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Truffa patenti in alto adige e lazio, 23 denunciati per sostituzione di persona e documenti falsi

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Una complessa indagine della polizia stradale tra Trentino Alto Adige e il Lazio ha smascherato un sistema illecito per ottenere patenti di guida attraverso la sostituzione di persona e documenti falsificati. L’operazione, denominata “Twin Brothers”, ha portato alla denuncia di 23 stranieri coinvolti in questi reati.

Il caso della patente sospetta a bolzano e l’avvio delle indagini

Tutto è iniziato a novembre 2024 a Bolzano, quando la polizia stradale locale ha ricevuto una denuncia di smarrimento patente. La richiesta di duplicato, presentata da un cittadino del Mali residente in Alto Adige, ha insospettito gli agenti. La patente originale era stata rilasciata qualche mese prima da un ufficio nel Lazio.

Nel confrontare la carta di guida originale con la documentazione per il duplicato, gli investigatori hanno notato una discrepanza: le foto mostravano due volti simili, ma distinti. Il richiedente del duplicato non corrispondeva esattamente al soggetto ritratto nella patente smarrita. Questi primi riscontri hanno suggerito un possibile caso di sostituzione di persona.

La Squadra di polizia giudiziaria del Compartimento Polizia stradale Trentino Alto Adige e Belluno ha preso in carico il fascicolo sotto la direzione della Procura di Bolzano, avviando accertamenti mirati per ricostruire la dinamica e individuare i responsabili.

Modus operandi e caratteristiche del sistema di falsificazione

Gli approfondimenti hanno rivelato un meccanismo ingegnoso. Il cittadino del Mali, domiciliato a Viterbo e con precedenti specifici, si presentava presso vari uffici patenti in diverse regioni italiane per sostenere esami teorici o per ritirare documenti al posto di altri candidati.

L’uomo sfruttava una somiglianza fisica con i soggetti originali: foto di qualità scadente e acconciature simili aiutavano a mascherare la sostituzione. Talvolta indossava capi di abbigliamento quasi uguali a quelli delle persone per cui si presentava, rendendo il raggiro più credibile. Da qui il nome “Twin Brothers”, riferito alla somiglianza tra i volti.

Il metodo ha permesso l’ottenimento di numerose patenti da parte di stranieri che non avevano superato gli esami o non erano presenti all’atto della consegna. Le investigazioni hanno collegato altri casi simili, fotografati negli uffici di diverse regioni italiane.

Perquisizioni e sequestro di documenti a viterbo e nelle province coinvolte

A febbraio 2025, i poliziotti della stradale, su mandato della Procura di Bolzano, hanno eseguito due decreti di perquisizione. Quello più significativo si è svolto nell’abitazione dell’uomo a Viterbo, dove sono stati trovati numerosi documenti legati al rilascio di patenti e alle richieste di duplicati falsi.

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Dall’analisi dei materiali sequestrati, emerge la partecipazione di altri 21 stranieri, provenienti da Mali, Senegal e Costa d’Avorio. Molti risiedevano nel Lazio e stavano tentando di superare gli esami grazie a questa rete illegale. Altri avevano già ottenuto patenti ottenute illecitamente.

Per fermare queste pratiche, la polizia stradale di Bolzano ha collaborato con i reparti di Roma e Viterbo per compiere ulteriori controlli, sequestri e notifiche di avvisi di garanzia. Sono state revocate diverse patenti e l’attività illecita è stata interrotta.

Impatto dell’operazione twin brothers e controlli futuri sugli uffici patenti

L’operazione “Twin Brothers” ha evidenziato una falla nei controlli degli uffici patenti in alcune zone d’Italia. La complicità di sostituti, la bassa qualità delle foto e la mancanza di verifiche più rigorose hanno facilitato questi abusi.

Le autorità hanno rafforzato i controlli sui documenti e sulle procedure d’esame per limitare casi simili. La collaborazione tra le polizie stradali di diverse regioni ha dimostrato come un lavoro coordinato possa individuare e bloccare rapidamente reti di frode.

Questa vicenda riaccende il dibattito sulle modalità di rilascio delle patenti e sulla necessità di aggiornare i sistemi di verifica, soprattutto in un contesto dove la circolazione dei cittadini stranieri cresce e emerge l’urgenza di garantire legalità e sicurezza sulle strade.

L’inchiesta, ancora aperta, ha coinvolto decine di persone e svelato un sistema che avrebbe potuto permettere l’accesso a veicoli a guida non autorizzata, con potenziali rischi per tutti. Resta alta l’attenzione degli investigatori su questo tipo di reati nel 2025.

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