Il cardinale mimmo battaglia, arcivescovo di napoli, lancia un appello feroce contro le violenze e le ingiustizie che devastano diverse regioni del mondo. Con una lettera aperta diffusa nel 2025 protesta contro progetti, leggi e profitti che calpestano i più deboli. Il suo messaggio si estende dai conflitti in ucraina e gaza fino a sudan e myanmar, rivolgendosi direttamente a chi detiene il potere politico, economico e militare.
Nella sua lettera il cardinale ricorda che ogni scelta politica o economica che schiaccia chi è innocente è una chiara forma di disumanità. Il riferimento va a quei progetti e leggi che non difendono chi vive nella vulnerabilità, come anche ai guadagni che nascono dal dolore e dalla sofferenza di chi non può difendersi o farsi ascoltare. Mimmo battaglia sottolinea che i conflitti sanguinosi in ucraina, gaza, sudan e myanmar mostrano il volto crudele di questa disumanità.
L’arcivescovo di napoli chiama in causa “governi in doppiopetto”, consigli di amministrazione e “alleanze militari” rappresentati come macchine fredde e ingranaggi senza cuore. Ricorda che il vangelo non ammorbidisce le parole, ma impone di riconoscere l’uomo per quello che è, e di chiamare per nome il male che lo schiaccia. L’appello ha un tono diretto e forte, costruito per scuotere la coscienza di chi governa e guida.
Nel cuore del messaggio vi è un invito rivolto a chi gestisce la politica e l’economia: fermare il flusso di morte e riconvertire le risorse impiegate in armi verso strumenti di crescita e protezione delle persone. Battaglia chiede di “smontare i macchinari che colano piombo” e di trasformarli in aratri, tubature e banchi di scuola, simboli di lavoro, acqua e istruzione.
Il cardinale spinge a spostare i bilanci destinati alla guerra verso la sanità, con “sale parto illuminate” e ambulanze che possano raggiungere i luoghi più isolati. Questo passaggio mette in evidenza come gli investimenti pubblici abbiano ripercussioni concrete sulla vita quotidiana delle persone, in particolare su chi si trova in situazioni di conflitto o emergenza.
La proposta di mimmo battaglia è chiara: passare dall’industria della guerra a infrastrutture che supportino la vita. “Convertire il denaro e le energie da strumenti di morte a strumenti di speranza”, un richiamo urgente in un periodo segnato da continue tensioni globali.
Mimmo battaglia rivolge un’ultima richiesta esplicita ai parlamentari e a chi occupa “poltrone rosse”: abbandonare per un momento le carte, i numeri e i dossier per farsi realmente incontro con il dolore provocato dalla guerra. Propone di attraversare i corridoi di un ospedale distrutto dai bombardamenti, sentire l’odore del gasolio dell’ultimo generatore acceso, ascoltare il suono di un respiratore sospeso tra vita e morte.
Questo invito punta a far capire che il vangelo – o la semplice umanità – riflette ciò che c’è di autentico e denuncia ogni forma di disumanità. Per chi crede, è un dovere morale; per chi non crede, resta il richiamo a preservare ciò che rimane di umano in un mondo segnato dalla violenza e dall’indifferenza.
L’appello di mimmo battaglia giunge in un momento in cui il dibattito sui conflitti internazionali e sulle continue sofferenze sembra spesso distante da chi prende le decisioni più pesanti. Il cardinale ricorda con parole nette che dietro ogni cifra e ogni strategia si celano vite reali, da proteggere e rispettare.
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