Le strutture sportive dell’Abruzzo sono al centro di un confronto importante, nato per delineare la strada da seguire nella gestione e nella progettazione di questi spazi. Un recente seminario tenutosi all’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara ha messo a fuoco il futuro degli impianti sportivi regionali, mostrando dati aggiornati e invitando esperti per condividere esperienze sul campo. L’evento, promosso dall’Ordine degli Ingegneri di Chieti e sostenuto da enti come il CONI Abruzzo, è stata l’occasione per parlare non solo delle criticità ma anche delle possibili soluzioni in un settore che coinvolge direttamente tanti comuni e cittadini.
Nel cuore dell’Università G. d’Annunzio, tra Chieti e Pescara, si è svolto un incontro dedicato ai temi cruciali dell’impiantistica sportiva regionale. Il titolo, “Dalla progettazione alla gestione: le nuove frontiere dell’impiantistica sportiva”, racchiudeva la volontà di mettere a confronto professionisti, amministratori e tecnici per capire come muoversi di fronte alle sfide attuali. L’Ordine degli Ingegneri di Chieti ha fatto da padrona di casa, mentre enti come il CONI Abruzzo, la provincia di Chieti e ANCI Abruzzo hanno garantito il supporto istituzionale.
L’evento ha voluto non solo evidenziare i problemi di vecchiaia e gestione degli impianti, ma soprattutto cogliere le opportunità per rinnovare queste strutture, mirando a un uso sostenibile e funzionale. Gli interventi tecnici hanno toccato aspetti della sicurezza, manutenzione e nuovi sistemi di gestione facilitata, aprendo una rete di confronto che coinvolge professionisti di rilievo e amministratori pubblici.
Durante il seminario sono stati illustrati i dati dell’ultimo censimento CONI sulle infrastrutture sportive in Abruzzo. Nel dettaglio, la regione conta 1.815 impianti, dei quali 1.555 risultano attualmente in uso e distribuiti su 305 comuni. C’è però una criticità importante: circa il 20% degli impianti, ovvero 260 strutture, è fuori uso. La causa principale è lo stato di conservazione inadeguato, che limita l’accesso e la fruibilità.
L’analisi ha distinto le tipologie di impianti: 1.040 strutture dedicate agli sport, 285 spazi scolastici e 191 playground pubblici. La maggioranza appartiene a enti pubblici, con un numero pari a 1.246. A livello provinciale la leadership spetta a Chieti con 566 impianti, seguita da Aquila con 460, Teramo con 457 e Pescara con 332. Questi dati non solo illustrano la distribuzione territoriale ma anche le differenze di gestione e sviluppo.
L’appuntamento ha coinvolto figure di rilievo nel settore. Massimo Majowiecki, ingegnere che ha firmato progetti come lo Stadio delle Alpi e lo Stadio Olimpico di Roma, ha portato la sua esperienza internazionale. Accanto a lui, Francesco Gianello, direttore del facilities management della Juventus e presidente di ESSMA, ha illustrato le tecniche più aggiornate per la gestione efficiente degli impianti.
Tra gli altri partecipanti sono intervenuti anche Sergio Moltelpare e Luca Verna, insieme al comandante dei vigili del fuoco di Chieti, che ha condiviso le problematiche legate alla sicurezza. Non è mancato il contributo di Massimiliano Fratini, esperto dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, che ha parlato delle modalità di finanziamento accessibili per le strutture sportive.
L’obiettivo comune dei relatori è stato aprire una discussione sulle soluzioni da adottare, confrontando idee e metodi applicati in grandi impianti con la realtà più rigida di un territorio regionale, spesso minacciato dall’obsolescenza strutturale e carenze gestionali.
Massimo Staniscia, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Chieti, ha definito l’incontro più di un semplice momento di formazione. Ha posto l’accento sulla necessità di combinare competenza tecnica e aggiornamento continuo per trasformare le difficoltà in occasioni di rinnovamento sostenibile.
Secondo Staniscia, “il futuro degli impianti sportivi in Abruzzo deve basarsi su una visione che metta al centro la manutenzione e la gestione dinamica.” Il seminario, nelle sue parole, rappresenta un manifesto programmatico per un percorso condiviso dall’ingegneria locale. Questa strada potrebbe ridurre il numero degli spazi abbandonati e migliorare la qualità degli impianti, affinché siano pronti a rispondere alle esigenze di una comunità sempre più attenta alle attività sportive.
L’evento ha evidenziato quindi il legame tra progettazione moderna e amministrazione rigorosa, segno che l’Abruzzo vuole tenere il passo con le sfide di oggi nel campo delle infrastrutture sportive.
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