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Il vescovo di Nola Francesco Marino richiama alla coesione spirituale e civile nel segno di san Paolino

Nel 2025, il vescovo di Nola, Francesco Marino, ha rivolto un messaggio forte alla città e alla diocesi in occasione della solennità di san Paolino di Nola, patrono diocesano e compatrono cittadino. L’invito del presule si concentra sull’unità come cardine della vita spirituale e civile, richiamando la figura di Paolino come modello di coesione. La festa e la festa dei Gigli diventano, così, occasione non solo di celebrazione ma di riflessione profonda sul senso di comunione e pace in un contesto segnato da divisioni globali e locali.

Un motto episcopale che richiama l’unità

Francesco Marino ha fissato il suo percorso pastorale con il motto “In Illo uno unum”, che deriva da un commento al salmo 127 attribuito a sant’Agostino. L’espressione sottolinea la forza unificante dello Spirito Santo che rende una moltitudine in uno, in Cristo. Questo motto non è solo una scelta personale, ma un legame con papa Leone XIV, anch’egli agostiniano e accompagnatore spirituale della tradizione di amicizia tra Agostino e Paolino.

Un percorso segnato dalla tradizione

Marino racconta come questo motto l’abbia seguito fin dalla giovinezza mentre studiava la chiesa e le dinamiche ecumeniche. Nel 2005 l’ha adottato come segno distintivo del suo episcopato, ignorando all’inizio che papa Leone, indipendentemente, aveva scelto lo stesso principio per sottolineare un richiamo all’unità tra le chiese e la società. Essere “uno in lui” significa mettere Cristo al centro, nei diversi momenti e tensioni della vita ecclesiastica e civile.

Il richiamo alla pace in un tempo di conflitti

Il messaggio di Marino non può prescindere dal contesto attuale: un mondo attraversato da divisioni crescenti e da crisi in Medio Oriente, dove guerre atroci spezzano vite. Il vescovo sottolinea che solo Cristo, definito “principe della pace”, può donare una pace disarmata e disarmante, capace di superare la contrapposizione e l’odio.

Una pace che nasce dall’esempio di paolino

Questo richiamo alla pace parte da un’esigenza profonda di unità interiore e comunitaria. Paolino da Nola rappresenta l’esempio di chi si è fatto piccolo e si è speso per l’amore di Cristo, mettendo da parte ambizioni personali per lasciar spazio a quel legame unico che unisce i credenti. Una pace che nasce dalla condivisione e dal lasciar parlare Cristo in ogni azione quotidiana.

Il ruolo di Cristo come fulcro della vita e dell’unità

La raccomandazione di monsignor Marino riguarda la centralità di Gesù Cristo non come semplice idea, ma come criterio di ogni scelta personale e collettiva. Ricordare Cristo significa mettere la sua presenza viva al centro del cuore di ogni persona, della chiesa e della città. Questa memoria diventa quella forza che mantiene salde e coese le relazioni umane e spirituali, evitando divisioni distruttive.

Una memoria che unisce

Il vescovo cita la lettera di san Paolo a Timoteo: “Ricordati di Gesù Cristo”. La frase diventa imperativo che spinge a superare differenze e divergenze, imitare l’esempio di Pietro e Paolo che, pur con visioni diverse sull’evangelizzazione, non hanno scelto la divisione. Cristo diventa così “borda” – cioè il centro indispensabile – di ogni opera e passo nella vita della comunità.

La festa dei Gigli tra gioco, tradizione e responsabilità

Tra i temi affrontati dal vescovo un posto importante è riservato ai giovani, linfa vitale del presente e del futuro di Nola e della sua festa. L’evento dei Gigli è presentato come un “gioco” serio, un momento che deve mantenere il suo carattere gioioso senza trasformarsi in una fonte di tensioni o violenze. Marino richiama tutti a vigilare sui toni usati, evitando che le contrapposizioni diventino motivo di conflitti accesi, soprattutto tra i più giovani.

Educare a un clima sereno

L’attenzione maggiore è posta sull’educazione a un clima sereno, con maestri di festa e adulti chiamati a responsabilità più grandi. Tornare a vedere la festa come “casa della pace” significa promuovere un ambiente favorevole alla crescita della fraternità, lontano da atteggiamenti ostili o aggressivi sia nelle piazze sia nei social network. L’evento diventa allora una scuola di convivenza e rispetto, dove si insegna a costruire relazioni più umane.

Un richiamo alla condivisione e all’impegno della città e della diocesi

Il messaggio del vescovo si rivolge con forza a tutta la città di Nola e alla comunità ecclesiastica, chiedendo un impegno reale nel vivere e testimoniare quella unità di cui san Paolino è simbolo. Questo impulso parte dalla vita quotidiana di ognuno, che deve farsi spazio di comunione, pace e attenzione verso gli altri.

L’invito non lascia margini per divisioni o contrapposizioni che rischiano di indebolire il tessuto sociale e spirituale. Dalla memoria di Cristo, portata nel cuore e nelle scelte, nasce la capacità di affrontare le difficoltà e di mantenere viva una comunità solida che si riconosce. In un’epoca segnata da molteplici tensioni, questo messaggio trova riscontri concreti nelle sfide che Nola e la sua diocesi devono affrontare ogni giorno, sul piano civile e religioso.

Paolo Ludovichi

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