L’episodio risale a un mese e mezzo fa, quando in via Lazio a Aprilia avvenne un agguato a colpi di pistola vicino alla casa di un noto pregiudicato. L’uomo, sottoposto a sorveglianza speciale e con obbligo di soggiorno proprio a Aprilia, sparì nei giorni successivi all’evento. La sua fuga terminò in una villetta alla periferia di Zagarolo, dove i carabinieri lo trovarono con un’arma e materiali per creare munizioni.
Dagli ultimi giorni di maggio 2025 la caccia all’uomo si è concentrata proprio su questo soggetto già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, che aveva ricevuto obbligo di soggiorno nel comune di Aprilia e doveva rimanervi senza allontanarsi, sparì subito dopo l’agguato di cui si sospettava potesse essere lui il vero bersaglio. I carabinieri di Aprilia, insieme a colleghi della zona di Zagarolo, lo hanno rintracciato in un’abitazione isolata fuori città.
Nella villetta sono stati sequestrati una pistola e componenti per assemblare proiettili, un dettaglio che testimonia una possibile preparazione per un confronto armato futuro. L’uomo aveva con sé tutto il necessario per difendersi in caso di nuovi scontri, sintomo che era ancora pronto a mantenere un ruolo attivo nella sua rete criminale. La sorveglianza speciale, in questo contesto, non ha impedito il suo spostamento fuori dal comune, aprendo scenari sulle modalità di controllo e i rischi di tali misure restrittive.
L’attacco in via Lazio aveva coinvolto due carabinieri, ma fin da subito è stato chiaro che probabilmente non fossero loro il vero obiettivo. Uno dei militari era arrivato a Aprilia da pochi giorni, poco più di una settimana; l’altro prestava servizio in un’altra provincia e non aveva legami con la città. È difficile immaginare che qualcuno volesse colpirli su commissione locale.
Gli inquirenti si interrogano su chi, quella sera, guidasse l’auto bianca a bordo della quale viaggiavano i due carabinieri e come si colleghi questo dettaglio alla zona dove è avvenuto l’agguato. La vicinanza con la residenza di Niko Fugante, il principale sospettato rintracciato poi a Zagarolo, è un elemento cruciale su cui si concentrano approfondimenti. Il fatto che questo episodio sia accaduto così vicino alla sua abitazione suggerisce un legame diretto tra lui e la dinamica dell’agguato, anche se finora non sono emersi commenti ufficiali da parte dei carabinieri o dell’arrestato.
Niko Fugante è conosciuto in città per essere salito negli anni all’interno di circuiti criminali locali. Le sue attività spaziano dalla ricettazione alle rapine e al possesso di armi, configurando un profilo di crescente pericolosità. La fuga da Aprilia e la scelta di nascondersi fuori dal territorio comunale, con pistola e materiali per munizioni, rafforzano l’ipotesi che temesse un attacco nei suoi confronti.
Il timore di un assalto contro di lui, anziché sui carabinieri, assume forza considerando il contesto criminale in cui operava. Questo rende la sua latitanza un episodio fondamentale per capire gli intrecci della criminalità locale e i possibili nuovi scenari di violenza in città. Le autorità mantengono il riserbo sulle informazioni raccolte durante l’arresto, ma la vicenda alimenta attenzione e tensione nel territorio di Aprilia, ancora scosso dagli eventi.
La vicenda prosegue sotto la lente degli investigatori, che cercano di definire con precisione i motivi e i protagonisti dell’agguato, mentre la presenza di armi nascoste testimonia una preparazione diretta o indiretta a uno scontro armato. Zagarolo, nel frattempo, diventa il punto finale della fuga di un uomo al centro dell’inchiesta su uno degli episodi più violenti degli ultimi tempi nel sud del Lazio.
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