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Trasporti ferroviari a terracina, 13 anni dopo la frana la regione lazio deve riprendere il controllo dei lavori

La linea ferroviaria Terracina-Priverno Fossanova è ferma dal 2012 a causa di una frana che ha causato la caduta di un grosso masso sui binari. Nonostante molte promesse e progetti, la situazione non ha visto progressi significativi. Il circolo Legambiente di Terracina denuncia l’assenza di una gestione efficace e invita la regione Lazio a riprendere il ruolo di stazione appaltante per sbloccare i lavori di consolidamento del fronte franoso. Questo articolo ricostruisce i passaggi salienti, i tentativi di intervento e le difficoltà che hanno bloccato la ripresa del servizio ferroviario dopo oltre un decennio.

Il fermo della linea ferroviaria e l’impegno di legambiente terracina

La frana che nel settembre 2012 ha interrotto la linea ferroviaria fra Terracina e Priverno Fossanova ha lasciato la tratta inutilizzabile da allora. Il circolo Legambiente “Pisco Montano” di Terracina si è impegnato sin dalla sua nascita nel 2016 nel seguire la vicenda. Con il supporto del gruppo regionale mobilità di Legambiente Lazio e dell’Osservatorio Regionale Trasporti, ha portato avanti una campagna permanente per richiamare l’attenzione su questo problema.

Dai dati del dossier Pendolaria del 2016 emergeva che la tratta era già sospesa da tempo per l’inagibilità dell’infrastruttura. Il circolo ha lavorato per chiedere servizi adeguati alla stazione rinnovata di Terracina Mare inaugurata nel 2017, promuovendo l’adeguamento dei treni, la fermata degli intercity, il miglioramento di parcheggi e collegamenti con autobus Cotral e navette per il porto. Iniziative sono state presentate alle commissioni regionali e in tavoli tecnici per trovare soluzioni che migliorassero la mobilità dei pendolari e turisti.

L’obiettivo è stato quello di creare un sistema di trasporto integrato, che comprendesse anche sviluppo di piste ciclabili e servizi di car sharing, oltre naturalmente al ripristino della linea ferroviaria. Le attività si sono concentrate sull’ottenimento di un trasporto pubblico funzionale e coordinato, elemento necessario vista l’interruzione prolungata che penalizza il territorio.

I problemi alla base del blocco dei lavori di consolidamento e le gestioni fallimentari

Nel 2020 emersero dettagli sullo stato dei lavori di messa in sicurezza del versante franoso. Rete Ferroviaria Italiana aveva stabilito che gli interventi non avrebbero ridotto il rischio da elevato a basso, ma solo mitigato per alcuni punti. I costi, le tempistiche e i parametri tecnici sono risultati poco chiari. Contemporaneamente, il comune di Terracina affidava a organizzazioni sociali la vecchia stazione ormai dismessa, mentre la regione attribuiva al comune la qualifica di stazione appaltante per il consolidamento del Monte Cucca, affidandogli un appalto dal valore di 4 milioni di euro.

Questo appalto è stato caratterizzato da errori procedurali, mancata convocazione delle parti coinvolte, danni alla rete idrica e autorizzazioni non ottenute. Come conseguenza, i lavori vennero bloccati a metà del 2022. Da quel momento in poi, nonostante campagne elettorali e tavoli ministeriali, non si è riusciti a riprendere le operazioni. La propaganda relativa alla riapertura della linea ha continuato a diffondersi, ma senza un reale avanzamento dei lavori tecnici.

I numeri indicati per i futuri interventi partono da circa 60 milioni di euro per il ripristino e l’adeguamento della linea e altri 10 milioni per la messa in sicurezza del Monte Cucca. Non si fa però cenno alle difficoltà accumulate negli anni e ai fallimenti della gestione di quegli appalti, lasciando spazio solo a promesse non concrete.

Il punto di vista di legambiente e le richieste alla regione lazio

Anna Giannetti, presidente del circolo Legambiente Terracina, ha ribadito la necessità che la regione Lazio riprenda subito il controllo pieno dei lavori per il consolidamento del fronte franoso. Nel corso degli anni, il comune di Terracina ha mostrato incapacità nel gestire gli appalti affidati, allungando i tempi e lasciando la questione irrisolta mentre la linea ferroviaria restava chiusa.

Secondo Legambiente non ha senso proseguire con piani costosissimi senza indicare un progetto chiaro. La soluzione più pragmatica al momento sarebbe potenziare la stazione MSB-Terracina Mare, già riqualificata, assicurandole collegamenti rapidi e frequenti con mezzi su gomma fino a Terracina. Questa stazione è inserita nella linea Roma-Napoli via Formia, senza bisogno di cambiare treno, e potrebbe diventare un punto nodale per rilanciare il trasporto pubblico su ferro nella zona.

Sicurezza e rilancio del trasporto ferroviario

Parallelamente, va completata la messa in sicurezza del versante da La Fiora a Monte Leano per proteggere gli abitanti e la viabilità stradale. Legambiente insiste perché la regione non sposti ulteriormente le responsabilità e impedisca al comune di sospendere l’avvio dei lavori già finanziati dal 2017 con fondi Rendis.

Questo appello arriva in un contesto dove il rischio idrogeologico rappresenta un pericolo concreto anche per le principali vie di comunicazione, e dove il rilancio del trasporto su ferro rimane una necessità per la mobilità locale, pendolare e turistica. Legambiente chiede una chiara assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni regionali per evitare ulteriori ritardi.

Monica Ghilocci

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