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il sindaco di Bilancia tra gestione degli eventi e pressioni sulle associazioni locali

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La gestione degli eventi comunali a Bilancia si è trasformata in un tema di forte dibattito politico. Il nodo centrale riguarda il modo in cui l’amministrazione usa i fondi pubblici e come questo influisca sulle associazioni che da anni contribuiscono alla vita culturale della città. Le scelte del sindaco hanno fatto emergere problemi di concorrenza e di sovrapposizione tra ruoli istituzionali e attività organizzative.

Il sindaco e la confusione tra ruolo istituzionale e organizzazione eventi

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Antonio, critica la gestione adottata dal sindaco Bilancia. Antonio sostiene che il primo errore sia la confusione tra l’incarico di rappresentante dell’amministrazione comunale e quello di promotore di eventi. Secondo la sua lettura, il sindaco sembra voler sovrapporre le due funzioni, assumendosi direttamente il controllo sull’organizzazione, anziché affidarla ad altri soggetti o associazioni. Questo tipo di gestione altera il modo in cui pubblica amministrazione si rapporta con i cittadini e con le forme di partecipazione spontanea.

Critiche sulle finanze comunali

Secondo Antonio, un altro errore rilevante consiste nella convinzione che il Comune possa agire come un’azienda autonoma con risorse proprie da investire e moltiplicare. In realtà il Comune gestisce soldi pubblici raccolti dai cittadini sotto forma di tasse, e quindi ogni spesa e investimento deve essere valutato con attenzione. L’idea che il Comune possa autofinanziarsi tramite eventi a pagamento viene vista come un’illusione che produce ricadute negative.

I costi della festa medievale e l’impatto sui cittadini

Sul piano pratico nella gestione della Festa Medievale emerge una criticità chiara: il Comune ha stanziato 109mila euro per organizzare un evento che fino a poco tempo fa vedeva biglietti d’ingresso a prezzi molto inferiori. Il passaggio da 3 euro ai 5, fino agli 8 euro attuali ha sollevato non poche contestazioni. Il capogruppo Antonio evidenzia che questa scelta fa sì che i cittadini paghino due volte: con le tasse che finanziano il Comune ma anche direttamente partecipando all’evento con un ticket più costoso.

Questo modello rischia di limitare la partecipazione di fasce di popolazione meno abbienti e di trasformare un momento di aggregazione in una mera operazione commerciale. L’attenzione non è solo al prezzo, ma alla struttura organizzativa che si è spostata in modo netto verso una gestione comunale, con risorse pubbliche messe a disposizione e personale comunale impiegato per l’evento. Questi dipendenti, impiegati nell’organizzazione, si sottraggono ad altri compiti d’ufficio, con possibili ripercussioni sul lavoro quotidiano dell’amministrazione.

Il peso sulle associazioni culturali e la concorrenza sleale

Un punto molto discusso riguarda l’effetto che questa situazione produce sulle associazioni culturali e ricreative della città. Associazioni come quelle che organizzano la Notte Bianca, la Sagra Falia e Broccoletti o la Festa del Cacciatore operano senza costi diretti per il Comune. La loro forza risiede nell’attività volontaria e nella capacità di mobilitare risorse esterne. Questi gruppi da anni animano la vita cittadina con eventi molto seguiti, senza pesare sulle casse pubbliche e quindi sui cittadini.

Al contrario, con il Comune che assume il ruolo di organizzatore diretto, queste realtà si trovano svantaggiate. La loro funzione rischia di diventare marginale e poco competitiva rispetto a un evento contemporaneamente sostenuto dalle casse pubbliche e da un prezzo d’ingresso cresciuto. Si crea una situazione di concorrenza che non nasce da regole chiare, ma da un assetto che favorisce direttamente l’ente pubblico rispetto alle associazioni.

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Le risorse pubbliche e la gestione degli eventi: criticità evidenti

L’impiego di risorse pubbliche su eventi come la Festa Medievale apre un dibattito sulle priorità comunali. Conti alla mano, il Comune sostiene spese dirette per una manifestazione con un costo organizzativo elevato, inclusi progetti dedicati al personale e alle strutture. Si tratta di una spesa che sottrae fondi ad altre necessità amministrative e sociali, orientando risorse verso un’attività di intrattenimento a pagamento.

Il risultato è che il denaro del Comune diventa alla fine una forma di investimento che il sindaco spera di recuperare dai biglietti d’ingresso. Tuttavia si tratta ancora di risorse pubbliche, quindi quelle stesse entrate derivano dalle tasche dei cittadini. Antonio cita anche un riferimento alla lezione della politica inglese: “non esistono soldi pubblici autonomi, ma solo denaro che lo Stato raccoglie dai contribuenti.” Questo principio sottolinea la responsabilità nell’uso dei fondi e la necessità di una gestione trasparente e parsimoniosa.

Il futuro della gestione degli eventi e la richiesta di revisione

L’opposizione solleva dunque la questione di quali criteri dovrebbero regolare l’erogazione di fondi pubblici per eventi. La richiesta è per un cambio netto: o si interviene azzerando gli stanziamenti per tutti, così da eliminare disparità, oppure si definiscono regole chiare, fondate su meriti e trasparenza. Solo così si potrà mantenere un equilibrio tra le diverse realtà coinvolte nella vita culturale e sociale.

Il modello di gestione attuale rischia, a lungo andare, di compromettere il ruolo delle associazioni, già fondamentali nell’organizzazione di occasioni di svago e socialità. Molti cittadini seguono queste realtà più spontanee e apprezzano la qualità degli eventi senza costi aggiuntivi. Il tema resta aperto: come armonizzare il ruolo del Comune con quello delle associazioni, senza penalizzare nessuno e garantendo al tempo stesso un uso responsabile del denaro pubblico.

Il dibattito a Bilancia continuerà a misurarsi sulle scelte future e sulle istanze della società civile. Sarà importante seguire come si evolveranno le scelte dell’amministrazione e quali risposte arriveranno dalla politica locale e dai cittadini stessi.

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