Un uomo di 43 anni è stato sottoposto a obbligo di dimora dopo un’indagine dei carabinieri che ha fatto luce su una truffa ai danni di un’anziana residente nella provincia di Rieti. L’episodio conferma la fragilità a cui spesso sono esposte le persone anziane in casi di raggiri telefonici e mette in evidenza il lavoro delle forze dell’ordine nel contrastare questi reati.
Le indagini che hanno portato al provvedimento
I carabinieri della compagnia di Cittaducale, insieme alla stazione locale di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito un provvedimento emesso dal tribunale ordinario di Rieti. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’obbligo di dimora con permanenza notturna e l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria, misure applicate all’uomo di 43 anni ritenuto responsabile di truffa e sostituzione di persona. Le indagini erano partite dalla stazione di Pescorocchiano e dall’aliquota operativa della compagnia, che hanno raccolto elementi che dimostrano la colpevolezza dell’indagato.
Denuncia e ricostruzione
Il lavoro investigativo si è sviluppato dopo la denuncia presentata dalla vittima, una 97enne di Pescorocchiano, che aveva descritto il responsabile e raccontato come il raggiro fosse stato orchestrato. Gli investigatori sono riusciti a tracciare il veicolo usato per la truffa e a identificare con precisione il 43enne, confermando così la dinamica dei fatti. La misura restrittiva rappresenta una risposta più rigorosa rispetto alla denuncia in stato di libertà emessa in precedenza dai carabinieri dello stesso comando.
La dinamica della truffa e i metodi usati
L’uomo aveva contattato telefonicamente la donna fingendo di essere suo figlio. Durante le telefonate, il truffatore chiedeva soldi e gioielli con una scusa ben studiata: sosteneva che la vittima dovesse pagare dei debiti derivanti da utenze domestiche. In questo modo aveva convinto la 97enne a consegnargli una somma che superava i 4.500 euro in contanti e preziosi. Questa pratica rientra nella cosiddetta «truffa del maresciallo», un raggiro telefonico molto diffuso che si appoggia sul timore e sulla confusione degli anziani.
Elementi chiave per le indagini
Il racconto della vittima è stato fondamentale, così come la pronta comunicazione dell’accaduto ai carabinieri. La descrizione offerta dall’anziana, la localizzazione del veicolo usato per recuperare la refurtiva e le successive verifiche hanno agevolato gli investigatori nel riconoscere e fermare il responsabile. La persistenza del truffatore nel mantenere un ruolo fittizio ha complicato leggermente le indagini, ma alla fine la raccolta di prove è stata decisiva.
L’appello ai cittadini e le precauzioni da adottare
L’arma dei carabinieri ha rivolto un invito a tutti, soprattutto agli anziani, a restare molto cauti di fronte a richieste di denaro avanzate al telefono da sconosciuti. Occorre diffidare da chi si presenta con pretesti poco chiari e da interlocutori che si fingono familiari in difficoltà. É importante verificare subito l’identità della persona con cui si parla, chiamando direttamente i familiari o la polizia.
Consigli utili
In casi di sospetto o dubbio, è consigliato contattare il 112, numero unico di emergenza, o recarsi alla stazione dei carabinieri più vicina. Questo gesto può bloccare la truffa sul nascere e impedire che altre persone cadano nella stessa trappola. Le forze dell’ordine continuano a vigilare e si affidano alla collaborazione dei cittadini per arginare questi fenomeni che colpiscono soprattutto chi è più vulnerabile.