Un’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna ha portato alla luce un sistema di riciclaggio di denaro sporco collegato ai clan camorristici di Caivano. Le somme, provento di attività illecite come spaccio e estorsioni, venivano reinserite nell’economia reale investendo in scommesse su “10 e lotto” e eventi sportivi. Le autorità hanno arrestato sette persone coinvolte, con provvedimenti che prevedono sia il carcere che gli arresti domiciliari.
Riciclaggio attraverso il 10 e lotto: come funzionava il giro
Le indagini hanno permesso di ricostruire un meccanismo preciso e articolato. Tra settembre e ottobre 2022, sarebbero stati investiti oltre 766mila euro attraverso giocate sul “10 e lotto”. Di questi, circa 137mila euro provenivano da attività illegali collegate ai clan camorristici di Caivano, in particolare i Sautto-Ciccarelli e Angelino-Gallo. Questi soldi venivano puntati in modo sistematico e le vincite ottenute venivano poi valorizzate per mascherare l’origine illecita del denaro.
Una parte delle vincite risultava intestata fittiziamente a una donna che, in realtà, non aveva alcun diritto reale su quei fondi. Attraverso questa figura di comodo, venivano acquistati beni e trasferite somme che servivano a ripulire i proventi illegali. Le puntate effettuate erano studiate per generare vincite maggiori rispetto all’importo investito, come evidenzia una serie di scommesse di poco più di 50mila euro che hanno portato a un guadagno finale di 155mila euro.
Dettagli delle giocate e vincite sospette connesse ai clan
Alcuni episodi emersi durante le indagini raccontano bene il metodo usato. Il 29 settembre 2022 la donna indicata ha effettuato cinque giocate sui numeri 5-25-85, vincendo complessivamente 45mila euro, con ogni giocata che fruttava circa 9mila euro. Non a caso, il 13 ottobre dello stesso anno, ha ripetuto la strategia con dieci puntate sui numeri 6-26-90, portando a una vincita di 90mila euro.
Tra le persone coinvolte nella vicenda figurano anche i gestori di una ricevitoria, che risultano aver effettuato puntate ingenti, per oltre 50mila euro, con l’obiettivo di ottenere vincite superiori, realizzando così un circuito utile al riciclaggio. Questi movimenti finanziari erano supportati da una serie di documenti e operazioni che agli occhi degli inquirenti testimoniano il tentativo di occultare la vera provenienza del denaro.
Intervento giudiziario e sequestri disposti dal tribunale
Il procedimento coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia ha portato all’esecuzione di sette misure cautelari: quattro persone sono finite in carcere, mentre tre sono state poste agli arresti domiciliari. In fase di giudizio, il tribunale ha escluso l’aggravante di stampo mafioso, limitando le accuse a riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di beni di provenienza illecita.
Il giudice ha inoltre disposto il sequestro di beni per un valore complessivo di 151mila euro. Tra gli oggetti sottoposti a vincolo ci sono un immobile e le attrezzature usate per effettuare le giocate nelle ricevitorie coinvolte. Questi provvedimenti rappresentano un passo significativo nel contrasto ai sistemi di riciclaggio che sfruttano il gioco per reinvestire capitali illegali nella città di Caivano e nelle zone limitrofe.