraverso un’esperienza lavorativa fuori dalle mura carcerarie.
Questi permessi, comunemente concessi in casi selezionati, permettono ai detenuti di uscire in orari prestabiliti per svolgere un’attività professionale e rientrare al carcere la sera stessa. L’istituto di pena valutò il profilo del detenuto e le garanzie date, prima di autorizzare l’uscita.
Giovedì 26 giugno, il detenuto doveva tornare in carcere dopo la giornata di lavoro sull’isola. Invece, ha fatto perdere le sue tracce. La destinazione scelta è stata Marigliano, cittadina a 23 chilometri da Napoli, dove risiede la sua famiglia. La decisione potrebbe essere legata al desiderio di ricongiungersi con i propri cari nascondendosi in un ambiente conosciuto.
I carabinieri della stazione di San Vitaliano, a pochi chilometri da Marigliano, hanno subito avviato le ricerche. Dopo giorni di appostamenti e controlli, hanno identificato e arrestato il fuggitivo mentre si muoveva nei dintorni della casa familiare.
Al momento del fermo, il 42enne non ha opposto resistenza e gli ufficiali lo hanno condotto in carcere, o meglio, in una fase transitoria verso i domiciliari. Infatti, il giudice ha disposto per lui gli arresti domiciliari in attesa del procedimento penale. L’accusa principale riguarda l’evasione, un reato punito con pesanti conseguenze, specie per chi è già sottoposto a restrizioni per reati gravi.
Oltre al danno di perdita di fiducia da parte delle autorità carcerarie, questa fuga rischia di compromettere ulteriormente la sua posizione legale. La sua situazione dovrà essere rivalutata nelle prossime udienze, ma intanto rimane sotto stretto controllo delle forze dell’ordine.
L’autorizzazione a lavorare fuori dal carcere è una misura prevista dal sistema penitenziario italiano per sostenere il percorso di reinserimento sociale. Sono diverse le forme di permesso che consentono a chi è in carcere di mantenere un legame col mondo esterno e prepararsi alla vita dopo la detenzione.
Ogni caso viene valutato singolarmente in base al profilo del detenuto, alla gravità dei reati, al comportamento in cella e al rischio di fuga. Il caso del 42enne all’isola d’Elba mostra però il possibile rovescio della medaglia: una concessione può essere tradita con una fuga, che accende nuovamente i riflettori sulle misure di sicurezza adottate.
Le autorità dovranno fare bilanci e riflessioni più approfondite per evitare simili episodi.
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