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43enne evaso da domiciliari dopo tentato omicidio arrestato ad afragola nell’ambito di indagine antidroga

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Un uomo di 43 anni, ricercato per un tentato omicidio e coinvolto in un’indagine sulla droga, è stato arrestato ad Afragola, vicino Napoli, dopo essere evaso dagli arresti domiciliari cui era sottoposto. I fatti risalgono a un episodio violento avvenuto quattro anni fa a Roma. La polizia ha seguito le tracce del sospettato fino a intercettarlo nella provincia campana, chiudendo così un capitolo fatto di minacce e traffici illeciti.

I fatti che hanno scatenato la fuga: il tentato omicidio di roma

Nel 2020, nel quartiere San Basilio di Roma, un cittadino macedone di 45 anni venne colpito alla testa e all’addome da colpi d’arma da fuoco calibro 7.65. L’aggressore, oggi arrestato, agì per motivi legati a crediti non riscossi, segnando così un episodio violento che suscitò allarme nella città. La vittima riuscì a salvarsi, nonostante la gravità delle ferite. Quel tentato omicidio rappresenta un punto cruciale nella storia giudiziaria dell’uomo, che è rimasto sotto osservazione delle forze dell’ordine per anni.

Dopo l’attacco, il 43enne venne sottoposto agli arresti domiciliari a Baronissi, in provincia di Salerno, in attesa di altre indagini. Ma quel non ritorno a casa, dopo un’udienza nella Capitale dello scorso maggio, ha fatto scattare il provvedimento di custodia cautelare in carcere. Un salto nel vuoto per sfuggire alla giustizia che però non è durato molto.

La caccia all’uomo tra roma e napoli: come è stato catturato

La sezione catturandi della Squadra Mobile di Napoli ha giocato un ruolo decisivo in questa vicenda. Sotto stretto controllo, gli agenti hanno seguito i movimenti dell’uomo, che avrebbe dovuto spostarsi da Roma verso Napoli. La polizia ha organizzato un servizio di pedinamento e osservazione meticoloso, raccogliendo ogni dettaglio sulla sua presenza e gli spostamenti. La tappa conclusiva è arrivata ieri, quando il ricercato è stato fermato appena sceso alla stazione ferroviaria di Afragola.

Il lavoro dietro questa operazione ha richiesto coordinamento e attenzione, dato che il soggetto era coinvolto non solo nel tentato omicidio ma anche in accuse legate al traffico di sostanze stupefacenti. Le forze dell’ordine hanno così evitato un possibile nuovo episodio di violenza o la permanenza dell’uomo in libertà.

I capi d’accusa per l’uomo arrestato: dalla droga al tentato omicidio

L’ordine di custodia cautelare emesso dal tribunale di Roma coinvolge diverse accuse. Accanto al tentato omicidio, per cui era già detenuto ai domiciliari, l’uomo risponde di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, oltre alla produzione e detenzione di sostanze stupefacenti e psicotrope. Questi reati sono stati ricostruiti dagli inquirenti in vari mesi di indagine, durante i quali sono state monitorate reti di spaccio e movimenti sospetti.

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Le accuse collegano l’arrestato a un quadro criminale ben più ampio rispetto al solo scandalo legato all’aggressione. La sua cattura contribuisce a smantellare una parte di questo contesto illecito, mettendo fine alla sua fuga. Ogni capo d’accusa ha un peso rilevante e nei prossimi procedimenti giudiziari si attende che la procura chiarisca i dettagli di questo intreccio criminale.

Il contesto sociale e giudiziario dietro il caso

L’arresto dell’uomo arriva in un momento in cui la lotta contro i reati legati alla violenza e al traffico della droga resta al centro dell’attenzione delle forze di polizia italiane. Roma e Napoli, città segnate da queste problematiche, vedono spesso simili casi di criminalità. Il tentato omicidio del 2020 aveva infatti acceso un dibattito sul controllo del territorio e sulla sicurezza pubblica nelle periferie.

Da un punto di vista giudiziario, la modifica della misura cautelare – dai domiciliari al carcere – evidenzia la necessità di intervenire con maggior rigore quando un soggetto mostra segnali di fuga o pericolo per la collettività. La vicenda dimostra come il sistema di controllo si attivi anche grazie ad un’attività di indagine capillare e coordinata tra diverse città, riuscendo a fermare persone pericolose prima che possano agire nuovamente.

Il fermo di Afragola, dunque, rappresenta un passaggio significativo nel contrasto alla criminalità legata alla droga e alla violenza, con la polizia che ha dimostrato determinazione nel seguire ogni traccia fino alla cattura definitiva.

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