La Fondazione Museo Archivio Storico Banco di Napoli – ilCartastorie ha attivato un innovativo servizio su richiesta per chi vuole esplorare la storia dei propri antenati o approfondire temi economici e artistici legati al Sud Italia. Chi non può recarsi di persona o non ha esperienza con gli archivi ora può contare sul supporto diretto dello staff specializzato della fondazione. Questa iniziativa apre nuovi orizzonti per ricercatori, istituzioni o semplici appassionati, permettendo di accedere in modo semplice e preciso a decine di milioni di documenti storici conservati nel vasto archivio.
La ricchezza documentaria del banco di napoli
L’archivio del Banco di Napoli custodisce un patrimonio unico, frutto delle attività svolte dall’istituto e dai suoi predecessori nel corso di oltre quattro secoli. Si tratta di fonti preziose sui rapporti economici, sociali e artistici sviluppatisi nel Mezzogiorno d’Italia dall’Età Moderna fino ai giorni nostri. Le carte registrano operazioni di pagamento, contratti di lavoro e persino le commesse artistiche, offrendo così una finestra diretta sul passato dei territori napoletani e dei loro abitanti.
Fondo apodissario e riconoscimento unesco
Il fondo apodissario dell’archivio, inserito nel 2023 nel Registro della memoria del mondo dell’Unesco, racconta in modo dettagliato i rapporti tra il Banco e la sua clientela. Comprende nominativi di correntisti, registri contabili e causali di ogni singola transazione. Questi documenti costituiscono una base essenziale per ricerche genealogiche e storiche che svelano storie personali ma anche dinamiche economiche complesse di intere comunità.
Come funziona il servizio su commissione
Il nuovo servizio permette di affidare allo staff della fondazione il compito di cercare informazioni specifiche all’interno dell’archivio. Chi ha difficoltà a muoversi fisicamente o non sa come orientarsi tra documenti antichi ora può richiedere ricerche su misura. Le richieste possono riguardare temi diversi: da informazioni genealogiche ai dati sull’attività economica medievale e moderna, fino a ricerche sui rapporti tra artisti e committenti.
La procedura per accedere al servizio
La procedura prevede una prima fase di consultazione online o telefonica, per definire insieme al committente i contenuti e l’ambito della ricerca. Poi il personale esperto, grazie alla propria conoscenza degli archivi e alle tecniche di digitalizzazione, procede a raccogliere i dati e consegnare risultati dettagliati. Alla base c’è la lettura puntuale dei registri contabili, delle pandette e dei giornali copia polizze, nonché l’analisi delle causali che spiegano il motivo di ogni spesa o entrata.
Un patrimonio aperto alla comunità e alla ricerca
L’archivio si estende su circa 14 mila metri quadri e contiene quasi 100 chilometri di documenti, con oltre 17 milioni di nomi. Il presidente della Fondazione, Marcello d’Aponte, ha sottolineato come questo patrimonio possa offrire sia nuove conoscenze da restituire alla comunità locale, sia un supporto concreto a studiosi e storici.
Per anni, molte ricerche sono state rallentate dalla difficoltà di accesso o dalla complessità delle fonti. Ora, con questo servizio, si abbassa il primo scoglio per accedere a informazioni spesso invisibili. Il museo e l’archivio si aprono quindi non solo come custodi della memoria storica, ma come protagonisti di un dialogo diretto con chi desidera scoprire e raccontare storie d’epoca attraverso carte uniche.