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Insegnante di arti marziali a pietralata arrestato per abusi su minori in un centro estivo

Un uomo di 38 anni, insegnante di una disciplina marziale a pietralata, è stato arrestato negli ultimi giorni per abusi sessuali su alcune ragazzine che frequentavano il centro estivo da lui diretto. I genitori avevano affidato le figlie a lui grazie a un passaparola positivo sulle attività sportive proposte. Dietro però si celava una situazione molto diversa, scoperta grazie a un’indagine condotta da polizia e carabinieri coordinati dalla procura di roma.

Il contesto del centro estivo e la fiducia conquistata

Il trentottenne aveva aperto una scuola di arti marziali a pietralata, dove organizzava anche un centro estivo frequentato da bambine e ragazzi. La sua figura appariva come quella di un educatore e maestro attento, che faceva innamorare le allieve di questa disciplina, descritta spesso come una filosofia di vita. I genitori si erano fidati in modo crescente, affidandogli le figlie anche durante trasferte e incontri sportivi fuori sede, senza immaginare cosa stesse accadendo.

La costruzione della fiducia e gli abusi reiterati

Le indagini hanno fatto emergere come l’uomo avesse saputo guadagnarsi la fiducia non solo delle famiglie ma anche delle ragazze, entrando poco a poco nel loro spazio personale e creando un rapporto che con il tempo si è trasformato in abusi reiterati. Le vittime, con il passare dei mesi, non riuscivano a liberarsi dal controllo esercitato. Questo aveva permesso all’uomo di perpetrare le sue condotte senza far scattare allarmi evidenti per anni.

La scoperta e la denuncia che hanno avviato l’indagine

Tutto è cominciato con i sospetti di una madre, preoccupata per alcuni cambiamenti nel comportamento della figlia. La donna ha deciso di approfondire la situazione e, dopo alcune insistenze, la piccola ha rivelato di essere stata vittima di abusi da parte dell’istruttore. La denuncia è stata immediata e ha dato il via a un’indagine coordinata dalla procura della repubblica di roma, con la polizia di stato e i carabinieri coinvolti.

Altre famiglie coinvolte

Le forze dell’ordine hanno successivamente contattato altre famiglie, constando che altre bimbe avevano subito simili esperienze. Le mamme hanno fatto emergere anche episodi nascosti dalle vittime per paura di ritorsioni da parte dell’uomo o di non essere credute. Pian piano, le ragazze hanno raccontato quello che avevano vissuto, confermando un quadro di abusi sistematici, iniziati nel 2023 e proseguiti oltre l’anno.

Modalità degli abusi e il clima di controllo creato dall’uomo

Le violenze si sono svolte in due contesti precisi: negli spazi interni del centro sportivo e all’interno dell’autovettura dell’istruttore. Questa auto veniva usata per riportare a casa le ragazze dopo gli allenamenti, ma spesso l’uomo tratteneva le bambine oltre l’orario previsto. Qui, approfittando della fiducia guadagnata, le avvicinava e abusava sessualmente di loro.

Pressioni e conseguenze per le vittime

L’uomo ha continuato a esercitare pressioni anche quando le vittime hanno cercato di opporsi. Non si è fermato neppure davanti ai rifiuti chiari delle ragazze, provocando in una di loro un trauma tale da decidere di abbandonare la disciplina sportiva per non incontrarlo più. La persistenza e la crudeltà di queste azioni hanno reso necessario un intervento severo per salvare le ragazze da quella situazione inquietante.

Le misure cautelari e gli sviluppi giudiziari

Alla luce degli elementi raccolti durante le indagini, la procura ha chiesto l’arresto immediato dell’uomo. Il giudice per le indagini preliminari ha firmato il provvedimento, concedendo la misura cautelare in carcere per violenza sessuale aggravata. Gli agenti del commissariato porta pia hanno eseguito l’arresto, ponendo fine alla sua attività e disponendo il suo trasferimento in carcere.

Le autorità hanno sottolineato che l’indagine procede per verificare eventuali altri casi e che l’attività educativa e sportiva è al momento sospesa nel centro estivo. Le famiglie coinvolte continuano a collaborare per dare voce alle vittime e assicurare che situazioni simili non si ripetano. Il caso rappresenta un episodio grave che colpisce la fiducia dei genitori e la sicurezza dei minori nelle attività sportive.

Clarissa Abile

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