Il museo di città della scienza, distrutto dall’incendio del 2013, è pronto a ripartire con un progetto di ricostruzione articolato in lotti funzionali per un investimento complessivo di circa 70 milioni di euro. Dopo anni di stop e una lunga gestione di debiti, l’istituzione guidata da riccardo villari ha riavviato i fondi fsc e sta per avviare la gara d’appalto che potrebbe far partire i lavori all’inizio del 2026. Questo passo segna un momento importante per restituire alla comunità un polo scientifico che ha grande rilievo anche per i giovani e per lo sviluppo culturale della campania.
L’incendio che ha distrutto il museo di città della scienza è avvenuto nel 2013, lasciando un vuoto culturale e scientifico nel tessuto sociale di napoli. Da allora, gli sforzi si sono concentrati su due fronti paralleli: da un lato, l’inchiesta in corso per chiarire le cause e le responsabilità dell’incendio; dall’altro, la ricostruzione vera e propria del complesso museale.
Riccardo villari, presidente di città della scienza, ha sottolineato come l’interesse primario sia rivolto oggi a far partire i lavori di ricostruzione per restituire un luogo di cultura scientifica non solo alla città, ma alla regione campania e al paese intero. La complessità dell’opera e la lunga attesa hanno richiesto anche un importante lavoro amministrativo e finanziario per garantire le risorse necessarie. Il via libera per la fase progettuale degli interventi e la disponibilità economica rappresentano un passo decisivo dopo un decennio di difficoltà.
Il costo totale stimato per la ricostruzione si aggira intorno ai 70 milioni di euro. Una parte consistente dei fondi proviene dai finanziamenti FSC 2007-2013, risorse che erano a rischio di perdita ma che grazie a una riassegnazione sono ora nuovamente attive per sostenere la prima fase dei lavori. Questa prima tranche dispone di un budget di circa 21 milioni e mezzo, destinato alla realizzazione di un lotto funzionale del museo.
Villari ha illustrato come la ricostruzione sarà suddivisa in fasi operative, riflettendo un modello già adottato in passato per la costruzione del vecchio museo. Si prevede dunque di realizzare progressivamente i vari spazi, avendo però a disposizione fin da subito tutto il progetto complessivo. Questa strategia dovrebbe consentire di iniziare i cantieri rapidamente senza attendere il completamento totale dei finanziamenti successivi, che verranno sfruttati nel corso della stessa attività costruttiva.
La suddivisione in lotti funzionali permette una flessibilità nel cantiere che si è dimostrata efficace in passato, facilitando anche la gestione economica e finanziaria dell’intero intervento.
La fase istruttoria per la gara d’appalto è conclusa, e la procedura per l’assegnazione dei lavori partirà a breve. Il presidente villari si aspetta che l’aggiudicazione avvenga entro 60 giorni. Se tutto procede così, i cantieri potrebbero aprire entro quattro mesi da quella data, orientativamente all’inizio del 2026.
Questi tempi tengono conto delle consuete fasi burocratiche e delle operazioni preliminari necessarie prima di mettere mano al cantiere. La programmazione anticipata rappresenta una garanzia per il mantenimento degli stanziamenti e per evitare ulteriori ritardi. Il museo di città della scienza riprenderà quindi il suo cammino verso la rinascita, mettendo in campo un piano concreto e definito.
La ricostruzione del museo non è solo un fatto edilizio o economico. Villari ha ricordato la situazione critica da cui sono partiti, con un debito ingente di 20 milioni e una grave crisi interna che aveva colpito anche gli stipendi dei dipendenti. La stabilità finanziaria è stata recuperata progressivamente, creando le condizioni per il rilancio di un’istituzione che riveste un ruolo fondamentale nel panorama scientifico e culturale della campania.
Il progetto progettato guarda al futuro, alla scienza, e alle nuove generazioni che potranno avere uno spazio moderno dove confrontarsi e imparare. La ripresa dei lavori segna un momento cruciale per città della scienza, che torna al centro dell’attenzione come polo di cultura e innovazione. La mobilitazione della comunità e la perseveranza degli addetti ai lavori preparano il terreno per restituire alla città un patrimonio prezioso rimasto per anni ai margini.
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