L’inchiesta sugli scandali legati ai concorsi pubblici nelle asl del Lazio, in particolare a Latina, mostra sviluppi importanti. I due filoni principali del caso, quello in fase processuale e quello legato a indagini secondarie, offrono un quadro più articolato di quanto emerso finora. Il processo principale è vicino a una sentenza, mentre un secondo filone si sta avviando verso richieste di archiviazione per alcuni indagati. I fatti risalgono al 2020 e coinvolgono decine di candidati, amministratori e funzionari pubblici.
Nel settembre 2023, la Procura aveva inviato un avviso di conclusione indagini nei confronti di alcune persone implicate nella rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito delle procedure concorsuali. Questo secondo filone riguarda indagati denunciati a piede libero e fa seguito a intercettazioni telefoniche che avevano acquisito conversazioni significative tra candidati. Tra queste, una registrazione mostrava un aspirante concorrente parlare apertamente con un conoscente sul contenuto delle prove o sui meccanismi illeciti utilizzati.
L’inchiesta si avvia verso la chiusura per alcuni imputati, con richieste di archiviazione da parte della Procura. Al momento restano riservati dettagli precisi sulle motivazioni che hanno portato a questa decisione, ma la scelta segnala un ridimensionamento dei sospetti per alcuni coinvolti. Le registrazioni telefoniche sono state uno strumento chiave per ricostruire le dinamiche delle irregolarità e per mettere in luce possibili scambi di informazioni vietate nel contesto della selezione pubblica.
Nel 2020, l’Asl di Latina aveva organizzato, insieme ad altre asl del Lazio come Frosinone, Viterbo e Roma 3, due concorsi pubblici in forma aggregata. Il primo bando riguardava 23 posti da collaboratore amministrativo e aveva raccolto oltre mille candidature. Nella seconda prova, i posti disponibili erano 70 per la qualifica di assistente amministrativo e le domande erano state più di duemila.
Questi concorsi sono diventati il centro di un’indagine ampia, soprattutto per presunte irregolarità nella gestione delle prove e nella composizione delle commissioni esaminatrici. Le prove si sarebbero svolte ad agosto 2020, e le accuse riguardano la possibile alterazione dei risultati a favore di candidati indicati da alcuni funzionari o rappresentanti politici. Il numero elevato di partecipanti e la rilevanza del ruolo pubblico hanno reso questi casi particolarmente sensibili per la comunità locale.
Il procedimento giudiziario più rilevante si è sviluppato a partire dal 2021, dopo l’esecuzione di misure cautelari nei confronti di diversi soggetti. Tra gli imputati principali c’è Claudio Moscardelli, noto ex segretario provinciale del Pd e parlamentare pontino. Con lui, sono nel processo Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, che all’epoca dei fatti erano rispettivamente presidente e segretario della commissione esaminatrice della Asl di Latina.
I capi d’accusa comprendono corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. L’istruttoria ha raccolto carteggi e testimonianze che proverebbero, secondo l’accusa, un sistema di favori e scambi illeciti per pilotare i concorsi. “L’udienza è fissata per il 12 dicembre 2025, con la discussione del pubblico ministero Valerio De Luca che aprirà la fase conclusiva.” Seguiranno gli interventi delle parti civili e le arringhe difensive degli imputati, che tenteranno di confutare le accuse o di chiarire i ruoli avuti nei fatti contestati.
A quel punto, il processo entra nel vivo, con il Tribunale di Latina chiamato a valutare le prove raccolte durante gli anni di indagine. La sentenza attesa entro fine anno interesserà non solo i protagonisti della vicenda, ma anche la gestione futura delle procedure concorsuali nelle amministrazioni locali. La vicenda resta un caso significativo di abuso nella selezione del personale pubblico nel Lazio.
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