La recente scossa registrata nell’area dei Campi Flegrei ha riacceso l’attenzione sulla gestione del rischio vulcanico in questa zona molto delicata della Campania. Il ministro della protezione civile Nello Musumeci è intervenuto per chiarire la posizione del governo sull’eventuale trasferimento della popolazione e sulle misure in corso per fronteggiare le possibili emergenze. Le dichiarazioni arrivano dopo il terremoto che ha preoccupato cittadini e autorità locali, accentuando il dibattito sulle strategie di prevenzione e sicurezza.
Musumeci ha escluso l’ipotesi di un trasferimento forzato dell’intera popolazione che abita intorno alla caldera dei Campi Flegrei. Parlando a SkyTg24, ha definito estremo e ingiustificato lo spostamento di circa 500 mila persone al momento. La preoccupazione maggiore riguarda però alcune zone specifiche considerate più fragili e vulnerabili alle manifestazioni di bradisismo e scosse telluriche.
In queste aree, ha spiegato, sarebbe utile suggerire alle persone di lasciare temporaneamente la zona per evitare rischi diretti. L’attenzione si concentra soprattutto su quei punti dove il territorio si muove maggiormente e dove la qualità degli edifici non è adeguata a sopportare eventi sismici più importanti. Tuttavia, si tratta di interventi studiati e mirati, non di evacuazioni estese che coinvolgano l’intero bacino flegreo.
Un’altra questione affrontata riguarda la dichiarazione dello stato di emergenza. Per legge, questo deve essere proposto dal presidente della regione dopo aver ascoltato le autorità locali, come i sindaci e gli enti territoriali. Musumeci ha confermato che al momento tutte queste richieste non sono arrivate, neppure dopo la scossa recente. Senza istanze formali non è possibile per la protezione civile procedere con atti legati allo stato d’emergenza.
Il ministro ha inoltre sottolineato che se la richiesta arrivasse, questa accelererebbe alcune procedure necessarie alla gestione del rischio e alla sicurezza. Ma operare senza l’avallo del territorio e senza la sollecitazione delle autorità locali non rientra nelle prerogative tecniche del dipartimento che coordina l’emergenza. In questo senso, il dialogo e le decisioni condivise rimangono fondamentali.
La zona dei Campi Flegrei è abitata anche in aree dove lo Stato in passato – circa mezzo secolo fa – ha realizzato insediamenti residenziali, comprese abitazioni popolari. In queste località, convivere con il bradisismo rappresenta una realtà consolidata che non può essere ignorata. Musumeci ha ricordato come i sindaci insistano nel chiedere una convivenza con il rischio piuttosto che spostamenti forzati e ha confermato che la protezione civile si schiera al loro fianco in questo approccio.
Il concetto di mettere in sicurezza completamente un territorio esposto a fenomeni naturali di questo tipo viene definito una forma di ipocrisia, poiché non esiste una zona totalmente immunizzata da eventi imprevedibili. Al contrario, lo stato interviene direttamente destinando circa mezzo miliardo di euro a interventi sulla riduzione del rischio nelle strutture pubbliche e private esistenti.
Questo piano punta a rafforzare gli edifici, rendendoli più resistenti a possibili scosse, anche se, come sottolineato da Musumeci, il territorio rimane soggetto a movimenti e fenomeni naturali difficilmente gestibili. Perciò il governo insiste su un equilibrio pratico e realistico tra prevenzione e convivenza, senza illudere sulle possibilità di controllo totale di un’area come quella dei Campi Flegrei.
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