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Agricoltore di 50 anni accusato di maltrattamenti dopo aver rinchiuso la moglie in casa e costretta a lavorare nei campi

Una vicenda lontana dalla luce del sole è emersa a Frosinone, dove una donna trentacinquenne ha subito anni di violenza domestica e soprusi dal marito, un agricoltore di 50 anni. Il caso è ora all’attenzione del giudice per le indagini preliminari, con accuse di maltrattamenti e violenza in famiglia. La donna ha trovato aiuto grazie a un’associazione locale e ha ottenuto sostegno economico per ricostruire la propria vita.

Il contesto di violenza e privazione nella famiglia di frosinone

Nel dicembre 2024, la donna di 35 anni, madre di due bambini, è stata picchiata brutalmente dal marito, un uomo con cui condivideva la quotidianità in un comune della provincia di Frosinone. Quel giorno particolare non fu come gli altri: dopo le percosse, lei fu rinchiusa in casa, le chiavi tolte per impedirle di uscire. Non si trattava di un episodio isolato, ma di un ciclo di abusi continuativi.

La donna veniva costretta a lavorare nei campi, sotto la guida del marito che pretendeva l’obbedienza assoluta. Era da tempo segregata in condizioni di schiavitù domestica, senza alcuna libertà e spesso senza cibo neanche per i figli. Il coniuge non forniva risorse economiche e lei doveva sopportare anche la fame. Pur sottoposta a quelle condizioni estreme, la vittima cercava di compiacere il marito, per non aggravare la situazione.

L’ultimo episodio di detenzione forzata si è rivelato decisivo. La trentacinquenne è riuscita a liberarsi dalla casa sotto chiave e a fuggire con i figli, portando alla luce un quadro di violenze che fino a quel momento non aveva voluto o potuto denunciare.

L’intervento di telefono rosa frosinone e il reddito di libertà

Dopo la fuga, la donna si è rivolta al Telefono Rosa di Frosinone, organismo che assiste donne vittime di violenza domestica e maltrattamenti. La presidente, la dottoressa Patrizia Palombo, ha seguito da vicino la situazione, offrendo un supporto psicologico fondamentale. Ma non solo.

Attraverso il Telefono Rosa, la trentacinquenne ha ottenuto l’accesso al cosiddetto reddito di libertà, un contributo economico erogato dall’Inps che sostiene le donne vittime di violenza per aiutarle a ricominciare senza dipendere dagli abusi subiti. Questo aiuto ha rappresentato una boccata d’aria per la giovane madre e i suoi figli, costretti prima a vivere senza risorse né dignità.

Il lavoro degli operatori dell’associazione risulta essenziale per accompagnare chi esce da situazioni di violenza. Il coinvolgimento diretto delle istituzioni e degli enti pubblici consente di dare risposte concrete e immediate alle vittime, rompendo il silenzio e offrendo strumenti per la nuova vita.

Le accuse e l’azione legale contro l’agricoltore

Il marito è finito sotto accusa per maltrattamenti in famiglia e violenza domestica, dopo la denuncia della moglie. Le indagini hanno preso spunto dai racconti della donna e dalle testimonianze raccolte dagli esperti intervenuti. La privazione della libertà personale, la costrizione a lavorare senza riposo, le percosse e la mancanza di sostentamento sono gli episodi al centro del procedimento.

La donna ha chiesto la separazione e le pratiche sono già state avviate. Per l’uomo, che ha portato avanti una condotta vessatoria per anni, si profilano conseguenze penali. I dettagli emersi durante le indagini confermano un quadro di violenza domestica prolungata, con la presenza di due minori coinvolti indirettamente.

La vicenda sottolinea come, anche oggi, in territori come la provincia di Frosinone, certi abusi continuino a verificarsi dietro le mura di casa, mostrando la necessità di politiche e servizi sempre più attenti per prevenire e reprimere questi comportamenti.

L’impatto sulla famiglia e le sfide future per la donna e i bambini

Il dolore e la sofferenza vissuti dalla madre hanno influenzato anche i figli, ancora piccoli, che hanno assistito agli episodi di violenza e sono stati coinvolti nella fuga per salvarsi. Le conseguenze psicologiche e materiali saranno pesanti nel cammino che li aspetta.

La donna si trova ora a dover ricostruire una quotidianità complessa, mettendo al primo posto la sicurezza e il benessere dei figli. Il sostegno dei servizi sociali e delle associazioni sarà decisivo. Rimane la sfida di superare la paura e l’isolamento, ritrovare un equilibrio personale e familiare.

Le istituzioni devono garantire una protezione concreta e duratura, aiutare a ricostruire vite segnate da violenza e ingiustizia. Le storie come questa ricordano che la lotta contro gli abusi domestici coinvolge tutta la società, richiedendo attenzione e interventi mirati.

Monica Ghilocci

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