Fare Verde Castelliri ha rilevato la presenza del punteruolo nero in località Santa Salome. Questo coleottero alieno sta causando danni gravi alle piante di fico, compromettendo il patrimonio agricolo locale. Marco Belli, presidente di Fare Verde Provincia di Frosinone, ha confermato che al momento non esiste un protocollo obbligatorio per contrastare il parassita, difficile da debellare. La scoperta riaccende l’attenzione sulla diffusione di specie aliene che minacciano gli ecosistemi della provincia.
Il punteruolo nero è un insetto originario dell’Asia, appartenente all’ordine dei coleotteri e alla famiglia dei curculionidi. La specie è riconoscibile per il rostro, una struttura allungata usata per scavare fori nel legno delle piante dove depone le uova. Le larve che nascono da queste uova si nutrono del legno, compromettendo la struttura delle piante ospiti.
Le prime segnalazioni di questo parassita in Italia risalgono al 2005, con la scoperta in un vivaio di Pistoia, in Toscana. Da lì, in pochi anni, l’insetto si è diffuso nella provincia di Lucca e in tutta la regione toscana. Successivamente ha raggiunto altre zone costiere come la Liguria e l’interno del Lazio, infestando nuovi ambienti e specie vegetali. La sua capacità di diffondersi e insediarsi su larga scala rappresenta una minaccia per le coltivazioni tradizionali, soprattutto quelle di piante da frutto come il fico.
Il punteruolo nero rappresenta un pericolo concreto per le piantagioni di fico, specie molto diffusa e apprezzata in Ciociaria e oltre. L’insetto scava gallerie nel legno, indebolendo gli alberi e compromettendo la capacità produttiva delle piante colpite. Le larve si alimentano del tessuto interno, causando spesso la morte degli esemplari in poco tempo.
Il problema è aggravato dall’assenza di protocolli obbligatori per il contrasto del punteruolo nero. La lotta contro questo parassita richiede trattamenti specifici e un monitoraggio costante, ma non esistono normative ufficiali che impongano interventi di contenimento. I metodi tradizionali non sempre danno risultati efficaci, rendendo difficile arginare la diffusione del coleottero e salvaguardare le colture. Gli agricoltori sono quindi esposti a rischi economici notevoli, soprattutto nelle zone dove il fico rappresenta una risorsa importante.
La segnalazione di Fare Verde sui danni del punteruolo nero non è un caso isolato. Nel 2019 la stessa organizzazione aveva lanciato l’allarme per un’altra specie aliena, il gambero rosso della Louisiana, individuato nel fiume Liri e nei comuni di Castelliri e Monte San Giovanni Campano. Questo crostaceo invasivo ha mostrato un impatto distruttivo sulla fauna locale, competendo con le specie native e alterando gli equilibri ambientali.
Situazioni simili dimostrano quanto sia radicata la problematica delle specie invasive nel territorio della provincia di Frosinone. La presenza di animali e insetti non autoctoni mette a rischio la biodiversità e le attività agricole tradizionali. Le associazioni locali invitano a una maggiore attenzione e a interventi più precisi per tutelare l’ambiente e le risorse naturali, soprattutto in assenza di regole rigide o di piani di intervento coordinati a livello regionale o nazionale.
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