Nel napoletano è emerso un caso che coinvolge crediti fiscali legati al superbonus 110 per lavori edili mai eseguiti. La guardia di finanza di Frattamaggiore ha bloccato un pacchetto di crediti del valore di 3,7 milioni di euro, emessi in maniera irregolare da un architetto e una società con sede a Napoli. L’indagine, coordinata dalla procura di Napoli Nord, ha preso il via dopo le denunce di residenti di Grumo Nevano e Frattamaggiore, e ha sventato un possibile danno per le casse dello stato.
Le indagini hanno evidenziato un meccanismo che ha permesso di emettere crediti fiscali per lavori di ristrutturazione che non sono mai stati avviati. A coinvolgere un architetto e una ditta edile, la cui sede si trova nel capoluogo campano. L’architetto, abilitato a certificare stati di avanzamento lavori, avrebbe attestato falsamente l’esecuzione di interventi edilizi inesistenti. Con queste certificazioni mendaci sono state prodotte fatture irregolari, presentate ai committenti come prova dei lavori.
Questi crediti, in realtà frutto di documentazione falsa, potevano essere utilizzati per compensare le imposte dovute, provocando così una perdita economica per l’erario. La tipologia di frode rappresenta un problema grave per la gestione dei fondi pubblici destinati a incentivi edilizi, in quanto permette di sottrarre risorse senza effettuare i lavori previsti. I dettagli dell’operazione chiariscono come la truffa sia stata pianificata e posta in atto sistematicamente.
L’indagine è partita grazie alle segnalazioni di proprietari di immobili nelle zone di Grumo Nevano e Frattamaggiore, comuni in provincia di Napoli. Questi residenti, dopo aver richiesto i lavori con il superbonus, si sono accorti di anomalie e dell’assenza di effettivi interventi sull’edificio. Le denunce hanno fatto scattare gli accertamenti della guardia di finanza, che hanno portato all’individuazione delle irregolarità.
La procura di Napoli Nord ha diretto le indagini e a quel punto ha coordinato il sequestro delle risorse collegate ai crediti fiscali prodotti in modo illegale. Secondo quanto riportato dalla procuratrice facente funzioni Anna Maria Lucchetta, con questa misura si è bloccato l’utilizzo illecito di oltre 3,7 milioni di euro, impedendo così un danno economico rilevante all’erario nazionale.
Il lavoro giudiziario continua per risalire all’intera catena dei responsabili, coinvolgendo la società e i professionisti che hanno agevolato la frode. La collaborazione con i cittadini ha rappresentato un elemento decisivo nell’emergere della vicenda.
La vicenda napoletana rappresenta un esempio concreto dei rischi legati ai bonus edilizi, in particolare al superbonus 110. Quando questi incentivi vengono usati per spacciar lavori inesistenti, il danno si riflette sulla disponibilità delle risorse e sulla fiducia nel sistema. Le risorse sequestrate sarebbero dovute servire per interventi reali su immobili, migliorandone l’efficienza energetica o la sicurezza.
L’utilizzo improprio dei crediti fiscali apre la porta a fenomeni di evasione e frode, rallentando gli interventi di riqualificazione necessari. Per il territorio campano, con numerose abitazioni datate e spesso a rischio sismico, queste truffe rappresentano un ostacolo allo sviluppo.
Sui bilanci dello stato, invece, pesa il mancato recupero delle imposte che si sarebbero dovute pagare. Senza azioni di controllo efficaci come quella di Frattamaggiore, simili operazioni potrebbero diffondersi, sottraendo fondi al sistema fiscale e penalizzando cittadini e imprese oneste.
Le autorità continuano a monitorare casi simili e a mettere in campo strumenti per prevenire altre frodi, confermando una stretta necessaria per tutelare la correttezza nella gestione degli aiuti pubblici.
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