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Aggressioni e disagi al pronto soccorso di cassino, l’ugl salute denuncia criticità gravi nella gestione ospedaliera

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Il pronto soccorso dell’ospedale di Cassino attraversa una fase difficile. L’ultimo episodio di violenza, con un uomo che ha aggredito due medici, ha riacceso i riflettori sulle condizioni di lavoro e sicurezza nei presidi della Asl di Frosinone. L’Ugl Salute, rappresentata da Rosa Roccatani, segnala da tempo come le difficoltà organizzative e strutturali stiano mettendo a dura prova chi lavora nel pronto soccorso. La carenza di spazi adeguati e di personale qualificato, unita a lavori pubblici ancora in corso, sta pesando sia sulla qualità dell’assistenza che sulla serenità di pazienti e operatori sanitari.

La pressione sulle risorse e gli spazi ridotti tra lavori e carenze

A Cassino, i lavori per adeguare gli spazi ospedalieri nel quadro del piano nazionale di ripresa e resilienza si trascinano da mesi. Questi interventi, finalizzati a creare ospedali più sicuri, procedono però con molti rallentamenti e non hanno ancora prodotto miglioramenti significativi. Il pronto soccorso ha visto una riduzione degli ambienti disponibili, situazione che pesa molto su medici, infermieri e operatori socio-sanitari . Le postazioni mediche si sono concentrate in stanze uniche, costringendo più medici a svolgere attività in spazi angusti, con un inevitabile aumento dei tempi d’attesa e del disagio tra gli utenti.

Problematiche legate al sovraffollamento

La riduzione delle aree destinate agli utenti crea tamponamenti di pazienti in attesa che, ormai, accedono a stanze con pochi posti, senza una differenziazione per gravità o necessità. L’ambiente sovraffollato, le file e il continuo rincorrere delle urgenze favoriscono così episodi di tensione e aggressioni, come quella avvenuta recentemente. Tutto ciò rende ancor più complicato il lavoro degli operatori che già devono fare i conti con scelte organizzative non sempre adeguate.

Carico di lavoro e funzioni extra: infermieri e oss sotto pressione costante

Il personale infermieristico svolge compiti che vanno ben oltre la semplice assistenza. Oltre al triage e al controllo continuo dei pazienti, gestisce protocollo dopo protocollo: prelievi ematici, elettrocardiogrammi, monitoraggio con esami emogas, e rivalutazioni continue nell’attesa. In turno notturno, si occupa anche della somministrazione di mezzi di contrasto trasferendosi al dipartimento di emergenza e accettazione radiologico.

Gli infermieri devono inoltre integrare i turni garantendo copertura nelle attività di ambulatorio legate ai codici minori, un compito previsto per i medici di medicina generale ma spesso scaricato su altre figure per carenze di organico. Questo sovraccarico genera un allungarsi dei tempi di intervento e la riduzione dell’attenzione ai singoli pazienti.

Gli operatori socio-sanitari, dal canto loro, devono portare avanti un lavoro continuo che spazia dall’assistenza diretta, al ritiro e trasporto di campioni biologici, alla consegna di farmaci e strumenti medicali, oltre alla movimentazione dei pazienti per visite e consulenze fuori dal pronto soccorso. Molte di queste attività andrebbero svolte da personale dedicato o medico, ma la carenza di specialisti sopprime questo margine di autonomia, aumentando stress e rischio di errori.

Insicurezza e difficoltà nella gestione dei pazienti in attesa

Da settimane, l’organizzazione del pronto soccorso ha visto una concentrazione di pazienti in un’unica stanza, dotata di sole due postazioni per medici. Questa situazione rallenta inevitabilmente i tempi di visita e trattamento, esasperando i pazienti e aumentando il rischio di aggressioni contro il personale sanitario.

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Le responsabilità che gravano sugli operatori, unite alla carenza di personale qualificato e agli spazi inadeguati, rendono quasi impossibile rispettare i protocolli previsti per assistenza e tutela della privacy. In pratica, la sicurezza degli utenti e quella degli stessi lavoratori ne esce fortemente compromessa. Il rischio clinico cresce, perché la pressione e lo stress spingono a operare in condizioni che non possono garantire la qualità necessaria, minando in certi casi la salute mentale e fisica degli operatori coinvolti.

Criticità nella sicurezza e privacy

Il rischio clinico cresce, perché la pressione e lo stress spingono a operare in condizioni che non possono garantire la qualità necessaria, minando in certi casi la salute mentale e fisica degli operatori coinvolti.

Richieste e soluzioni urgenti secondo l’ugl salute

Rosa Roccatani porta l’appello dell’Ugl Salute direttamente alla Asl di Frosinone, chiedendo una rapida sistemazione degli ambienti del pronto soccorso. Serve un utilizzo efficace e temporaneo degli spazi in attesa che i lavori propedeutici al PNRR vengano completati. Viene inoltre chiesto un adeguamento immediato del personale infermieristico e OSS in base alla mole di lavoro reale, evitando di distogliere queste figure da compiti specifici verso mansioni extra.

Per tutelare i pazienti, è necessario creare ambienti separati per chi attende un posto letto, con personale dedicato e senza rischi per la privacy. Sul fronte della sicurezza degli operatori, serve poi mettere in campo misure pratiche per prevenire aggressioni fisiche e verbali, garantendo un ambiente di lavoro più protetto e controllato rispetto alla situazione attuale.

Queste richieste arrivano al termine di settimane difficili, segnate da episodi di violenza che hanno coinvolto addetti ai lavori stanchi e sottoposti a forti pressioni. La salute dei pazienti e la protezione di chi li assiste richiedono una risposta concreta e urgente nella gestione quotidiana del pronto soccorso di Cassino.

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