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Riprendono i corsi sul giornalismo culturale negli spazi dedicati alla cultura a roma

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Il 17 luglio 2025 torna un appuntamento importante per il giornalismo culturale nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. L’iniziativa, promossa dal presidente Guido D’Ubaldo insieme all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, segna un altro passo nella formazione dei professionisti che raccontano arte, letteratura e spettacolo. Questa volta il focus è su Ennio Flaiano, figura chiave del Novecento, attraverso un corso che esplora il suo modo unico di narrare Roma e la cultura italiana.

Il progetto di formazione sul giornalismo culturale promosso dall’ordine dei giornalisti del lazio

Il progetto di formazione ideato dal presidente Guido D’Ubaldo parte dal 2023 con l’intento di portare corsi dedicati al giornalismo culturale all’interno degli stessi luoghi della cultura. Biblioteche storiche, musei, teatri e perfino set cinematografici diventano così sedi di approfondimento e confronto. L’obiettivo è affiancare ai giornalisti competenze specifiche per raccontare con strumenti aggiornati il patrimonio artistico e culturale.

La collaborazione con la Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore del Ministero della cultura garantisce una cornice istituzionale forte e un legame stretto tra formazione e tutela del patrimonio culturale. Le sessioni si articolano con interventi di esperti e professionisti provenienti da vari ambiti, offrendo punti di vista diversificati su temi di attualità legati all’arte, alla letteratura, al cinema.

Il corso previsto per metà luglio 2025 rappresenta la prosecuzione di questa serie, occupandosi di un personaggio che ha lasciato tracce profonde nel giornalismo ma anche nel teatro e nella letteratura italiana. Queste iniziative, articolate in incontri periodici, mirano a creare una rete di giornalisti capaci di cogliere e trasmettere il valore culturale dei temi trattati, evolvendo il modo di raccontare piazze, città e spazi urbani.

L’eredità di ennio flaino: un narratore di roma e della cultura italiana

Ennio Flaiano nasce a Pescara nel 1910 ma la sua maturazione avviene nella capitale, che gli offre sfondi e stimoli rinchiusi nella cornice della Roma del dopoguerra. Giornalista, scrittore e sceneggiatore, Flaiano si segnala per la versatilità e la profondità con cui affronta temi culturali e sociali.

Il suo unico romanzo, “Tempo di uccidere”, vinse il premio Strega nel 1947, ma Flaiano è noto soprattutto per saggi e articoli usciti su testate come Il Mondo, il Corriere della Sera, L’Europeo e L’Espresso. La sua scrittura si caratterizza per un sarcasmo sottile e un’attenzione precisa all’osservazione della realtà quotidiana. Ne derivano racconti, elzeviri e riflessioni che esplorano il lato contraddittorio e complesso della società romana e italiana.

Di rilievo anche la sua attività nel cinema, come sceneggiatore di capolavori come “La dolce vita” e “Otto e mezzo” di Federico Fellini. La sua collaborazione con il regista contribuisce a definire un immaginario visivo e narrativo intenso sulla città eterna. La Roma di Flaiano non è mai solo sfondo, diventa protagonista sofferta e ironica.

Nel teatro, “Un marziano a Roma” resta un testo emblematico, ancora oggi fonte di confronto per chi vuole raccontare la capitale con gli occhi di chi coglie l’anomalia, l’estraneità e la stranezza della vita metropolitana. Anche la sua città natale celebra il suo lavoro con il Premio Flaiano, nato nel 1973 per ricordare la sua influenza sui diversi linguaggi artistici.

Il corso del 17 luglio 2025: programma, ospiti e focus sugli aspetti multidisciplinari

Il corso a Roma si apre con i saluti istituzionali di Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, e Stefano Campagnolo, direttore della Biblioteca Nazionale Centrale. Segue una serie di interventi che si concentrano sugli aspetti giornalistici, letterari, teatrali e cinematografici legati alla figura di Flaiano.

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Tra i relatori, il regista e sceneggiatore Enrico Vanzina racconta il lavoro con la sua eredità artistica. Fabio Isman, giornalista de Il Messaggero, approfondisce il ruolo di Flaiano nel giornalismo italiano. Paolo Conti, editorialista del Corriere della Sera, commenta l’influenza che la scrittura dello scrittore ha avuto nelle pagine culturali tradizionali.

Interviene anche l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, che analizza il rapporto di Flaiano con la città e come questo si rifletta nell’immaginario collettivo. La giornalista Tiberia De Matteis, de Il Tempo, approfondisce temi più attuali legati alla narrazione della capitale. Fabrizio Corallo presenta il documentario “Ennio Flaiano – straniero in patria”, che esplora aspetti meno noti della sua vita.

Chiude la giornata Luca Telese, direttore de Il Centro, mentre la conduzione spetta a Lorenza Fruci, che coordina il dibattito e stimola l’interazione tra i partecipanti. Il corso si inserisce in un ciclo di incontri formativi che hanno portato il giornalismo a dialogare direttamente con gli spazi culturali, consolidando sul campo competenze specifiche.

Il valore dei luoghi della cultura come ambienti di formazione pratica per il giornalismo

La scelta di ospitare i corsi sul giornalismo culturale in biblioteche, musei e set cinematografici risponde a una logica pratica e simbolica. I luoghi della cultura offrono un contesto diretto per confrontarsi con opere, archivi, documenti originali e spazi di confronto reale.

Questa esperienza pratica stimola i giornalisti a costruire narrazioni precise, contestualizzate e ricche di dettagli, permettendo di superare approcci generici o superficiali. La presenza fisica in quei luoghi arricchisce la comprensione e rende il racconto più vivido e autentico.

I corsi mirano a far affinare tecniche di scrittura e ricerca, perfezionando lo sguardo critico verso le fonti e il patrimonio culturale. Consentono di non perdere di vista il rapporto tra cronaca, analisi e memoria storica, soprattutto in uno scenario urbano come Roma che conserva molto.

In effetti, questo metodo abbassa la distanza tra il sapere accademico e il lavoro di chi deve trasferire quella conoscenza a un pubblico più ampio, spesso in formato giornalistico. Roma, con i suoi numerosi tesori, si conferma un laboratorio ideale per una formazione sul campo, capace di creare nuove generazioni di cronisti capaci di raccontare con rigore e passione.

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