L’estate 2025 propone un ricco calendario di mostre in tutta Italia, capaci di coinvolgere visitatori con gusti diversi. Dai lavori di maestri contemporanei ai grandi classici della pittura, fino ai reportage fotografici che raccontano la trasformazione delle città durante eventi di rilievo. Bergamo, Roma, Milano e altre località offrono percorsi espositivi con opere che esplorano temi come il tempo, la memoria, i cambiamenti urbani e l’essenza della natura.
A Bergamo la Gamec ospita fino al 26 ottobre la mostra “Seasons” di Maurizio Cattelan. L’artista invita a soffermarsi sul passare del tempo e sulle complessità di vivere l’esistenza. L’esposizione si sviluppa in quattro sedi diverse della città, ognuna presenta uno o più lavori che creano un percorso narrativo. A Palazzo della Ragione è esposto “November” , un’opera che prende il nome da un mese che segna passaggi e trasformazioni. All’interno della Gamec sono visibili “Empire” e “No” , lavori che interrogano aspetti drammatici e reali del nostro tempo. Nel vicino Ex Oratorio di San Lupo si trova la scultura “Bones” , pezzo che personifica la materialità e la fragilità. Infine “One” occupa la Rotonda dei Mille, luogo storico nel cuore di Bergamo Bassa, in cui l’installazione site-specific stimola una riflessione immersiva sul tempo che si dipana. L’intero progetto si presenta come un invito alla contemplazione senza orpelli, con opere che parlano direttamente con lo spettatore, senza mediazioni spettacolari.
Al Vittoriano di Roma, fino al 28 settembre, si può visitare “Città aperta 2025. Roma nell’anno del Giubileo”, mostra fotografica dedicata al volto mutevole della città in un momento simbolico della sua storia. Partecipano i fotografi Diana Bagnoli, Alex Majoli e Paolo Pellegrin con immagini scattate durante il Giubileo indetto da papa Francesco. La curatela di Roberto Koch e Alessandra Mauro ha strutturato un percorso ricco di suggestioni visive. Le fotografie di Majoli mettono in scena una “drammaturgia” urbana, cogliendo gesti e situazioni che riflettono la tensione spirituale e sociale di quel periodo. Pellegrin esplora sia volti dei fedeli, di cui cattura le espressioni intime, sia un viaggio più personale dentro la città, mostrando ambienti e atmosfere lontani dal clamore turistico. Bagnoli invece trasforma la città in un mosaico cromatico, proponendo immagini a colori che raccontano un misticismo diffuso e capillare. La mostra restituisce così una Roma che vive e si trasforma, attraversata dalle diverse esperienze umane e spirituali legate al Giubileo.
Milano si anima con esposizioni di rilievo adatte a un pubblico interessato alle arti visive contemporanee. Al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, si trova “I Only Want You To Love Me”, antologica dei lavori del duo Lovett/Codagnone. Artisti nati rispettivamente in Pennsylvania e Milano, lavorano insieme dal 1995 con un approccio che unisce fotografia, video e scultura. La mostra, curata da Diego Sileo, racconta l’evoluzione della loro ricerca artistica con pezzi che vanno dai primi scatti a installazioni monumentali e cartelloni pubblicitari. Tra le opere spicca anche un nuovo neon prodotto apposta per questo evento. Sempre a Milano, a Palazzo Reale dal 22 luglio approda la prima grande mostra di Valerio Berruti, intitolata “More than Kids”. L’esposizione attraversa tutta la poetica dell’artista, molto attento ai temi dell’infanzia e dell’esistenza. Tra sculture monumentali e opere inedite spicca “La giostra di Nina”, un grande carosello – con musica originale composta da Ludovico Einaudi – sul quale i visitatori possono anche salire, vivendo così l’opera in prima persona. Questa iniziativa combina il racconto pittorico con installazioni coinvolgenti.
Perugia propone fino al 15 settembre una mostra dedicata a uno dei capolavori di Amedeo Modigliani, “Nu couché” , proveniente dalla Pinacoteca Agnelli di Torino. L’evento fa parte della serie “Un capolavoro a Perugia” e mette in evidenza un gruppo di otto opere di Modigliani. Queste vengono affiancate a lavori di arte antica, europea ed extraeuropea, creando un dialogo tra epoche e culture diverse. Questa scelta offre al visitatore la possibilità di apprezzare le sfumature del percorso artistico di Modigliani, in confronto a riferimenti visivi lontani nel tempo e nello spazio. La mostra suggerisce così una nuova lettura della produzione artistica del maestro livornese, mettendo in risalto le radici e le influenze che l’hanno attraversata.
A Matera, il Museo della Scultura Contemporanea ospita, dal 5 luglio al 5 ottobre, “Dadamaino. Segni, grafie, spazi”, curata da Flaminio Gualdoni. La rassegna offre un’ampia selezione delle opere realizzate dall’artista tra il 1975 e il 1996, accompagnata da alcune ceramiche inedite create negli anni Settanta proprio a Matera. In questa esposizione si può cogliere la complessità del lavoro di Dadamaino, tra segni grafici e spazi scultorei, che hanno influenzato la scena dell’arte italiana contemporanea. Intanto ad Aosta, al Centro Saint-Bénin dal 19 luglio al 9 novembre, si svolge “Brassaï. L’occhio di Parigi”. La retrospettiva presenta oltre 150 stampe d’epoca, sculture, documenti e oggetti provenienti dall’archivio del fotografo ungherese naturalizzato francese. La mostra approfondisce il lavoro di Brassaï con particolare attenzione alle fotografie della capitale francese e alla vita notturna parigina, cogliendo la città nei suoi aspetti più autentici.
Fino al 19 ottobre, a Zona Conce Fabriano, in provincia di Ancona, è visitabile “Passaggi Mario Giacomelli Simone Massi”. La mostra nasce per celebrare il centenario della nascita di Giacomelli e presenta uno sguardo inedito sulle sue fotografie a confronto con i disegni di Simone Massi, illustratore e regista di animazione. Le 35 fotografie e altrettanti disegni diventano così un dialogo concreto tra due modi diversi di raccontare l’immagine in movimento, appoggiandosi su tecniche differenti. Questo confronto porta alla luce le affinità, ma anche le differenze di linguaggio, fatta di luci, ombre, movimento e narrazione, tra fotografia artistica e animazione.
Al Museo Novecento di Firenze, fino al 29 ottobre, si trova la personale dedicata all’artista e ambientalista americana Haley Mellin, intitolata “Siamo Natura”. Curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, l’esposizione illustra la pratica dell’artista, che dipinge paesaggi protetti direttamente all’aperto. Mellin riduce l’impatto ambientale del suo lavoro eliminando riscaldamento, raffreddamento ed elettricità nelle sue attività. Il progetto si articola su dipinti di piccolo formato realizzati seguendo il ritmo delle stagioni e negli studi all’aperto. Questa mostra rappresenta un invito a osservare la natura e i suoi cambiamenti con sensibilità e attenzione, attraverso lo sguardo di un’artista molto legata all’ambiente.
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