Il festival delle ville vesuviane conferma la sua tradizione culturale in Campania con una serie di spettacoli tra musica, teatro, danza e letteratura. L’edizione 2025 si apre ufficialmente il 4 luglio con l’esibizione di Mario biondi, offrendo un programma che valorizza le storie e l’architettura delle dimore storiche del miglio d’oro. La rassegna si svolge in diverse ville storiche tra Napoli e i suoi dintorni, promettendo un’esperienza immersiva che unisce arte e memoria.
Il festival delle ville vesuviane rappresenta da trentasei anni un appuntamento fisso nel panorama culturale campano, dedicato alle ville storiche che si affacciano lungo il celebre miglio d’oro. Quest’anno, dopo la conferenza stampa a villa campolieto – una delle più rappresentative dimore – istituzioni, artisti e cittadini hanno siglato un nuovo impegno per la tutela e la valorizzazione di questi luoghi. Il direttore artistico bruno tabacchini, insieme al presidente gennaro miranda e al direttore generale roberto chianese, coordinano un calendario dal titolo “l’età del miglio d’oro – radici e identità”. L’idea guida consiste nel raccontare le ville non solo come bellezze architettoniche ma come custodi di memorie e culture complesse. Come ha affermato fermamente miranda, il festival tende un ponte tra passato e presente attraverso l’arte, al centro di un’intensa rigenerazione culturale.
Il programma ufficiale si sviluppa tra diverse residenze storiche, come villa campolieto, villa vannucchi, villa bruno, villa mascolo, palazzo vallelonga e palazzo bisignano. L’apertura del 4 luglio affida a mario biondi l’onore di inaugurare la rassegna con la sua voce profonda e riconoscibile. Il giorno successivo debutta in prima nazionale “neapolitan hamlet suite”, una rilettura in napoletano dell’Amleto firmata da antonio piccolo con la musica dal vivo di roberto de simone.
Il 6 luglio prevede due appuntamenti: l’omaggio a antonio petito in “infinito petito” con roberto capasso e la compagnia “il balletto del centro” con “kiss me kate”, un teatro-danza che interpreta la dimensione coreografica in modo originale. Il 9 luglio porta in scena “edipo re” diretto da luca de fusco e interpretato da lazzaretti e mandracchia, mentre villa vannucchi ospita in contemporanea la “pino daniele opera” sotto la direzione del maestro paolo raffone.
Il 10 luglio il dramma di sofocle torna di scena e si alterna a “pierino e il lupo” in chiave jazz, diretto dall’attore francesco paolantoni. L’11 luglio presenta “cunt atto” di massimo andrei, un viaggio nella parola antica e moderna, seguito il 12 da simona molinari con l’orchestra della magna grecia, che mescola jazz e pop. A metà luglio, il festival celebra la riflessione culturale con “il fuoco di pound”, testo di roberto russo interpretato da gigi savoia e altri.
Tra il 16 e il 20 luglio, la programmazione privilegia temi di protesta e contaminazione artistica. “spariamo!” di corrado veneziano, con francesca barbi marinetti, nipote del fondatore del futurismo, rappresenta una ferma provocazione artistica. Il 17 luglio torna la musica con il “concerto delle due sicilie” e il giorno dopo si ascoltano i suoni di “neaCo’”, progetto che fonde tradizione napoletana e sperimentazione. Il 19 luglio è la volta di ciro sciallo mentre il 20 luglio il festival offre un “gran galà” di danza con la compagnia almatanz.
Il 22 luglio pako loffredo, insieme a ingrid sansone e giorgio pinto, mette in scena “nessuno”, un’indagine sull’identità e sull’oblio. Il 23 luglio si concentra sul dramma musicale “la rosa non ci ama”, dedicato a carlo gesualdo e scritto da roberto russo con cloris brosca e gianni de feasibility nei ruoli principali.
Il 24 luglio un monologo storico su lucia migliaccio raccontato da massimo andrei si alterna alle note di roberto colella accompagnato dagli ondanueve strings, un gruppo che presta particolare attenzione alla musica d’archi.
La penultima settimana di luglio si chiude con un omaggio ad andre camilleri il 25 luglio. “il canto del mare”, scritto da maurizio de giovanni, vede la voce di rosaria de cicco insieme a musicisti come marco zurzolo e paolo cresta. Il 26 luglio saluta il pubblico peppe barra, cantante e attore legato al patrimonio napoletano.
La chiusura martedì 27 luglio prevede una doppia proposta: la commedia “‘na campagnata ‘e tre disperate”, diretta da riccardo citro, e la prima nazionale de “il sogno di pulcinella” proposta dalla compagnia nazionale di balletto con coreografie di luigi martelletta. Questi ultimi appuntamenti riconfermano il legame profondo tra il festival e la tradizione napoletana, inserendo anche la danza come ultimo racconto visivo e emotivo.
Il festival delle ville vesuviane resta così un’occasione per scoprire non solo capolavori architettonici ma anche per attraversare stagioni della cultura campana, a cavallo tra passato e presente. Il programma del 2025 punta a coinvolgere un pubblico ampio, combinando artisti di rilievo e proposte di grande varietà.
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