La scoperta del corpo senza vita di un uomo evaso dai domiciliari a Giugliano in Campania ha acceso i riflettori su una rapina finita in tragedia. Dopo giorni di ricerche serrate, i carabinieri hanno recuperato il corpo in un canale vicino al lago Patria e fermato un giovane complice minorenne, accusato di vari reati legati all’episodio.
Il 4 luglio scorso l’uomo di 30 anni era evaso dagli arresti domiciliari. Il giorno seguente, la moglie aveva denunciato la sua scomparsa. Le ricerche si sono concentrate nell’area di Giugliano in Campania, dove poco dopo è stato scoperto il suo corpo senza vita in un canale vicino al lago Patria. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe morto mentre cercava di fuggire a piedi dopo aver realizzato una rapina insieme al suo complice minorenne.
I due avevano appena compiuto un colpo a un distributore di carburanti nella zona. Subito dopo, hanno tentato la fuga attraverso le campagne circostanti. Il terreno fangoso e la fitta vegetazione del canale si sono rivelati insidiosi. Il trentenne ha perso il controllo e si è sprofondato nel fondo del canale, rimanendo intrappolato e senza possibilità di salvarsi, come poi confermato dal ritrovamento del corpo.
La procura minorile di Napoli ha emesso un fermo nei confronti del diciassettenne coinvolto nell’episodio. I carabinieri della compagnia di Giugliano hanno eseguito l’arresto durante un’operazione mattutina. Il ragazzo è stato accusato di rapina aggravata, ricettazione e omissione di soccorso, visto che non avrebbe tentato di aiutare il complice durante la fuga.
Le indagini hanno seguito diversi filoni: dalla revisione dei video delle telecamere di sorveglianza nei pressi del distributore di benzina, alle testimonianze raccolte da chi era nelle vicinanze, fino ai rilievi tecnici sul luogo della rapina e della fuga. Questi elementi hanno permesso di individuare il minorenne catturato e trasferito al centro di prima accoglienza di Colli Aminei in attesa di conferma delle misure.
Le ricerche del trentenne disperso si sono rivelate complesse a causa della conformazione del territorio. Il canale adiacente al lago Patria presenta una vegetazione molto fitta e un fondo fangoso che ha complicato le operazioni. I vigili del fuoco, con l’intervento del nucleo sommozzatori e delle unità cinofile, hanno lavorato più giorni per pattugliare il tratto di canale dove l’uomo era probabilmente rimasto imprigionato.
Il ritrovamento è avvenuto dopo una lunga attività di perlustrazione. Il corpo era nascosto tra la boscaglia, impossibile da vedere senza un’accurata ricerca. Questi elementi hanno chiarito la dinamica della fuga finita nel peggiore dei modi, confermando la morte per annegamento o cause legate all’impantanamento nel canale, mentre l’uomo cercava di evitare la cattura da parte delle forze dell’ordine.
“Il caso ha sconvolto la comunità locale, portando alla luce la drammaticità di questa vicenda”, hanno commentato fonti investigative.
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