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Tei resterà in carcere, confermata la misura dalla corte di cassazione per il braccio destro di Elvis Demce

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Il caso di Tei, stretto collaboratore di Elvis Demce, emerge come uno dei più rilevanti nella lotta al narcotraffico tra Tor Bella Monaca e i Castelli Romani. Dopo vari passaggi giudiziari e contestazioni pesanti, la Corte di Cassazione ha respinto l’ultimo ricorso presentato dal noto narcotrafficante, confermando la detenzione in carcere senza alcuno sconto di pena. L’episodio si inserisce in un contesto di rivalità tra organizzazioni criminali che controllano diverse aree di Roma e provincia, con accuse di traffico di ingenti quantitativi di cocaina.

La battaglia giudiziaria dietro la detenzione di tei

Il percorso giudiziario che riguarda Tei ha visto un lungo susseguirsi di decisioni contrastanti. Inizialmente, il Gip di Roma aveva respinto la richiesta del pubblico ministero per l’arresto in carcere, motivando una decisione che sembrava aprire una possibilità per Tei. Tuttavia, il pm ha insistito e ha presentato ricorso al tribunale del Riesame, che ha annullato quel verdetto e disposto la custodia cautelare in carcere per il detenuto. Nonostante ciò, Tei ha tentato di ribaltare la situazione rivolgendosi alla Corte di Cassazione. Alla fine, proprio questa ultima istanza ha confermato la detenzione, rigettando il ricorso. Questo passaggio segna un punto fermo nella vicenda, sottolineando il peso delle prove contro di lui e la necessità di mantenere alta la guardia sul controllo del territorio.

Le accuse di traffico di droga e la violenta rivalità tra sodalizi criminali

Le accuse rivolte a Tei sono pesanti e legate a un contesto di criminalità organizzata di stampo mafioso. Nel provvedimento che ha portato al carcere si fa riferimento a un’associazione per delinquere con una struttura ben definita, in cui spiccano figure come Elvis Demce e altri soggetti condannati in primo grado alla fine del 2022. Tei è accusato di aver svolto un ruolo di primo piano, soprattutto nella cessione di ingenti quantità di cocaina. Tra le varie contestazioni ci sono anche episodi di violenza che hanno interessato direttamente il narcotrafficante, come due tentati omicidi culminati nella gambizzazione. La zona di interesse non si limita a Tor Bella Monaca, ma si estende fino ai Castelli Romani, dove la gestione delle piazze di spaccio ha alimentato scontri duri fra clan rivali.

L’importanza delle prove e le consegne di cocaina nelle province limitrofe

Gli investigatori della dda hanno raccolto elementi concreti che collegano Tei alla distribuzione di droga in diverse località. A Cisterna di Latina, ad esempio, sono emersi dettagli su due cessioni importanti di cocaina agli uomini di fiducia del sodalizio criminale. Una prima consegna riguarda un quantitativo non precisato ma definito “ingente”, in concorso con Elvis Demce, effettuata a Conti Alessandro. Solo due giorni più tardi, un secondo carico stimato in cinque chili è stato consegnato sempre nella stessa città. A Roma, invece, la quantità di polvere bianca ceduta arriva fino a 20 chili. Questi numeri confermano che Tei non operava come semplice pusher di strada, ma come figura chiave per lo smistamento della droga su larga scala.

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La corte di cassazione analizza il ricorso e conferma il carcere

L’ultimo passaggio giudiziario si è concentrato sulla valutazione del ricorso di Tei alla Corte di Cassazione. Formalmente, la corte ha osservato un errore tecnico nella presentazione del ricorso, ma ha deciso di entrare nel merito della questione. La decisione sottolinea come la partecipazione di Tei all’associazione mafiosa emerga in modo chiaro e inequivocabile dai documenti esaminati. Non sono stati rilevati vizi nella motivazione delle misure cautelari, tanto che la custodia in carcere è stata considerata pienamente giustificata. Questo rafforza la posizione degli inquirenti e rende più difficile ogni possibilità di scarcerazione per Tei.

Il contesto criminale nella zona di tor bella monaca e castelli romani

Il fenomeno del narcotraffico nella periferia romana, in particolare tra Tor Bella Monaca e i Castelli Romani, resta una questione calda e ancora aperta. Le organizzazioni criminali continuano a contendersi il controllo delle piazze di spaccio con modalità violente e strutturate. La figura di Elvis Demce e dei suoi uomini, tra cui Tei, è emblematica di questo quadro. Le accuse e le condanne inflitte mostrano come le forze dell’ordine e la magistratura siano impegnate in una battaglia che va al di là delle singole operazioni, puntando a smantellare interi sodalizi. Gli sviluppi di questo caso saranno probabilmente seguiti con attenzione nei prossimi mesi, vista la portata delle attività criminali coinvolte.

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