La vita artistica di leopoldo mastelloni, attore e performer noto per il suo stile unico e il travestitismo sui palcoscenici italiani, si rivela in un libro autobiografico che affronta anche le difficoltà di un artista nella società contemporanea. Tra ricordi di grandi collaborazioni, riflessioni amare sulla mancanza di riconoscimenti e un bilancio personale a 80 anni, mastelloni racconta il suo percorso senza filtri.
Lo scorso 12 luglio leopoldo mastelloni ha festeggiato i suoi 80 anni, traguardo raggiunto con sentimenti contrastanti. Nato a napoli, ha vissuto un’infanzia segnata dai ricordi di guerre e sacrifici, sensazioni che emergono nitide nel libro di memorie in uscita a settembre. Mastelloni stesso si definisce un “bullizzato culturale”, sottolineando il proprio ruolo spesso ai margini di un mondo dello spettacolo e della cultura che oggi sembra meno attento ai suoi protagonisti storici.
La sua solitudine si è manifestata pubblicamente l’anno scorso quando, in un’intervista all’ANSA, ha espresso timori legati a uno stato depressivo causato dal ritiro forzato dal palcoscenico e da una pensione minima. Mentre l’allora ministro della cultura, santi giudizio, si era detto disponibile a valutare eventuali aiuti, mastelloni non ha ricevuto risposte concrete. Questa mancanza di sostegno istituzionale pesa sul morale di un artista che per decenni ha animato teatri importanti e che ora si sente dimenticato.
Mastelloni ha lasciato un’impronta profonda nella scena teatrale italiana, soprattutto negli anni ottanta. Dopo essersi trasferito da napoli a roma, ha conquistato grandi platee in teatri come il quirino, l’eliseo e gli stabili, esibendosi in spettacoli scritti e diretti da autori come patroni griffi e affrontando classici da pirandello a marivaux. Roma è stata per lui la città della consacrazione, il luogo in cui il suo talento ha trovato spazio e pubblico.
Il suo modo di fare teatro, caratterizzato da un travestitismo elegante e raffinato, ha lasciato un segno riconoscibile, ispirando altri artisti come achille lauro e lucio corsi che hanno ripreso certi elementi della sua cifra stilistica. Le radici di questa ispirazione sono riconosciute da mastelloni senza riserve, che cita anche grandi maestri come de filippo, franca valeri e paolo poli come figure da cui ha tratto molto.
Nonostante i successi passati, il presente racconta di una scena meno attenta alla cultura teatrale tradizionale, oggi più concentrata su cantanti e calciatori. Questo mutamento ha lasciato mastelloni con una sensazione di invisibilità, come se il suo contributo non venisse più riconosciuto.
Il nuovo libro, intitolato “così fan tutti” e pronto per la pubblicazione in autunno, si propone come un racconto intenso e ricco di dettagli sulla carriera e la vita personale di mastelloni. L’attore ha voluto evitare un tono superficiale, inserendo materiale fotografico, aneddoti inediti e conversazioni con figure di primo piano come gassman, vitti e schygulla.
Tra i ricordi più vividi, emerge l’apprezzamento e la stima di eduardo de filippo, che gli propose una collaborazione durante l’ultima apparizione a taormina nel 1984. Quel momento resta impresso nella memoria di mastelloni come uno dei più importanti. Il libro evoca un tempo in cui lo scambio con registi e attori come rosi, ghirelli, mastroianni e squitieri alimentava la sua visione artistica e lo arricchiva personalmente.
Mastelloni sottolinea le difficoltà di mantenere il proprio spazio in un mondo dove oggi, spesso, il valore si misura in base ai follower sui social, più che alla bravura o al talento genuino. Lui, che ha dimostrato entrambe le qualità, si ritrova a fare i conti con questa trasformazione e con la mancanza di mezzi.
Nonostante qualche rughetta e qualche acciacco, il carattere di mastelloni resta saldo, anche se il peso dell’età e del ritiro forzato dai palcoscenici si fa sentire. Dice di essere nato nel giorno di giulio cesare, eppure si sente più resistente di lui, rievocando simbolicamente la pugnalata a largo argentina.
La difficoltà di continuare a lavorare scatena una riflessione più ampia sul trattamento riservato agli anziani, in particolare a chi, come lui, ha dedicato la vita al teatro e alla cultura. Le barriere burocratiche rappresentano un ostacolo anche nel curarsi e mantenere la salute.
L’ultimo suo progetto teatrale è un omaggio a laura betti e pasolini, ma il fermo della sua attività riflette lo stato attuale di un settore che gli appare paralizzato. Nei piccoli ospiti televisivi recenti rimane prigioniero di un vissuto che continua a essere poco valorizzato. Il compleanno è trascorso senza festeggiamenti ufficiali, ma con la consapevolezza di mantenere l’identità che lo ha contraddistinto per tutta la vita.
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