Al Santobono di Napoli, nelle ultime settimane, si sono svolti due prelievi multiorgano su piccoli pazienti. Dietro questi interventi c’è l’assenso di famiglie che, in momenti di grande dolore, hanno deciso di donare gli organi dei loro figli. Questo gesto ha permesso di offrire una nuova vita a molti bambini in attesa di trapianto, rendendo concrete speranze fino a quel momento lontane.
Quando si tratta di donazioni pediatriche, il significato della scelta delle famiglie acquista un peso ancora maggiore. Gli organi compatibili per bambini e adolescenti restano infatti estremamente rari. Il loro reperimento incide direttamente sulle possibilità di sopravvivenza e crescita di tanti piccoli pazienti sparsi in Italia. Questo rende la donazione non solo un atto di generosità, ma una risorsa cruciale per interventi salvavita. Nel caso del Santobono, la conformità delle caratteristiche organiche necessarie ha reso possibile donazioni che altrimenti sarebbero difficili da realizzare. Ogni organo prelevato apre nuove prospettive di recupero per chi ha una lunga battaglia davanti.
Rodolfo Conenna, direttore generale dell’AORN Santobono Pausilipon, ha spiegato l’importanza di queste scelte. La sua ammirazione è rivolta ai genitori che hanno confermato la loro fiducia nella vita anche in condizioni emotivamente estreme. Grazie a queste donazioni, bambini in varie regioni del paese hanno potuto ricevere un trapianto e riprendere una routine più normale tra giorni di scuola e momenti di gioco. Un’azione che coinvolge l’intera società e illumina aspetti difficili ma fondamentali del sistema sanitario.
Gli interventi di prelievo multiorgano in ambito pediatrico sono molto complessi. Non solo per le dimensioni delicate degli organi, ma anche per le tempistiche strette che richiedono coordinamento e precisione. Al Santobono hanno collaborato diverse figure professionali. La responsabile del coordinamento ospedaliero per la donazione di organi e tessuti, Susanna Silvestri, ha diretto l’attività con attenzione, garantendo il rispetto delle procedure e la gestione di ogni dettaglio tecnico. La supervisione è stata affidata a Geremia Zito Marinosci, direttore della terapia intensiva pediatrica, che ha seguito con rigore tutte le fasi cliniche.
Parallelamente, il Centro Regionale Trapianti ha curato gli aspetti burocratici e il collegamento con le strutture di destinazione degli organi. Il protocollo è rigoroso e deve assicurare la sicurezza e la migliore riuscita di ogni passaggio. Il lavoro del personale sanitario si è svolto non solo con competenza ma anche con grande sensibilità verso le famiglie coinvolte. Coordinazione, empatia e professionalità si sono messe in gioco per rendere possibile una procedura così delicata e allo stesso tempo vitale.
Il Santobono di Napoli non si limita a gestire la donazione di organi quando si presenta una necessità. L’ospedale è un anello importante nella rete trapiantologica italiana e ha un ruolo attivo nella promozione della donazione stessa. Lavora in stretta collaborazione con il Centro Regionale Trapianti, diretto da Pierino Di Silverio, per diffondere una cultura di consapevolezza e responsabilità. L’obiettivo è incoraggiare sempre più famiglie ad accettare la donazione di organi, tessuti e cellule, soprattutto in un ambito delicato come quello pediatrico.
Gli operatori sanitari ricevono formazione continua e condividono esperienze per migliorare gli interventi e il supporto alle famiglie. L’attenzione alla professionalità si unisce a quella per il rispetto umano di chi attraversa momenti difficili. Questo impegno costante ha permesso di realizzare i due prelievi multiorgano a distanza ravvicinata, un risultato che mostra quanto un lavoro attento e coordinato possa fare la differenza in casi estremi. La rete costruita in questi anni garantisce che ogni scelta di donazione porti un sollievo reale e tangibile a chi aspetta un trapianto.
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