La7 si conferma come punto di riferimento nell’informazione televisiva, raggiungendo cifre record nelle valutazioni di pubblico e risultati economici. Il gruppo editoriale guidato da Urbano Cairo fa registrare un momento di successo, euforia che investe azionisti e dirigenti, ma la situazione tra i giornalisti racconta una storia diversa. Le tensioni sono crescenti in redazione, in particolare sui temi del contratto collettivo, della precarietà e della gestione del personale. A pochi giorni dall’annunciata conferenza stampa sindacale, emergono dettagli che dipingono un quadro complesso dietro le quinte di un canale in ascesa.
Negli ultimi mesi La7 ha consolidato la sua presenza nel panorama televisivo come emittente fortemente orientata all’informazione. I dati ufficiali mostrano un incremento costante degli ascolti nella fascia del tg e dei programmi di attualità, creando un effetto positivo anche sui ricavi pubblicitari e sugli utili dell’intero gruppo Cairo Communication. Questa crescita ha attirato l’attenzione degli investitori, che vedono nell’emittente un asset strategico e promettente.
Il successo è trasversale: programmi storici e nuovi format contribuiscono a formare una programmazione che ha migliorato il posizionamento nella radio-tv nazionale. Si registra una maggiore fidelizzazione di un pubblico interessato a notizie e dibattiti, con un impatto positivo sugli indici di gradimento. Questo momento di espansione si riflette sull’intera struttura del gruppo editoriale, che con La7 trova il proprio “volano”, come ama definirlo il management.
A dispetto delle performance positive, i giornalisti che lavorano in redazione raccontano un’altra realtà, segnata da retribuzioni basse, le più contenute del settore dell’informazione televisiva in Italia. Le proteste del Comitato di redazione puntano il dito contro il mancato rispetto del contratto nazionale di lavoro e la deriva verso condizioni meno garantite per i nuovi assunti.
Le nuove assunzioni spesso vengono effettuate con formule di forfait molto ridotte, che non riconoscono pienamente né l’esperienza né il carico di lavoro. Accordi aziendali che solo in passato avevano dato qualche garanzia oggi non vengono più applicati correttamente o sono semplicemente ignorati. Il clima si è deteriorato con l’uscita di diversi colleghi in diverse repliche, creando una squadra del tg sempre più sottodimensionata.
Il contrasto tra il valore economico dimostrato dall’emittente e la precarietà contrattuale alimenta un malcontento profondo, che si riflette anche nelle dinamiche quotidiane di lavoro, con turni più pesanti, minore stabilità e assenza di un percorso chiaro di crescita o sicurezza professionale.
Il fenomeno della precarietà non riguarda soltanto il tg, ma investe anche i programmi storici della rete, che ormai da anni si affidano a modi di gestione del personale caratterizzati dall’instabilità e dall’incertezza. Molti professionisti sono contrattualizzati con formule temporanee o incarichi a progetto, senza la garanzia di continuità.
Questa condizione genera un ambiente lavorativo incerto, nel quale spesso mancano investimenti concreti per sviluppare nuove figure o consolidare gli asset esistenti della rete. Il Cdr denuncia l’assenza di un piano chiaro per il futuro che possa assicurare La7 un percorso sostenuto, capace di fare fronte alle sfide di un mercato televisivo sempre più competitivo.
L’emittente, benché premiata dagli ascolti, sembra aver rallentato nelle scelte relative a risorse e progetti di ampliamento, lasciando aperto un tema rilevante: la tenuta duratura di una redazione qualificata e motivata. Senza un intervento deciso, il rischio è quello di spingere verso un continuo ricorso al precariato, a scapito della qualità e della stabilità professionale.
La mobilitazione del Comitato di redazione di La7 si traduce in un’iniziativa pubblica in programma il primo luglio alle 12:30 nella sede della Fnsi, in via delle Botteghe Oscure 54 a Roma. Convocata dopo un mandato unanime dell’assemblea dei giornalisti, la conferenza stampa mira a portare all’attenzione generale gli aspetti critici legati al rapporto tra la redazione e la proprietà.
Parteciperà Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, che offrirà un sostegno istituzionale alla protesta. L’incontro sarà occasione per discutere le condizioni lavorative, i contratti e la visione d’insieme sulla situazione editoriale legata a La7 e, più in generale, al sistema dell’informazione in Italia.
La chiamata a raccolta arriva in un momento delicato, in cui le tensioni interne rischiano di trascinare l’azienda in una fase di stallo se non di crisi più ampia, contrastando il successo pubblicamente percepito. Gli sviluppi dell’assemblea saranno osservati con attenzione da giornalisti, sindacati e osservatori del mondo della comunicazione.
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