La drammatica vicenda del peschereccio affondato a Anzio ha lasciato una scia di attesa e preoccupazione. Tony Magliozzi, il comandante dell’imbarcazione, risulta disperso dopo il naufragio avvenuto nelle prime ore del mattino. Le condizioni del mare e la visibilità ridotta in acqua hanno costretto le squadre di soccorso a fermare temporaneamente le ricerche subacquee. Intanto, gli enti di soccorso mantengono il controllo della zona, monitorando senza sosta l’area dove il relitto è stato individuato.
Le circostanze del naufragio del peschereccio a anzio
L’incidente è avvenuto al largo di Anzio, quando il peschereccio “Resurgo”, lungo circa 15 metri e dotato di rete a strascico, stava svolgendo attività di pesca. Secondo le prime ricostruzioni, la barca avrebbe imboccato l’acqua a causa del mare agitato, perdendo stabilità e rovesciandosi rapidamente.
Dinamica dell’incidente
Successivamente, si è fatta strada una spiegazione più dettagliata: durante la pesca a circa 4 miglia dalla costa, la rete sarebbe rimasta impigliata su un ostacolo sommerso, molto probabilmente un grosso scoglio. Questo ha provocato un arresto improvviso della barca, che si è inclinata e affondata in pochi istanti.
Il naufragio ha colto di sorpresa chi era a bordo, tra cui Tony Magliozzi e suo figlio Andrea, 37 anni. Quest’ultimo è riuscito a salvarsi e a uscire dall’acqua, mentre il comandante sembra essere rimasto intrappolato all’interno della cabina di pilotaggio del peschereccio.
Le operazioni di soccorso: difficoltà e monitoraggio continuo
Le ricerche per ritrovare il comandante disperso si sono dovute sospendere a causa della torbidità delle acque. I sommozzatori non hanno potuto agire in modo efficace, vista la scarsa visibilità che metteva a rischio le operazioni. Mentre il relitto è stato localizzato sul fondale a una profondità di circa 55 metri, le condizioni del mare e la sicurezza degli operatori impongono sospensioni frequenti delle attività subacquee.
Nel frattempo, la zona del naufragio è costantemente sorvegliata dall’alto da un elicottero dei vigili del fuoco, pronto a intervenire in caso di nuove emergenze. Anche la Capitaneria di porto ha schierato una motovedetta che pattuglia l’area, mantenendo un controllo stretto e assicurandosi che nessun altro traffico navale interferisca con le operazioni. La presenza continua di questi mezzi dimostra l’attenzione e la tensione rimasta alta dopo l’incidente.
Le indagini in corso sulle cause e le possibili responsabilità
Le autorità stanno approfondendo le circostanze che hanno portato all’affondamento del “Resurgo”. Oltre alla prima ipotesi del mare mosso, resta centrale l’analisi dell’ingaggio della rete con il fondale. Un avvicinamento troppo rapido a un ostacolo sommerso può causare danni strutturali o squilibri difficili da gestire, soprattutto in condizioni marine instabili.
In questa fase, si cercano testimonianze e dettagli tecnici che possano chiarire se si è trattato di una manovra obbligata o di un errore umano. L’esperienza del comandante e le condizioni del peschereccio saranno elementi cruciali per ricostruire quanto successo. Anche il racconto di Andrea, figlio sopravvissuto, potrà offrire un quadro più preciso degli attimi che hanno preceduto la tragedia. Gli investigatori valuteranno ogni pista per spiegare perché l’imbarcazione abbia perso rapidamente il controllo.
Profili e testimonianze legate al comandante e al figlio
Tony Magliozzi, comandante dell’imbarcazione, era noto nella comunità peschereccia di Anzio. Con anni di esperienza alle spalle, guidava il suo peschereccio con sicurezza. A bordo quel giorno c’era anche il figlio Andrea, che ha vissuto momenti di paura e ha dato l’allarme appena riuscito a mettersi in salvo.
Andrea ha raccontato di come il peschereccio abbia perso l’assetto in modo improvviso, sbilanciandosi fino a sprofondare. La sua testimonianza è fondamentale per capire l’entità della crisi vissuta in pochi istanti. Le sue condizioni di salute sono state monitorate dopo il salvataggio ma non si segnalano ferite gravi. Restano aperti gli interrogativi sul possibile intervento tempestivo e sulle possibilità di salvataggio del padre, rimasto nell’imbarcazione affondata.
Il legame tra i due e la tragedia vissuta rende ancora più toccante la vicenda, mentre la comunità locale segue con attenzione l’evolversi dei soccorsi.
Le forze di soccorso rimangono pronte a riprendere le ricerche appena le condizioni lo permetteranno, mantenendo alta la speranza di ritrovare il comandante o almeno recuperare il relitto. L’area intorno a Anzio continua a essere sotto osservazione rigorosa, alla ricerca di ogni segnale utile a fare luce su questa scomparsa in mare.