Una sentenza recente ha stabilito il risarcimento dovuto a vincenzo malvaso, imprenditore ed ex consigliere comunale di forza italia, che era stato trattenuto in carcere senza giusta causa nel 2016. Il caso riguarda un’indagine giudiziaria di ampio rilievo avvenuta a latina, nota come inchiesta olimpia, che aveva coinvolto politici e amministratori locali. Dopo anni di vertenze legali, la corte d’appello di roma ha riconosciuto malvaso vittima di ingiusta detenzione e ha disposto il pagamento di un indennizzo da parte dello stato.
Nel novembre del 2016, vincenzo malvaso venne arrestato su ordinanza del tribunale di latina, su richiesta della procura, e portato nel carcere di velletri. L’ordinanza riguardava sospetti legati alla variante di borgo piave e alla costruzione di un edificio. L’inchiesta olimpia aveva acceso i riflettori su presunti illeciti compiuti da imprenditori, politici e amministratori locali, ma con il passare del tempo gran parte delle accuse erano cadute o prescritte.
Il tribunale del riesame aveva annullato il provvedimento restrittivo per insussistenza di gravi indizi di colpevolezza, permettendo a malvaso e ad altri coindagati di tornare liberi pochi giorni dopo l’arresto. Questo passo segnò un punto di svolta, ma il percorso giudiziario seguì altri momenti importanti. Il 3 luglio 2020 il giudice per l’udienza preliminare di latina assolse definitivamente malvaso con formula piena per non aver commesso il fatto. La sentenza di assoluzione divenne irrevocabile il 27 aprile 2023, togliendo ogni possibilità di revisione.
Dopo aver ottenuto l’assoluzione definitiva, malvaso ha chiesto alla corte d’appello di roma un indennizzo pari a 50 mila euro come risarcimento per la detenzione ingiusta e il grave danno alla sua immagine pubblica e professionale. La difesa aveva sottolineato come la detenzione temporanea avesse inciso profondamente sulla reputazione dell’imprenditore.
La corte, guidata dal giudice francesco neri con la presenza dei colleghi aldo morgigni e mari grazia benedetti, ha valutato la richiesta esaminando i parametri stabiliti dalla legge. L’indennizzo riconosciuto è stato di 235,82 euro al giorno per 17 giorni di detenzione, per un totale di 4.008,94 euro. Il ministero dell’economia è stato condannato a pagare questa somma a titolo di riparazione per il periodo trascorso in carcere, conclusosi con una sentenza di assoluzione.
L’avvocato renato archidiacono, che rappresenta vincenzo malvaso, ha espresso soddisfazione per il principio affermato dalla corte riguardo all’ingiusta detenzione. Il legale ha però manifestato sorpresa per la cifra liquidata, evidenziando come i parametri di legge limitino notevolmente l’importo massimo, portando a un risarcimento che appare modesto rispetto al peso subito dall’ex consigliere.
archidiacono ha evidenziato che quell’importo corrisponde pressappoco al costo di un soggiorno in un albergo senza pretese in una località turistica non particolarmente rinomata. L’osservazione lascia trapelare una critica implicita al valore che spesso lo stato assegna alla libertà personale, specialmente quando questa viene compromessa da processi lunghi e arresti preventivi ingiustificati.
Senza entrare nel merito delle cifre, il caso di malvaso ricorda come la tutela dei diritti dei cittadini e la prevenzione di ingiuste detenzioni restino temi fondamentali nel funzionamento della giustizia. I meccanismi di indennizzo restano un passo in avanti ma lasciano domande sul reale prezzo della libertà violata.
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